Dalla futurologia alla previsione strategica, passando per l’innovazione e finendo con l’etica
di Alberto Robiati
Futures & Foresight è il nome utilizzato da una buona parte di researchers e practitioners internazionali per riferirsi a una metodologia che integra le teorie multidisciplinari dei Futures Studies e l’approccio pratico dello Strategic Foresight (in italiano rende poco il senso: previsione strategica).
In sintesi, si tratta di un lavoro sistematico per esplorare scenari alternativi allo scopo di disegnare o riconfigurare strategie e roadmap per il futuro prossimo.
Il termine “futurologia” è stato coniato a metà del secolo scorso dal politologo Ossip Flechtheim, riferendosi a un nuovo campo di ricerca che mirava a eliminare le guerre e a favorire la pace, eliminare fame e povertà, promuovere la democrazia e fermare lo sfruttamento della natura.
Tra gli anni ’50 e ’70, si annoverano diverse applicazioni nei settori strategico, governativo, organizzativo, e in ambito ambientale, sociale, demografico. In questo periodo, all’intersezione tra ricerca e pratiche, si sviluppano tecniche e metodi previsionali, come il Delphi, o strategici, come lo Scenario Planning.
Lo “slow-changing world” degli ultimi decenni del XX secolo ci ha permesso di fare a meno di visione long-term e scansione prospettica delle alternative, giustificando la diffusione a ogni livello del cosiddetto short-termism (l’attitudine a occuparsi esclusivamente del breve periodo).
Tuttavia, le stratificazioni complesse e le trasformazioni accelerate dell’epoca recente ci hanno posto di fronte alla necessità di nuovi paradigmi e nuove mentalità. Abbiamo bisogno di aggiornare le expertise per leggere i mutamenti in un’ottica temporale di lungo periodo, ampliando gli orizzonti per cogliere aspetti che solitamente non rientrano nel nostro radar ordinario.
Il Futures & Foresight consente di interpretare i segnali trasformativi, aiuta ad anticipare i cambiamenti, ci permette di migliorare la capacità strategica e agisce nel rinforzare competenze come l’adattabilità, la visione, la creatività o la leadership ispirazionale e d’influenza.
Sono proprio gli ambienti incerti, veloci, turbolenti e fragili che caratterizzano il mondo oggi a richiedere di attivare l’agilità sperimentale: divergere e convergere, introspezione e interconnessione, prove ed errori. Questo compiere percorsi non lineari di apprendimento ed esecuzione, tipico dei processi di analisi e costruzione del futuro, è anche la cifra dei processi di innovazione.
Il Futures & Foresight ha infatti una funzione innovativa, in quanto è dispositivo “trasformazionale” che obbliga a muoversi tra mondi, alternando esplorazioni e finalizzazioni, immaginazione e pratica.
Il risultato è il disegno di strategie che spingono la transizione verso il futuro, ispirate dalle aspirazioni long-term, guidate dall‘idea di un auspicato domani lontano che istruisce i processi di oggi per determinarne le pre-condizioni.
E come per una speciale alchimia, le incertezze (e preoccupazioni) del presente sembrano dissiparsi quando, tramite lo sguardo in avanti (anche di 10–15 anni), ci si pone nel ruolo di agenti trasformativi.
Possiamo descrivere tutto questo come un movimento, pensando dunque al futuro come uno strumento di azione consapevole: degli impatti dei cambiamenti in atto e delle implicazioni delle nostre scelte.
Ci si pone di fronte alle eredità che lasciamo: il Futures & Foresight in questo senso ha dunque anche una finalità etica, intesa come assunzione delle responsabilità delle conseguenze di ciò che facciamo.