Frequenza Critica racconta: Life is Strange

Rivisitiamo insieme il percorso della serie delle serie.

Stefano Lucchi
Frequenza Critica
7 min readSep 10, 2021

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Life is Strange Chloe e Max

Come saltuariamente capita, a noi di Frequenza Critica piace ripercorrere l’evoluzione di una serie in preparazione del nuovo capitolo in uscita; visto che oggi arriva nei negozi Life is Strange: True Colors, il sottoscritto ha deciso di ripercorrere i passi della serie di Dontnod.

Ovviamente non saranno fatti spoiler sugli eventi dei vari capitoli della serie, quindi potete continuare a leggere anche se non li avete giocati.

Gli inizi difficoltosi

Dontnod Entertainment nacque a Parigi nel 2008 e il suo primo progetto sarebbe dovuto essere un gioco dal titolo provvisorio Adrift avente per tema centrale il riscaldamento globale e sviluppato per conto di Sony in esclusiva PlayStation 3. Durante la realizzazione del gioco subentrò invece la tematica della memoria, che portò a cambiamenti nello sviluppo del gioco stesso, causando discordanza sulla direzione da perseguire tra il team e la stessa Sony; questa decise quindi di “scaricare” il progetto e costringere gli sviluppatori a trovarsi un nuovo publisher, che si concretizzerà in Capcom. Il gioco venne completato e divenne quello poi noto come Remember Me, che venne accolto tiepidamente da pubblico e critica, portando il publisher a cancellare il seguito la cui sceneggiatura era praticamente già stata scritta.

È in questo contesto difficoltoso che nacque Life is Strange, il gioco che diede la svolta al futuro del team di sviluppo.

Life is Strange: per avere successo bisogna soffrire

Data la situazione precedentemente descritta, il team di Dontnod si trovava in difficoltà economiche, motivo per cui il gruppo dedicato al progetto Life is Strange era inizialmente piuttosto piccolo, andando ad aumentare solamente dopo la chiusura del contratto di distribuzione con Square Enix. Il gioco, inizialmente previsto per essere un titolo completo, divenne per suggerimento della stessa Square un’avventura episodica sulla falsariga dei titoli TellTale che erano andati per la maggiore qualche anno prima. Essa avrebbe raccontato la storia di un’adolescente di nome Maxine “Max” Caulfield che ritornava alla sua città di origine, Arcadia Bay, per poter frequentarne la Blackwell Academy, il college dove si teneva un corso un celebre fotografo. Al suo arrivo la protagonista avrebbe avuto un incontro/scontro con la sua amica d’infanzia Chloe Price, con cui, dopo aver discusso per la mancanza di contatti negli anni in cui Max se n’era andata, avrebbe iniziato a collaborare per ritrovare una ragazza scomparsa di nome Rachel, altra studentessa della medesima scuola nonché amica molto intima di Chloe. Neanche a dirlo la scuola era costituita da un bel ricettario di “figli/e di papà” e sembrava che pressoché chiunque avesse qualcosa da nascondere.

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Praticamente Veronica Mars: The Videogame, ma senza la licenza.

Lo sviluppo del gioco si rivelò quantomeno problematico, tanto che gli episodi che inizialmente era previsto venissero rilasciati mensilmente arriveranno ad accumulare ritardi fino al punto che dal rilascio del primo episodio a quello dell’ultimo passeranno la bellezza di nove mesi. Questo non solo mise un po’ alla prova la pazienza dei giocatori, ma si ripercosse anche sulla storia stessa, il cui sviluppo narrativo da metà gioco in poi iniziò ad andare un po’ fuori dai binari, per venir poi ripreso gradualmente e chiuso in maniera un po’ brutale con due finali discutibili. Forse queste problematiche impedirono al gioco di raggiungere quel picco di notorietà di The Walking Dead, ma ciò nonostante Life is Strange si rivelerà una vera sleeper hit, divenendo molto popolare sulla lunga distanza e andando oltre le aspettative sia degli sviluppatori che del publisher.

Critica e pubblico apprezzarono ovviamente la storia e la colonna sonora — a cui il nostro Alteridan ha dedicato un Videogiochi da Ascoltare qui —, ma anche e soprattutto la meccanica del riavvolgimento del tempo alla base del gioco. Questa, oltre a dare vita ad alcuni puzzle originali, permetteva di vedere le conseguenze delle scelte dei giocatori ed eventualmente di cambiarle, andando di fatto a togliere di mezzo uno dei talloni d’Achille tipici delle avventure episodiche, ovvero il fatto che certe volte non si ha ben chiaro quali possano essere gli esiti delle proprie scelte.

Il successo del gioco fu tale che ne venne tratta una serie a fumetti e venne pianificata addirittura una serie TV, poi mai realizzata; la conseguente decisione di creare un vero e proprio franchise fu pressoché automatica.

