Costruire scenari futuri per decidere nel presente

Scenario Planning

di Alex Fergnani

Lo Scenario Planning è un metodo di Futures & Foresight utilizzato da molte aziende, organizzazioni, governi e comunità per elaborare scenari dell’ambiente esterno.

Risponde alla domanda “what if?” (“e se accadesse che…?”), consentendo di esplorare i possibili comportamenti delle parti interessate in condizioni diverse.

Gli scenari non intendono essere “giusti” o “sbagliati”, “positivi” o “negativi”, ma offrire immagini del futuro interessanti (e in alcuni casi stimolanti, estese o controverse). Sono storie di futuro coerenti che includono eventi e fenomeni significativi, gli esiti di tali eventi e fenomeni, e i principali attori e le loro motivazioni.

La produzione di scenari avviene in seguito alla scansione dei futuri probabili, volta a individuare quei fenomeni o quelle forze di cambiamento in atto nel presente. Una volta elaborati gli scenari si procede con la configurazione di nuove strategie da parte dell’azienda / organizzazione.

Tra i principali metodi di Scenario Planning possiamo considerare queste varianti: i 4 Archetipi, il metodo Shell e la matrice 2x2. Nell’attività di action-research e consulenza in Italia, li mettiamo in pratica accompagnando i nostri interlocutori nell’identificare quale metodo sia preferibile in funzione degli scopi dell’intervento.

Il metodo dei 4 Archetipi è stato sviluppato da Jim Dator all’Università delle Hawaii. Un modello che, a partire dall’individuazione delle driving forces, inquadra come si sviluppa il futuro all’interno di 4 immagini di futuro archetipiche: crescita continua, collasso, disciplina e trasformazione.
La “crescita continua” è un futuro che segue la traiettoria tracciata dal presente: ciò che accade oggi continua e si espande. Il “collasso” è un futuro in cui il sistema raggiunge i propri limiti e, per l’appunto, collassa. La “disciplina” è un futuro di equilibrio: una società stazionaria basata su meccanismi di controllo volti a garantire la sostenibilità del presente. Infine, la “trasformazione” è un futuro in forte discontinuità con il presente grazie a un evento o fenomeno trasformativo, spirituale o tecnologico, capace di ridisegnare in modo radicale l’idea stessa di essere umani.
Con questo esercizio andiamo a vedere come il set di forze di cambiamento individuate precedentemente si potrebbero comportare e intrecciare in ogni immagine di futuro, portando a conseguenze sia positive che negative.

Il metodo Shell è stato originariamente sviluppato dalla compagnia petrolifera Royal Dutch/Shell e reso popolare grazie al libro The Art of the Long View di Peter Schwartz, ex team leader del gruppo di Scenario Planning alla Shell.
Anche in questo caso la nostra indagine inizia dalle driving forces, a cui aggiungiamo però l’identificazione degli elementi predeterminati e delle incertezze critiche. I primi sono fenomeni che non mutano significativamente pur avendo un’influenza tangibile verso il futuro, come ad esempio la crescita demografica. I secondi, invece, sono riconducibili a eventi o fenomeni raramente predicibili.
Al centro di questo metodo vi è il dialogo tra i membri del team (di solito composti in modo eterogeneo tra ruoli chiave, stakeholders interni e a volte esterni), che ragionano insieme sulla plausibilità degli scenari individuati fino a ottenere 2 o 3 narrative.

Infine, la matrice 2x2 è un metodo che richiede diversi passaggi per creare delle narrative di scenario. Una volta individuate le forze di cambiamento che possono condizionare i futuri, magari prima individualmente poi con un secondo passaggio in gruppo, si procede con la clusterizzazione delle stesse. Per esempio, lo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale, l’aumento della potenza di calcolo dei computer e la diminuzione del loro costo possono essere raggruppate insieme.

Si individuano poi due valori opposti rappresentati da una direzione e quella diametralmente opposta: questi comportamenti estremi prendono il nome di fattori.
Poniamo i nostri fattori in relazione a due assi rappresentanti “impatto” e “incertezza” al fine di identificare i due o tre fattori più impattanti e incerti. Collocando questi due o tre fattori su una matrice 2x2 (o 2x2x2) si hanno 4 (oppure 8) combinazioni, dalle quali possiamo creare le narrative di scenario corrispondenti.

I 3 metodi presentano delle differenze, che ci possono portare a preferirne uno piuttosto che gli altri. Al di là delle differenze strutturali, che definiscono i 4 Archetipi e la Matrice 2x2 come dei metodi deduttivi e lo Shell come un metodo induttivo.

Un altro aspetto per orientare la nostra scelta è se intendiamo applicarlo con una comunità o un’organizzazione.

Il 4 Archetipi è molto veloce da applicare, dal momento che gli archetipi predefiniti consentono a gruppi di creare o esperire rapidamente scenari possibili in un modo piuttosto semplice stimolando la creatività di chi lo sperimenta. Tuttavia, non è detto che funzioni con tutti i gruppi. Nella nostra esperienza abbiamo notato che è efficace con audience giovane o che ha già familiarità con discipline quali design o storytelling. Questo tipo di gruppi entra rapidamente in connessione con gli archetipi e inizia a interagire con essi.

Se il percorso coinvolge dirigenti aziendali senior o scienziati, in particolar modo ingegneri, sarà più opportuno adottare la matrice 2x2. Questo metodo, se realizzato correttamente, è un processo estremamente completo composto da diversi passaggi di analisi e sintesi. Ciò concorre alla percezione di sofisticazione del metodo, della sua legittimazione e del suo rigore: aspetti che contribuiscono a rendere più facile per tali audience accettare il processo.

Infine, il metodo Shell implica un dialogo aperto sul futuro senza una chiara indicazione rispetto a quando si concluderà il processo. Può essere particolarmente utile in contesti nei quali occorre esplorare possibilità alternative e “pesarle” in chiave strategica.

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