10 cose che ho imparato dopo un anno e mezzo come primo dipendente di una startup

Because sharing is caring

Alessandro Sorbello
12 min readFeb 3, 2017
Fonte: Unsplash, licenza Creative Commons Zero

Non mi stancherò mai di ripeterlo.

Questa delle Startup è un enorme, gigantesca, mostruosa bolla.

E’ dura ammetterlo, ma è così.

Inizia tutto quando scopri questo mondo meraviglioso dove si parla solo di diventare ricchi a 20 anni e dove la parola “lavoro” viene sostituita da “divertirsi con gli amici”.

Cominci a immaginarti su una spiaggia hawaiana con un cocktail in mano a goderti la vita, grazie al tuo reddito passivo generato lavorando 4 ore alla settimana. O alla tua exit milionaria.

Ti rendi conto di essere caduto nell’imbuto quando i tuoi amici (quelli che non “lavorano” con te, ovviamente) non ti capiscono più, causa uso smodato di inglesismi intraducibili quali bootstrapping, scale-up, seed investment, commitment e altre atrocità del genere.

Non puoi fare a meno di venire ammaliato da questo meraviglioso universo così lontano dal lavoro d’ufficio, così estraneo all’idea di una vita scandita da giorni tutti uguali, 8 ore al giorno come ingranaggio di una grande multinazionale. Uno scenario talmente infernale che neanche un Orwell in botta avrebbe saputo partorire.

Allora ti ci metti d’impegno: tiri fuori un’idea (rivoluzionaria, ovviamente), coinvolgi un paio di amici, chiedi un po’ di soldi ai tuoi e parti. Nel caso gli ultimi mancassero non c’è problema, puoi sempre tirare avanti a colpi di siti web e pseudo-consulenze mentre costruisci il tuo prodotto rivoluzionario.

Poi a un certo punto ti ritrovi a lavorare 18 ore al giorno, non dormire, nutrirti solo di strane polveri e contare l’esatto importo che ti puoi permettere di spendere al giorno per tirare avanti (arrotondato al centesimo, ovviamente).

Fonte: Unsplash, licenza Creative Commons Zero

Ma ti continui a ripetere che ne vale la pena, che stai seguendo il tuo sogno, e che prima o poi il successo arriverà.

E poi, molto probabilmente, fallisci. A quel punto scopri che la tua idea non valeva poi così tanto, che quello che conta è l’execution, e che comunque una discreta dose di culo ci vuole sempre.

Capisci perchè una “Startup” non è poi così diversa da una normalissima “azienda” e perchè il 95% di queste fallisce entro il primo anno di attività.

E se scavi ancora più a fondo scoprirai che anche molte di quelle che “ce l’hanno fatta” non sono altro che fumo negli occhi. Imprese che non producono un euro e che vanno avanti solo a colpi di investimenti milionari, basate sulla pura e semplice speculazione.

In quello zoo di unicorni, conigli, scarafaggi e altre amenità sembra di aver dimenticato che un’azienda può definirsi tale soltanto se, alla fine della fiera, sul lungo periodo i ricavi sono stabilmente superiori dei costi.

Ora, non fraintendere il mio cinismo.

Io amo l’universo Startup.

I due anni passati a lavorare dentro una di queste sono stati i più stimolanti della mia vita e ho avuto il piacere di conoscere persone meravigliose e di grande talento.

E’ un mondo che ho studiato attraverso decine di libri, blog, podcast, e attualmente sto perfino frequentando un master internazionale sull’argomento.

E lasciamelo ribadire: io rispetto infinitamente tutti gli startupper che si mettono realmente in gioco, indipendentemente dal risultato finale.

Ed è effettivamente possibile avere successo con una Startup, anche in Italia (magari con uno sguardo all’estero).

Tutto questo pippone spocchioso serve solamente a ricordare che, se davvero vuoi lanciare una Startup, devi liberare la mente da questa marea di cazzate che circolano e che ormai sono tristemente entrate nella cultura popolare mainstream.

Scopri il velo di Maya, esci dalla caverna e comincia a guardare la realtà.

Studia, guarda i numeri reali e soprattutto impara solo dalle persone che ci sono già passate. Il mondo è pieno di pseudo-influencers-fuffaroli che parlano senza essersi mai sporcati le mani e tirano avanti vendendo sogni con i loro corsi a x7 euro.

