Nasdrovie — parte 4

Aleksander Wolinski Cecchin
2 min readFeb 10, 2018

--

Non ero solito farmi le ragazzine con cui trafficavo. Quella zona era notoriamente la più povera d’Europa, ma non tutti sapevano di un altro triste primato, quello di essere anche la più flagellata da un’altra piaga silenziosa, quella dell’AIDS.

La giovane età delle professioniste del sesso non doveva trarre in inganno, il contagio era così diffuso che le precauzioni non erano mai troppe.

Quella giovane ucraina mi aveva subito colpito però, non aveva nulla che non andava, e aveva in sé un’energia, una tensione erotica che non riuscivo bene a inquadrare, a stabilire se fosse se innata o dettata dalla disperazione.

Fatto sta che le avrei trovato di buon grado un’occupazione in uno dei postacci che conoscevo nella riviera veneta, non prima però di essermi tolto qualche capriccio.

Rita era ancora sotto la doccia, mentre i maschi avevano ripreso a sbevazzare e fare zapping.

«Mi sembri soddisfatto», mi provoca Dymitro con un’occhiata sorniona.

«Oh, stavolta non posso negarlo tovarìch. Tu invece hai perso l’interesse per la mona?»

«Comandare è meglio di scopare, o come si dice...»

Mentre Dymitro mi ricorda con saggezza perché l’ho scelto come collega, cambio distrattamente canale saltando dalle ultime hit musicali in lingua russa ad un tg internazionale.

«Ferma, ferma, lascia qua!» mi intima il nerboruto compagno.
«Che c’è, vuoi vedere Babbo Natale?»
Nel televisore compare il volto dalla barba canuta di un distinto anziano che si erge affiancato da due vecchietti curvi.
«È Slobodan Praljak», mi informa Dymitro animandosi all’improvviso. «Generale croato, ingegnere, anche grande intellettuale sai?»
«E che ci fa seduto alla sbarra nel tribunale dell’Aja?» lo incalzo.

«Lo processano per crimini di guerra, la ricompensa dell’Occidente per aver combattuto contro i seguaci di Allah in Bosnia.»
«Chei cani dei to morti...» esclamo guardando la scena.
Praljak sfida a viso aperto la giuria, rifiuta la condanna a 20 anni comminata dal tribunale internazionale. «Questo sì che ha le palle!» Dymitro si infervora ancora di più: «uno si rompe il culo per ripulire l’Europa dalla feccia islamica e quella è la fine che gli tocca fare. Vanno a prendere a casa negri e musulmani, e i bianchi li lasciano morire di fame, come a Donec’…»

Il Babbo Natale croato estrae risoluto una boccetta e ne beve il contenuto davanti alle telecamere e alla giuria interdetta.

«Veleno…» mi informa Dymitro, «questo figlio di puttana si è preso gioco di loro direttamente dall’inferno.»

Riempio i bicchieri col nostro innocuo fiele e guardando negli occhi il ragazzo esclamo: «Nasdrovie

Pic by FaH

<<<<<< Parte 3
Parte 5 >>>>>>

--

--

Aleksander Wolinski Cecchin

Nasce a Padova nel 1981 da padre polacco e madre italiana. Giornalista pubblicista attento ai complessi rapporti tra Est e Ovest.