Il santuario di Santa Maria della Vita dietro lo schermo de Il Cinema Ritrovato visto da Palazzo D’Accursio (foto Martino Pietropoli)

L’immagine di Bologna

Martino Pietropoli
What Italy Is
4 min readJul 2, 2015

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Di Bologna si sa che è bella, che gode, che ci si mangia benissimo.
Ma Bologna è anche molto altro, detto in immagini e parole.

Una città è come una persona: ha un carattere. Se una città ha un carattere estroverso e accogliente come Bologna si può perfino arrivare a pensare che quell’immagine la descriva perfettamente. Si può insomma pensare che non vi sia altro e che quello abbia da mostrare e offrire Bologna al visitatore: il saper vivere, le belle vie, la gente sorridente, i negozi eleganti e l’opulenza delle gastronomie di via Orefici o delle Pescherie Vecchie.

Piazza Maggiore da Via Clavature e da via IV Novembre (foto Cinzia Bolognesi)

Poi c’è la Bologna culturale: delle librerie, dell’università, dei circoli politici e del dibattito civile. E anche dell’impegno della Cineteca per il restauro e la conservazione delle pellicole storiche, non solo cinematografiche.

Al centro: I bozzetti di Porcheddu per il film “Ettore Fieramosca”. Foto Cinzia Bolognesi

La Cineteca recupera e conserva in forma analogica e digitale migliaia di pellicole storiche ma opera anche come istituzione di conservazione di un patrimonio di immagini che appartiene al mondo intero. Nella sua biblioteca Renzo Renzi conserva infatti più di un milione di foto storiche di Bologna, manoscritti di Pasolini, bozzetti di Charlie Chaplin e innumerevoli poster originali dei capolavori della cinematografia italiana e mondiale.

Preservare e mostrare

Il linguaggio delle immagini è, al pari di quello musicale, uno dei più universali. Conservare le immagini è una missione che si completa solo quando queste particolari espressioni dell’animo umano possono rivivere e ritornare ad essere patrimonio mondiale: attraverso la biblioteca e la consultazione del suo archivio e nelle proiezioni delle pellicole restaurate in piazza Maggiore, durante la settimana del Festival del Cinema Ritrovato, dal 27 giugno al 4 luglio.

Foto Martino Pietropoli

Un gigantesco schermo viene esposto in piazza e una platea di centinaia di posti a sedere diventano per una settimana all’anno un rito simbolico e molto partecipato dai bolognesi e dagli appassionati: la sala cinematografica che nelle altre settimane dell’anno è un luogo chiuso diventa pubblico e visibile a ogni ora del giorno. Si prepara qualcosa: immagini che rischiavano di sbiadire e scivolare nell’oblio sono recuperate e fatte rivivere, offerte nuovamente alla magia del cinema: uno schermo che si illumina e che racconta storie antiche e incredibilmente contemporanee.

L’inaugurazione del Festival del Cinema Ritrovato il 27 giugno scorso. Il film proiettato è “Ascensore per il patibolo” del 1956. (foto Simone Bramante)

La luce anima nuovamente la pellicola e fa rivivere l’incanto e l’illusione del racconto di altre vite.

Cosa sono le immagini in fondo? Sono la forma del tempo: quello dei registi o degli attori che hanno interpretato un ruolo e quello molto più personale di un ricordo che può restare nella memoria individuale o essere ricordato collettivamente.

Le immagini sono il segno latente che un ricordo ha segnato nella nostra memoria. Sono punti di riferimento che ci ricordano chi siamo e dove stiamo andando.

Una luce illumina e dà vita a una memoria. Entra da una finestra o si anima sulla finestra dello schermo. Mostra quello che l’uomo è capace di fare e dire e ci dice quello che siamo.

I due campanili della Basilica di San Francesco di Assisi visti da Palazzo D’Accursio (foto Martino Pietropoli)

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Martino Pietropoli
What Italy Is

Architect, photographer, illustrator, writer. L’Indice Totale, The Fluxus and I Love Podcasts, co-founder @ RunLovers | -> http://www.martinopietropoli.com