Internet è il loro habitat naturale.

E quando ti sentirai pronto a dedicare la quasi totalità delle tue risorse (economiche, fisiche e mentali) al tuo progetto, quando avrai imparato abbastanza, solo a quel punto, parti. Non ascoltare chi ti darà contro, tira dritto sulla tua strada, con forza e coraggio.

Ora, se mi permetti, voglio condividere con te una lista di 10 consigli frutto della mia esperienza che potranno tornarti utili se ti trovi all’inizio del tuo percorso da imprenditore seriale.

Senza spacciarsi come esperto di sta cippa, ma solamente con l’intenzione di condividere con te una serie di conoscenze apprese con il tempo che io avrei voluto possedere quando ho iniziato.

Partiamo:

1. Leggi tanto. Studia le basi

Ti piace leggere? Bhe se hai risposto no, fattelo piacere. Non è un segreto che tutti gli imprenditori di successo siano avidi divoratori di libri e blog. Non dico che devi finire la biblioteca della tua città come Elon Musk o che devi leggere 500 pagine al giorno come suggerisce Warren Buffett, ma l’apprendimento continuo è la base del successo.

Fonte: Unsplash, licenza Creative Commons Zero

Non sto neanche dicendo che devi leggere centinaia di libri e dimenticarli senza aver messo in pratica nulla eh, attenzione. Vale molto di più aver appreso e testato i concetti di un libro valido che averne finiti 20 senza aver imparato nulla.

Libri cartacei, Kindle o Kobo, non importa con quale mezzo ti trovi meglio, l’importante è acquisire informazioni.

Ad ogni modo, prima di lanciare qualsiasi impresa è fondamentale che tu abbia letto e compreso almeno i seguenti libri: Business model generation di Alxander Osterwalder e The Lean Startup di Eric Ries.

Il primo ti insegnerà ad analizzare la tua idea e trasformarla in un modello di business secondo il framework del Business model canvas. Se vuoi fare l’imprenditore questo libro deve diventare la tua Bibbia, testo fondamentale della religione del Creare valore.

Il secondo ti insegnerà il processo corretto per validare la tua idea e testare il business model sul mercato reale, evitando spargimenti di sangue e suicidi di massa.

Leggili, studiali, mangiaci insieme e portali a letto.

Falli tuoi.

Come? Perché ti ho suggerito le versioni originali se esiste la traduzione italiana?

Questo ci porta al secondo punto.

2. Impara l’inglese

Non importa se Amancio Ortega, uomo tra i piú ricchi del mondo e fondatore di Zara, afferma di aver creato un impero conoscendo solo la sua lingua di origine. Nel mondo di oggi, se vuoi avere successo come imprenditore, devi padroneggiare quella che è considerata ufficialmente la lingua degli affari in tutto il mondo, l’inglese.

Che tu voglia lanciare un prodotto nel mercato Italiano o all’estero, conoscere l’inglese è un vantaggio competitivo imprescindibile.

Sia che si tratti di parlare con persone di rilievo o di consumare contenuto di formazione, questo punto non è negoziabile.

E se proprio hai un avversione per le altre lingue (come la maggior parte dei nostri connazionali), accetta l’idea che non riuscirai mai ad avere successo con qualcosa che vada oltre l’aprire una pizzeria in provincia (e anche là non è detto che non ti serva).

Poi è ovvio che per la legge dei grandi numeri si possono trovare esempi di imprenditori di successo con un inglese livello Shish, ma questi consigli sono intesi ad aumentare le tue probabilità.

Se cerchi la botta di culo c’è sempre il Turista per sempre.

3. L’idea non vale una mazza senza un buon team e una perfetta execution

Come imparerai leggendo The lean Startup, è molto probabile che nel corso del tempo la tua idea iniziale cambierà, trasformando la tua impresa in qualcosa di molto diverso rispetto al concetto iniziale (il cosiddetto Pivot).

Sia che questo accada o no, la verità è che oggi, nel 2017, creare qualcosa di completamente nuovo e rivoluzionario è molto difficile (oltre che rischioso dal punto di vista degli investitori).

Pensi che Facebook sia stato il primo social network della storia, o Dropbox il primo servizio di condivisione in cloud? (Per questo ultimo punto prova a chiedere a Marco Trombetti, mitico fondatore di Pi Campus a Roma).

