Ancora su Zuegg e il «Succhino di Cittadinanza»

Perché prima o poi bisogna fare le debite precisazioni, anche se un po’ inutili, senza un vero motivo

Luca Baggi
3 min readFeb 21, 2019

Stamattina ho aperto Twitter e ho notato ben 10 notifiche e ho subito pensato che ci fosse un errore: già su Twitter succedono ben poche cose, figurarsi se ne succedono a me, che occupo una nicchia di gente che lo usa per pubblicare un sacco di cose autoreferenziali e usa il social prevalentemente per seguire certi giornalisti e salvare certi contenuti interessanti.

Le 10 notifiche scaturiscono tutte da questo tweet:

Ora, che il pezzo che ho scritto sul «Succhino di cittadinanza» della Zuegg sia spazzatura (letteralmente: trash) è voluto, e mi dispiace non essere stato sufficientemente bravo da farlo capire. Pensavo fosse evidente da frasi tipo questa che riporto qui sotto, che sono palesemente frasi che non si dovrebbero trovare in nessun articolo di giornale. E infatti il mio post non vuole essere un qualcosa che finisce su un giornale (altrimenti l’avrei scritto diversamente e pubblicato altrove).

«Consiglio caldamente di partecipare a tutti i frustrati radical chic buonisti come me che, non ricevendo ancora un bonifico mensile da Soros, cercano di fare dei loro sfoghi contro il governo un mestiere».

Da un lato c’è da dire che chi l’ha letto e polemicamente condiviso è in un certo senso fazioso, perché ha dato per scontato che condividessi in toto la campagna pubblicitaria (cosa che non ho né scritto, né negato, ma questo che cosa ci autorizza a dedurre? Per me, niente). E c’è da dire che non lo fa solo con me, ma anche con Il Post, che nei suoi Flashes ha riportato la notizia in modo scherzoso.

A differenza di quello che dice @ValeMameli, il mio non è un advertorial (che come prontamente Google suggerisce è l’unione delle parole advertisement e editorial), men che meno un “endorsement” della campagna di Zuegg — campagna che non ho voluto commentare solo perché il post in cui ne scrivo è decisamente più trash della campagna pubblicitaria stessa.

C’è da dire, però, che @ValeMameli non poteva sapere che uso Medium per documentare velocemente e in modo trash le cose trash che trovo in rete— tipo il film in cui Hitler cavalca un T-Rex e le pubblicità di Osama e Motta, e ancora di più quella terribile pubblicità di Pandora che comparve nella Metro di Milano qualche Natale fa.

Forse leggendo i miei altri post l’avrebbe capito, questo non lo so, ma in ogni caso «la colpa sta sempre a metà» (giusto per fare appello alla saggezza popolare indiscutibile contenuta nei modi di dire).

Su Medium (quando ancora non sapevo come usarlo) ho anche ricopiato pezzi di cronaca che ho scritto quando collaboravo per alcuni giornali locali in città, e ci sono pure finiti alcuni discutibilissimi pezzi di opinione che scrivevo quando ancora ero nel giornale scolastico del mio liceo (e che probabilmente oggi rivedrei da capo a piedi).

Certo, devo ammettere che anche io sono in un certo modo fazioso: non sono un sostenitore del sussidio di disoccupazione che il Movimento 5 Stelle chiama erroneamente “Reddito di Cittadinanza” (questo è un dato di fatto), e anche più in generale delle politiche portate avanti da questo governo e ancora più in generale da certi atteggiamenti dei suoi esponenti, di più che con i governi precedenti (c’è anche da dire che due/tre anni fa non ero ancora così politicamente attivo).

Questo significa che ho preso la notizia con molta più leggerezza di quanto farebbe un sostenitore accanito del M5S, ma non vuole assolutamente dire che trovi che questa sia un’iniziativa di successo o intellettualmente onesta.

Penso che di queste cose spetti scrivere a persone molto più competenti e in gamba di me, che già lo hanno fatto e ne hanno evidenziato criticità e attribuito più che altro effetti dannosi per l’economia italiana nel lungo periodo. Che poi il Reddito di Cittadinanza (quello vero) o in generale i sussidi di disoccupazione (come il Reddito di Inclusione) hanno e avranno un’importanza cruciale nel far fronte ai cambiamenti del accadono e accadranno mondo del lavoro, è tutt’un altro discorso.

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Luca Baggi

Laureato in filosofia, ora studio economia. Faccio editorialismo spicciolo su imappamondi.it, qui scrivo tutto quel che mi passa per la testa 🖋