La quiete prima della tempesta

La seconda uscita della serie si rivelò essere Life is Strange: Before the Storm, che era ambientato prima degli avvenimenti del primo titolo e raccontava le avventure di Chloe e di Rachel. Il gioco questa volta non fu sviluppato dai Dontnod ma dai Deck Nine, sempre per conto di Square Enix. Sarebbe facile declassarlo a “il gioco degli stagisti”, ma i Deck Nine dimostrarono di saper mettere insieme un’avventura coerente con gli avvenimenti e i personaggi creati da Dontnod e di riuscire a mettere in piedi una storia con momenti emotivamente molto forti nonostante l’epilogo della serie fosse di fatto già scritto.

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Forse un po’ per la sua natura di prequel e un po’ per la mancanza della meccanica di riavvolgimento del tempo che aveva caratterizzato il titolo principale, questa serie prequel ottenne un riscontro buono ma che non paragonabile a quello del capitolo principale. Ancora una volta, comunque, dopo la pubblicazione del primo episodio ci vollero quattro mesi per veder pubblicati i due successivi, standardizzando di fatto una problematica di rispetto delle scadenze che per la serie si rivelerà ricorrente.

C’è da segnalare che questa stagione prequel venne accompagnata da un episodio bonus ambientato prima della stagione stessa che mostrava Max e Chloe ancora ragazzine che giocavano insieme e in cui la prima doveva vincere la difficoltà di annunciare alla seconda il suo inevitabile trasloco.

The Awesome Adventures of Captain Spirit e il vero seguito

Nel frattempo era lecito domandarsi che futuro Life is Strange avrebbe potuto avere, visto che la storia del capitolo originale terminava in maniera perentoria. In risposta a questi dubbi arrivarono direttamente le parole dei creativi di Dontnod, che affermarono che il ciclo di Chloe e Max si era effettivamente concluso ma che quello di Life is Strange avrebbe voluto essere un universo dove raccontare infinite storie legate a personaggi diversi; è con questa motivazione che venne poi annunciato Life is Strange 2, le cui vicende avrebbero visto al centro una coppia di fratelli di origini messicane.

Venne anche annunciato che il gioco sarebbe stato preceduto da un capitolo stand-alone gratuito, The Awesome Adventures of Captain Spirit, un singolo episodio dove il protagonista era un ragazzino di nome Chris. In questo episodio si controllava Chris in uno dei suoi tanti giorni di vita di periferia in cui cercava di tirare avanti nella situazione non propriamente idilliaca dell’essere in compagnia del padre disoccupato e alcolizzato. L’episodio si sarebbe poi ricollegato con la seconda stagione di Life is Strange in uscita di lì a pochi mesi.

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Life is Strange 2, come detto, arrivò nei negozi digitali pochi mesi dopo mettendo in scena le avventure di due fratelli di nome Sean e Daniel Diaz che, a causa di un avvenimento chiave, si ritrovavano a dover viaggiare per gli Stati Uniti con lo scopo di raggiungere il confine con il Messico. I nostri avrebbero dovuto affrontare molti ostacoli amplificati dalla loro giovane età e dalla mancanza di risorse a loro disposizione, avrebbero fatto diversi incontri fondamentali per le loro vite e soprattutto avrebbero dovuto fare i conti con un razzismo ancora fortemente presente negli Stati Uniti odierni con cui forse i due “ragazzi di città” non avevano ancora avuto modo di dover averci a che fare.

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Nonostante i collegamenti con il capitolo precedente e con l’episodio gratuito e nonostante anche la buona ricezione del gioco da parte della critica, neanche questa volta le vendite premiarono il gioco — pur non andando male in generale — e la cosa è imputabile sia al cambio di protagonisti che al fatto di essere un gioco fortemente politicizzato uscito in epoca trumpiana, che si era fatto eleggere con promesse elettorali come la realizzazione del muro di divisione sul confine con il Messico (ovviamente non sto citando questo episodio a caso). Va anche detto che a sfavore del gioco pesò nuovamente il distacco di tempo titanico tra l’uscita di un episodio e l’altro, con un record negativo assoluto del veder passare quindici mesi tra l’uscita del primo episodio (27 Settembre 2018) e l’ultimo (19 Dicembre 2019).

Se voleste saperne di più sul gioco il nostro Bix ne ha parlato qui.

Un futuro colorato

Arriviamo così al presente, con Square Enix ancora impegnata a supportare il franchise. L’annuncio di una remaster del primo capitolo e di Before the Storm (ma di cui è già stato annunciato il rinvio al 2022) ha preparato il tappeto per un nuovo capitolo intitolato Life is Strange: True Colors. Al momento sappiamo che la protagonista si chiama Alex Chen e che si tratta di una ragazza asioamericana anch’essa con dei poteri del tutto nuovi, che utilizzerà per indagare su un brutto avvenimento che la riguarda da vicino. Questo nuovo capitolo è sviluppato nuovamente dai Deck Nine, che avranno così modo di dimostrare la loro bravura su un gioco principale della serie.

Per sapere come sarà questo nuovo capitolo non vi resta che rimanere connessi al nostro portale per la recensione in arrivo nei prossimi giorni.

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