Questo non vuol dire che non ci sia più spazio per l’innovazione, ma significa semplicemente che, come ho già scritto, il “cosa” senza il “come” e il “quando” è insignificante.

Assicurati di partire con un buon team, composto da persone dotate di capacità complementari, affiatate e con obiettivi di carriera comuni, e vedrai che non importa dove la tua idea iniziale ti porterà o quali problemi si presenteranno.

Se hai le giuste persone il successo prima o poi arriverà, probabilmente in un modo che non avresti mai immaginato.

4. Cerca sempre di capire cosa desiderano le altre persone

Questo consiglio potrebbe sembrare un po’ ermetico, ma ti assicuro che è estremamente importante.

Essere un imprenditore significa avere a che fare con tante, molte, troppe persone.

Che si tratti di colleghi, fornitori, finanziatori o clienti, se vuoi avere successo in qualsiasi trattativa devi sempre provare a metterti dalla parte del tuo interlocutore e chiederti “questa persona che tipo di vantaggio vuole ottenere da me?”

Purtroppo siamo abituati a vedere il mondo solo dalla propria prospettiva, rischiando quindi di avere una percezione falsata delle cose. Le altre persone hanno carriere e vite diverse dalle tue e se vuoi ottenere quello che vuoi da loro dovrai capire esattamente come aiutarle a raggiungerle i loro obiettivi, mentre persegui i tuoi.

Potrà sembrare un discorso da becero venditore à la Brian Tracy, ma ti assicuro che è la chiave di tutte le relazioni.

5. Testa il mercato

Ricorda: nella tua testa la tua idea (e di conseguenza il tuo prodotto) sarà sempre un successo.

Purtroppo, nella maggior parte dei casi questo non è vero. Potrei citarti decine di storie di chi ha speso milioni e anni dietro a prodotti che poi nessuno voleva, scoprendolo quando ormai era troppo tardi.

La cosa più importante quando si crea un prodotto o servizio è scoprire se c’è Traction da parte del mercato, sfruttando una serie di canali a nostra disposizione.

Se il tema ti interessa (in caso contrario chiudi tutto e lascia pure perdere questa storia delle Startup) la bibbia di riferimento è il libro “Traction: How Any Startup Can Achieve Explosive Customer Growth” di Gabriel Weinber.

Anche per questo vale lo stesso discorso degli altri libri consigliati al punto 1 ;)

6. Considera l’idea di lavorare per un’altra startup prima di partire con la tua

Immagina di avere avuto l’idea del secolo e di sentirti pronto a realizzarla.

Problema numero 1: non hai il giusto team.

Problema numero 2: dopo pochi giorni scopri che c’è già un’altra startup che sta realizzando praticamente la stessa cosa.

Invece di dannarti e mandare tutto all’aria, perché non provi a unirti al team di quell’azienda?

Soprattutto all’inizio, quando non hai esperienza, capitali e conoscenze, farsi le ossa in un’altra startup è il modo migliore per partire.

Prova a pensarci: lavorerai in un ambiente giovane e dinamico (veramente, non come nei finti annunci di lavoro copia-incolla), imparerai un’infinità di cose e non rischierai i tuoi stessi fondi.

E poi, se sarai capace di dimostrare il tuo valore e la tua utilità, nessuno ti vieta di chiedere delle quote e diventare uno shareholder, trasformandoti in imprenditore a tutti gli effetti.

Una volta che avrai un bagaglio di esperienza (e possibilmente dopo la tua prima exit) potrai sempre creare la tua seconda startup, poi la terza, la quarta e così via fino al manicomio.

E poi chi lo sa, conosci anche tu la storia delle prime segretarie di Facebook diventate milionarie con il loro 1% no?

7. Prepara sempre un piano A,B e C

Non dimenticare che uno Startupper prima che un imprenditore è un essere umano e in quanto tale è soggetto a stress psicofisico, paure e tensioni.

Investire tutte le tue risorse in un’unica attività si potrebbe rivelare disastroso in caso di fallimento.

Per questo assicurati sempre di avere un piano B e un piano C nel caso le cose andassero male.

Questo si traduce in non investire soldi che non possiedi in capitale di rischio, considerare l’idea di prendere una laurea che ti possa assicurare un bel lavoro in un’impresa solida e creare il tuo network di contatti di qualità.

