Waiting… sperando che la tempesta passi presto. Ma è ora il tempo di costruire il futuro

di Alberto Robiati

Siamo in standby, in attesa che questa nuova emergenza finisca. Il dramma della guerra sconvolge come e forse più della pandemia. Eppure questa sospensione, che si protrae ormai da due anni, rischia di diventare cronica.

Ci siamo fermati per “capire come evolve la situazione” anche al tempo del ponte Morandi, della Brexit, del vulcano finlandese, della crisi finanziaria, dell’11 settembre. E ogni volta in occasione di discontinuità (cigni neri), ritenute improbabili ma dopo le quali “niente è più come prima”.
Ognuna di queste crisi ha di certo avuto implicazioni globali sulle supply chain, sui prezzi delle materie prime, sui viaggi, sugli assetti geopolitici, sul clima, sulle democrazie e i diritti.

Tuttavia questi sono i tratti caratteristici della nostra epoca, così incerta, turbolenta e volatile. In questi ultimi anni numerosi e dirompenti cambiamenti tecnologici, sociali, politici, economici, ambientali hanno disorientato chi guida governi, imprese, enti non profit, obbligando a riformulare strategie e programmi.

Quando la gabbia della contingenza ci impedisce di alzare lo sguardo (e il pensiero), ci è difficile occuparci di visioni strategiche o di sviluppo di nuovi modelli e nuovi prodotti e servizi.
Siamo piuttosto cauti nell’intraprendere esplorazioni di criticità e opportunità che potranno presentarsi per effetto di possibili cambiamenti futuri.
“Abbiamo problemi più urgenti”, “Dobbiamo gestire il presente”, “Non possiamo pensare ad altro che alle urgenze di oggi”, “Aspettiamo che passi la tempesta”: sono alcune delle formulazioni più in voga in questo periodo.

Come possiamo concretizzare “piani di ripresa” e “programmi di resilienza” in un mondo che cambia di continuo e non ci offre una segnaletica affidabile? Come prepararci alla prossima minaccia e alle crisi che ne deriveranno? O magari come evitarla agendo in anticipo? Come adattare le nostre rotte che avevamo pianificato con senno, analisi, calcolo, razionalità e logica? Come cercare nuove opportunità e nuove strade da percorrere?

È qui che entra in gioco il Futures & Foresight, un approccio sistemico per indagare e disegnare scenari futuri in modo da sostenere le strategie del presente e innescare processi trasformativi.
Questo lavoro va svolto proprio adesso poiché non arriverà mai un momento in cui l’orizzonte si schiarirà e avremo certezze su cosa accadrà. Ma per essere pronti, proattivi o anche solo “pre-attivi” (anticipanti), è necessario preparare i nostri “sistemi” (territori, imprese, comunità, mentalità) fin da subito.
Dice un proverbio africano: “Il momento migliore per piantare un albero è 20 anni fa. Il secondo momento migliore è adesso”.

Il Futures & Foresight aiuta a comprendere meglio il presente, analizzando le dinamiche di cambiamento, e spinge a considerare scenari alternativi per il futuro, in modo da rendere i nostri piani strategici adattabili alle diverse possibilità (incluse nuove idee, nuovi modelli, nuovi mercati, nuovi prodotti e servizi).

L’effetto è una maggiore fiducia e padronanza mentre siamo alla guida delle nostre decisioni (individuali, di team, organizzative, di settore, di paese) in un clima di tempesta.

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