3. Moon

Una serie di situazioni più o meno inventate per raccontare le atmosfere dei filtri di Instagram. [ep.3/moon]

Giorgio M Bologna
3 min readApr 26, 2017

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Una di quelle stazioni radio che trasmettono pezzi anni 90’ — tipo Suzanne Vega — si fa largo tra i suoni di un appartamento.

Comunque, più che una stazione radio è una una casa di riposo per ricordi di gioventù. Tutte quelle canzoni che si parlano tra loro in attesa di essere trasmesse e si ricordano di quando venivano vomitate giù da un palco davanti a migliaia di persone. Adesso qualche generazione dopo, i nipoti passano a trovarle, così per farsi raccontare qualcosa.

Le uova strapazzate sono rimaste incollate all’antiaderente grattata dai cucchiai di ferro, le chicchere del caffè hanno un fondo che potrebbe leggere anche un cieco tanto è incrostato. Non ci sono formiche, solo disordine.
Le cornici appese a casaccio sui muri del salotto inquadrano ancora una copia stampata male delle Ninfee di Monet.

La cosa che da più fastidio al Paluzzi sono i mozziconi spenti tra i residui di cibo. Ma cosa ci vuoi fare se una costina fredda, smangiucchiata, con i suoi succhi rappresi alla base dell’osso ha l’aria di essere il miglior posacenere della storia, per alcuni. Il Paluzzi non ha voce in capitolo a quanto pare.
La costina è il miglior posacenere della storia per Saverio. Dice di sentirsi a contatto con la sua parte selvaggia quando aggredisce un osso con un tizzone ardente. Il Paluzzi definisce l’epica visione di Saverio in modo molto più semplice: “la tua merda di sigaretta spenta sui cazzo di avanzi”

Poi ci sono le calze di Saverio. Ma la faccenda non ha nulla di memorabile se non conosci la collezione di pedalini del Paluzzi.

E le piante in coma. Le piante in coma non sono del Paluzzi e tantomeno di Saverio.
Sono della casa, sono sempre state lì, in quello stato che stanno imparando a parlare solo per chiedere l’eutanasia alla Liliana.
La Liliana è la padrona di casa. Una che ha avuto la botta di culo di ereditare, per il resto continua a fare il suo lavoro e non si gode per niente gli extra. Abbandona le piante, Liliana.

Insieme alle piante in coma la Liliana ha lasciato nell’appartamento in affitto:
- uno stereo plasticoso vinto coi punti del benzinaio (però ha un bel rozio di fondo)
- sette finte-incisioni con annesse cornici uscite da chissà quanti regali riciclati
- la placca da forno ricoperta da uno strato inscalfibile di sugna carbonizzata
- due ventilatori che riproducono alla perfezione il suono di sei/sette elicotteri
- posate assortite male (una in argento, dice l’amico di Saverio. Dai coso, Milo, Mino. Boh.)
- tredici barattoli della Nutella usati come bicchieri
- cuffia della doccia
- spazzolino del wc fresco come Calcutta appena sveglio
- bottiglie di amari fatti in casa
- cartoline delle amiche sul frigo (di cui tre hanno preso fuoco lo scorso settembre)
- una scarpa col tacco (forse era della precedente inquilina, oppure Saverio si veste da donna, ma un piede alla volta)
- musicassetta della Lambada
- ciotola del Mulino Bianco con il mulino e le rondini disegnate
- profumatori per armadi di salvia e canfora
- internet “quello che sapete voi poi come funziona, eh?”
- 3 accendini marca Ciao, scarichi
- gagliardetto della squadra di volley del nipote
- coppa di plastica (sempre del volley)
- articolo che parla della vittoria del volley (ritagliato dal giornale della parrocchia)
- qualche noce
- lampadine di scorta
- tappetino di gomma da mettere in doccia (detto Il Parruccone per via della quantità di capelli ormai incastonata nella plastica)

Non è male, è un po’ come quelle vecchie case del parentado che vengono affittate per le vacanze e dentro ai mobili polverosi, che puzzano di buccia di salame, ci trovi i cimeli, le carte da gioco, la dama con delle pedine che mancano, il mazzo di Uno, il numero dell’idraulico che se lo chiami scopri che è morto da 3 anni. Robe così.
Robe che se ne stanno sospese a osservarti, come dei guardoni che superano il kitsch, delle creature di mondi altri che spiano il Paluzzi e Saverio, mentre loro due si gustano la bottiglia delle feste perché è venerdì. All’Iper era in offerta, scherzi?

No però, forse, a ripensarci: la faccenda dei soprammobili schifosi che ci osservano nelle case vacanze è terrificante. Stephen King.

Chissà cosa ne pensa il Paluzzi di Stephen King.

Leggi i filtri precedenti
ep.1/reyes
ep.2/stinson

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Giorgio M Bologna

Milano based creative director, blackworks scribbler and documentary enthusiast