Reid Hoffman, fondatore di LinkedIn

In questo modo, anche se la tua impresa fallirà non dovrai scappare ad Acapulco per sfuggire ai creditori e avrai le conoscenze e il capitale umano per ripartire da capo.

8. Offri delle quote ai tuoi dipendenti

Stessa storia: non cadere nella trappola del sopravvalutare la tua persona e la tua impresa.

Come molti imprenditori potranno confermarti, la cosa più complicata quando assumi non è trovare persone capaci, ma trattenerle sul lungo periodo.

Non è detto che la tua impresa sia la piú interessante del mondo in cui lavorare. I dipendenti migliori potrebbero sempre scappare altrove se demotivati o non giustamente valorizzati.

Un buon incentivo per farli rimanere è concedere quote oppure stock option della tua società (magari con una clausola che le rende esecutive dal secondo anno di lavoro).

Questa scelta ha due vantaggi evidenti: non solo vincola i tuoi impiegati a non andarsene negli anni, ma al contrario li incita a dare il meglio di se per creare maggiore valore per l’azienda (e di riflesso per loro stessi, in quanto partecipatari agli utili).

In una startup early-stage il team e i primi dipendenti rappresentano l’asset più importante e il venir meno di anche solo uno di loro potrebbe compromettere irrimediabilmente il futuro dell’azienda.

Citando Paul Graham, trovo molto strano come molti CEO siano così generosi di quote con gli investitori e così parchi con i loro impiegati…

9. Non vergognarti del successo

Sembra paradossale che in molti Paesi (soprattutto in Italia), ci si debba quasi vergognare del successo ottenuto con il duro lavoro.

Come conferma Briatore, gli imprenditori che ce l’hanno fatta sono spesso guardati con sospetto e invidia, piuttosto che con il rispetto che meriterebbero.

L’Italia è quel paese strano dove la segretaria di Caprotti viene denigrata per essere stata lautamente ricompensata dopo una vita di lavoro, mentre il vincitore del SuperEnalotto viene considerato un eroe, perchè “è diventato ricco senza lavorare”.

Ecco, in questo caso, non fare l’Italiano.

Rispetta il successo altrui (oltre che il tuo) e piuttosto che provare invidia verso gli altri chiediti sempre cosa puoi imparare da chi ne sa piú di te.

10. Goditi il viaggio

Non puoi sapere come finirà la tua avventura imprenditoriale.

Forse ti ritroverai a dormire sotto i ponti o a mendicare per riappianare i flussi di cassa, oppure potresti essere il prossimo milionario più giovane del mondo.

Ma ricorda, tutto perde di senso se non ti diverti.

Sappiamo per certo che fare Startup PUO’ diventare un massacro, ma in ogni caso DEVI apprezzare quello che fai e sentirti vivo ogni giorno.

Per questo assicurati di lavorare su qualcosa che davvero ti appassiona e non su quello che pensi possa farti diventare ricco il più presto possibile.

Altrimenti che senso ha?

Ultima nota prima di lasciarci. Se hai un occhio attento noterai che tutti i link presenti nei miei articoli che rimandano a risorse esterne non nascondono affiliazioni. Il che vuol dire che, a differenza del 99% dei bloggers là fuori, non mi interessa fare soldi sfruttando la tua passione per questi temi.

Non ho ovviamente nulla contro chi usa i programmi di Affiliazione di Amazon o altre aziende, anzi fanno benissimo a monetizzare il loro pubblico.

Semplicemente non è quello il mio scopo.

Mi piace scrivere di questo mondo per condividere con altri il frutto delle migliaia di ore spese a lavorare, leggere e parlare con altre persone.

Penso che oggi, se vogliamo che il panorama Startup italiano cresca, bisogna prima di tutto diffondere la giusta cultura a riguardo e condividere il proprio sapere è un ottimo punto di partenza.

Per questo se questo articolo ti è piaciuto, se ne condividi il contenuto e pensi possa essere utile a persone che conosci non esitare a condividerlo sui tuoi profili social.

Alimentiamo insieme questa fiamma fin troppo sopita nel nostro Paese e trasformiamola in un incendio divampante di passione per l’imprenditorialità vera.

Perché fare impresa è una scelta di vita, non una moda passeggera.

Un abbraccio,

Alessandro

Grazie per essere arrivato fino a qui :)

Se l’articolo ti è piaciuto ti andrebbe di condividerlo?

--

--