Un po’ più di Saturno, un po’ più di noi

Lo sguardo dei ragazzi sul gigante con gli anelli

Marco Castellani
GruppoLocale
7 min readJun 8, 2017

--

Siamo arrivati. Con questo post, si conclude la carrellata di di estratti dai temi dei ragazzi che hanno partecipato all’edizione italiana del concorso Cassini Scientist for a Day. Dopo esserci occupati di Encelado (nel primo post nel quale ospitiamo anche le varie considerazioni introduttive) e di Titano (nel secondo post), questa è la volta di “sbarcare” — accompagnati soltanto dalla fantasia e l’estro dei ragazzi — sul pianeta vero e proprio.

Insomma siamo su Saturno. Finalmente.

Il secondo pianeta del Sistema Solare, per dimensioni. Un gigante gassoso composto principalmente da idrogeno ed elio, decisamente diverso dal concetto di pianeta che ognuno di noi ha in testa. E poi c’è quella struttura esagonale — così stranamente e rigorosamente esagonale — intorno al polo nord del pianeta. Una conformazione di nubi tanto anomala che non ha eguali in tutto il Sistema Solare. Della quale ancora non si conoscono davvero le cause, peraltro: ci si muove solo tra ipotesi, anche tra gli scienziati.

A proposito, per avere un’idea delle dimensioni: tenete conto che ogni lato di questo esagono, è maggiore del diametro stesso del nostro pianeta. Così, tanto per capire di che razza di gigante stiamo parlando.

Il polo nord di Saturno visto da Cassini, a settembre del 2016. Crediti: NASA

Ma ora è tempo di occuparci degli estratti di alcuni dei lavori aventi come tema questo terzo target. Anche stavolta decidiamo di lasciare ogni valutazione competitiva al concorso vero e proprio, e seguiamo invece una nostra particolare traiettoria. Che è quella di percorrere in maniera morbida alcuni dei tratti più curiosi e intriganti dei vari elaborati. Davvero, anche laddove ci permetteremo di scherzare un po’, sarà sempre e comunque con grande rispetto e immutata simpatia.

Sarà insomma, con la consapevolezza di orbitare intorno ad una delle cose più delicate preziose dell’universo: la fantasia dei più piccoli, e la loro voglia di conoscere, di capire. Una cosa magica e misteriosa, da tutelare sempre, da trattare con grandissima ed amorevole cautela.

Ma ecco, anche il pianeta con gli anelli è sempre stato considerato uno degli oggetti celesti più magici. Non c’è quasi bisogno di dirne il nome; qualsiasi disegno, qualsiasi immagine ci fa immediatamente capire di cosa ci stiamo occupando. Sono gli anelli, ovviamente, a fare la differenza. Si capisce. E magari ad aprire a possibili collegamenti letterari (già percorsi o ancora da percorrere, non fa nulla).

Quando si parla di Saturno, ai più viene in mente il libro di Tolkien, il Signore degli anelli. Non ho letto il libro, ma quando penso a Saturno rivedo l’immagine di questo astro maestoso e misterioso circondato da anelli. (Constanza de Mattio)

E’ la stessa Costanza che più avanti registra una evidenza che va ben oltre Saturno, ma ci riguarda direttamente, riguarda un’aspetto specifico della natura umana (che rimane la cosa più interessante dell’universo, in fondo).

La convinzione di qualcosa esercita un potere assoluto sulle decisioni, come la Luna sulle maree.

Sul fascino di questo pianeta, peraltro, non si discute. Sulle sue caratteristiche peculiari, nemmeno. Tanto che alle volte possono perfino essere materia di “scandalo”, per chi se ne deve occupare: per quanto esorbitano dalle spiegazioni comuni, ci spingono ad un pensiero “diverso”. La citata forma esagonale delle nubi intorno al polo nord, è solo un esempio.

Quello che scandalizza gli astronomi e gli astrofisici di tutto il mondo é la perfetta forma esagonale del ciclone e la natura sconosciuta dell’energia che lo genera. (Matteo Revelli, Flaminia Zurzolo).

Ma inutile deviare dall’evidenza: per i più, Saturno vuol dire soprattutto anelli. E sul ruolo degli anelli, lo sappiamo, è stato già detto moltissimo. Tuttavia, ci sono delle prospettive particolari — potremmo anzi definirle quasi “alimentari” — che forse non tutti hanno già contemplato.

Fin da piccole questo è stato il nostr0 pianeta preferito, non c’è un motivo preciso, probabilmente ad attirarci sono stati gli anelli che ha intorno, pensavamo: “Chissà se sopra ci si può camminare o addirittura mangiarli”; da piccoli non si sa con precisione cosa sia un pianeta, ma usando la fantasia sicuramente su Saturno ci siamo già state. (Yana Agostinelli, Giada Barlocci, Alice Petrilli, Chiara Tottorotò).

Ma a parte le giuste esigenze nutrizionali, c’è qualcosa dell’indagine dello spazio, qualcosa che la rende importante davvero. Che viaggiare nello spazio è comunque sempre un po’ viaggiare dentro di sé, è imparare cose nuove, anche nuovi modelli di convivenza. Nello stesso elaborato, più avanti si può leggere infatti che…

E’ stato un lavoro davvero interessante, grazie a questa opportunità abbiamo ampliato le nostre conoscenze, ci siamo confrontate e abbiamo scoperto che non è sempre facile lavorare insieme, ma ora conosciamo un po’ di più di Saturno e anche di noi!

Imparare lo spazio è imparare noi stessi, in fondo.

Non sembri tutto così facile, comunque. Il viaggio verso Saturno è un’impresa che — per quanto proiettata in un lontano futuro — rimane qualcosa di veramente arduo. Non è fuori luogo percorrerla con qualche esitazione. Del resto i disagi sono molti, lo sappiamo. E la mancanza di cibo fresco non può che essere una ulteriore pena, per i poveri astronauti…

Che fifa, sembra normale ma non lo è. Mi chiedo perché proprio io, in tutto il mondo, proprio io? Ho paura di tutto, ma soprattutto di tutti. Ho paura che la mia navicella spaziale non riesca ad arrivare nello spazio. Ho paura di non riuscire a sopportare l’assenza di gravità e i raggi solari. Ho paura che mi venga la nausea spaziale, perché mi danno delle cose poco buone
da mangiare. (Derick Augusto Nicoletta)

A conforto può accorrere anche il pensiero dei grandi scienziati di epoche passate, ai quali ci si rivolge anche per avere lumi. Sempre la stessa persona annota che …

Ora sono io a poter scegliere dove indirizzare gli
strumenti a disposizione sulla mia navicella spaziale
e una domanda che mi pongo è quella di sapere dove li
avrebbe indirizzati Galileo Galilei

Fondamentale, dunque, la presenza permanente dei grandi. Anche per affrontare e sconfiggere le proprie paure. O almeno per addomesticarle, farsele un po’ amiche.

Ora però c’è da allargare lo sguardo. C’è infatti da esaminare le cose da un’altra visuale. Siamo un po’ troppo antropocentrici, alle volte. E non ce ne accorgiamo. Per esempio, chi ci pensa mai a loro, ai pianeti? Chi si pensa ai sentimenti di Saturno, per dire? Se solo lo lasciassimo parlare, potremmo scoprire cosa pensa, cosa sente…

Caro diario..
È da tanto che non mi sfogo con qualcuno, ma penso sia giunto il momento di farlo.Ti ricordi di me? Sono quella sfera gigante abitata dai saturniani che hanno dimenticato quanto io sia importante per loro. Sono conosciuto fin dall’antichità come il secondo pianeta per dimensioni del Sistema Solare.

Insomma è una rivendicazione di importanza, in piena regola (e con pieno diritto). Ma c’è di più. C’è anche un’aspetto di denuncia, che non possiamo esimerci dal rilanciare, in questa sede:

… ogni tanto su di me si verificano violente tempeste ed atti vandalici da parte dei saturniani, i quali mi sfruttano in modo poco intelligente considerando l’alta percentuale di analfabetismo che gli affligge.. I saturniani, pur se ignoti alla terra, sono molti, crescono rapidamente, si curano poco di me e non sanno che senza di me sarebbero perduti…

La qual cosa rilancia un tema interessante, allargandolo a dimensioni cosmiche: avere cura del proprio pianeta, non è (più) una preoccupazione solo dei terrestri. E che dire della sovrappopolazione, dell’analfabetismo? Pensavamo forse a malesseri tutti terrestri, ma i ragazzi ci rilanciano in una prospettiva più ampia, decisamente.Si potrebbe dire, peraltro, che ogni mondo è paese.

Ma poi, insomma: ci sono davvero questi saturniani? Più in generale, ci sono davvero forme di vita extraterrestri? C’è chi ha una sua precisa idea, al riguardo.

Con questa scoperta viene meno il mito-leggenda degli extraterrestri, ovvero di forme di vita anche non umane simili alla nostra. In realtà, i vari avvistamenti che ci sono stati nel corso degli anni nei più disparati punti della Terra e fatti anche collettivamente, a volte da centinaia o migliaia di persone, mi avevano già indotto a credere nella esistenza di forme di vita diverse dalla nostra e anche più evolute. Ora, però, con questa nuova scoperta la possibilità di incontrare esseri diversi da noi da una remota fantasia è diventata quasi una realtà. (Luca Massimetti)

Ci fermiamo qui in questa carrellata. Vogliate perdonarci se tante cose non possiamo citarle: il post diventerebbe semplicemente troppo lungo. Il viaggio intorno a Saturno e alle sue Lune si avvia alla conclusione, come la stessa Cassini si avvia ormai alla fine della sua gloriosa missione esplorativa. Ma come ogni vero viaggio, anche questo non ci lascia come eravamo partiti, ci lascia sicuramente più ricchi. Ci lascia dentro qualcosa che nessuno ci potrà togliere.

Quel sapere “un po’ più di Saturno, un po’ più di noi” è forse la vera ragione che ci ha messo in viaggio. La vera ragione per ogni vero viaggio.

Ed è la ragione per non smettere mai di viaggiare. Con la fantasia, con il corpo, con l’immaginazione. Lo spazio (interno, esterno) è enorme, le cose da conoscere sono ancora moltissime. Ognuno metta nel suo zaino quello che possiede: i ragazzi la fantasia e l’ardore, gli adulti la conoscenza, la misura, la tecnica.

Insieme, soltanto insieme, potremo andare lontano.

--

--