Dieter Klaus Finger

Uno dei 100.000 disoccupati della DDR nel campo edile.

Giada Farrah Fowler
I BAMBINI DI GOLZOW

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Bocciato al primo anno di scuola, Dieter, nato il 27 agosto 1953, è il più grande dei bambini di Golzow.
Distratto fin dalla prima elementare, era la disperazione degli insegnanti, che lo misero nel banco accanto a Petra, la più brava della classe, per
tenerlo d’occhio ed invogliarlo ad impegnarsi un po’ di più.
Studiava poco ed affrontava con leggerezza i doveri, non era a suo agio a scuola e infatti la abbandona senza rimpianti dopo l’ottava classe.

A casa sono in otto ed è il più grande anche tra i suoi fratelli; i genitori sono mungitori. Vorrebbe diventare falegname, seguendo le orme dello zio.
Dopo l’apprendistato alla cooperativa di Wriezen trova lavoro nell’impianto di essiccazione di Golzow ed il suo compito ricade nelle “mansioni varie”: non è un lavoro appagante, ma nemmeno denigrante. Nella grande scacchiera della collettività il suo ruolo è quello del cavallo.

Tra il 1972 e il 1975 si arruola come soldato volontario; tre anni sono lunghi ma cerca di non sprecarli, traendo il meglio da quell’esperienza. Voleva entrare nella Marina Mercantile, per ampliare i propri orizzonti, vedere finalmente il mondo e fare nuove esperienze; diventa capo sommozzatore, ma non riesce a farsi assumere dalla Marina, né ad andare in Vietnam.
Trova invece lavoro come carpentiere a Francoforte sull’Oder, dove gli è stato assegnato un appartamento di nuova costruzione. Nel settore delle costruzioni manca personale, così va ad abitare in città, anche se rimarrà sempre legato alla campagna.

Si sposa con Anita Ursula Schimmelpfennig, infermiera, si impegna per poter avanzare presto sul lavoro nella cooperativa socialista che lo ha assunto, ottiene una casa e un posto al nido per la figlia Dana.

Nel giorno del suo venticinquesimo compleanno c’è un gran fermento per la notizia del primo cosmonauta cittadino della DDR pronto alla missione nello spazio a bordo della Soyuz 31 sovietica, Sigmund Jähn.
Le preoccupazioni di Dieter sono però molto più terrene: c’è l’intenzione di allargare la famiglia e l’appartamento da due camere non basta più.
Nel 1981 sua moglie scrive due volte di nascosto al Consiglio di Stato, riuscendo ad ottenere un appartamento con la terza stanza a Neu-Beresinchen, città-dormitorio di Francoforte. Con Thomas ora sono in quattro: il numero delle teste continua a superare quello delle stanze!

Anita lavora in una casa di cura per anziani e infermi, un mestiere pesante e
complicato, per il quale serve molta forza di volontà e di cui Dieter sa poco e niente. Lui è diventato l’uomo di fiducia della sua squadra così nel 1984 viene inviato a lavorare nella RFT per la costruzione della pista di atterraggio a Francoforte sul Meno e il 18 maggio 1987 è uno dei pochi lavoratori della DDR che ha l’occasione di partire per l’estero: va in Libia a costruire silos per il grano, nell’altopiano vicino Derna nella Cirenaica.

Nel 1989 suo padre si ammala e non può più lavorare. Ci sono problemi in famiglia, perché Anita sopporta male le lunghe assenze dovute al mestiere di Dieter: ha perso il controllo, è ingrassata molto, sente il bisogno di una famiglia più unita; rimangono tuttavia insieme, nonostante le difficoltà.
Intorno a Natale lui lavora a Berlino ovest; alla prima elezione della Germania Unita al Bundestag del 2 dicembre 1990 non ha votato: in passato lo avrebbero punito. Sta per arrivare il terzo figlio, un
bambino voluto.

Nel maggio 1992 troviamo i coniugi Finger a Mayrhofen, in Austria. Non sono qui in qualità di turisti: frequentano un seminario, con l’intenzione di avviare un’attività in proprio. La bandiera col diamante appesa alla parete della sala ci rivela che la ditta in questione è la Amway: tutti possono farcela con il metodo americano.
Incalzato dalle domande del regista, spiega che per fare un lavoro del genere si deve imparare a diventare un certo tipo di persona, pensando positivo, che non esistono prodotti migliori all’est, e che volere è potere. Vorrebbe permettersi una casetta col giardino, una Mercedes 500, un viaggio in Canada o in Australia. Sogni che però svaniranno nel giro di poche settimane.

Dana è cresciuta molto. La decima classe per lei sarà l’ultima. La sua scuola è a Lebus, abita dai nonni ed ha una camera tutta sua. Il suo ragazzo, Mirko, vorrebbe fare il muratore; lei vorrebbe diventare truccatrice, ma è un corso a pagamento ed i suoi genitori non possono permetterselo.

La DDR ha venduto la sua forza lavoro ad aziende dell’Ovest: quella in cui lavora Dieter adesso è una delle più grandi nel settore, non licenzia durante l’inverno, fornisce abbigliamento adeguato e paga quelli dell’est con la tariffa occidentale.
Nell’estate del 1997 finalmente torna ad abitare in campagna. Intere generazioni hanno contribuito alla bonifica dell’Oderbruch, ma quando la troupe arriva a filmarli sembra di stare in una laguna: il livello del fiume si è alzato di molto e c’è paura di un’inondazione.
Un chilometro più a valle l’esercito lotta per salvare un pezzo di diga, cercando di costruire velocemente un argine provvisorio per creare una zona di allagamento controllato, alle spese di 18 fattorie. Camion di ogni tipo portano sabbia 24 ore al giorno; la famiglia di Dieter è costretta a vivere in mansarda con i mobili accatastati. Anche per un tipo come lui diventa difficile non spaventarsi.

Fortunatamente tutto si risolve per il meglio, ma subentra l’incubo della
disoccupazione: nell’ottobre 1988 deve lasciare il cantiere, ed è uno dei 100.000 tedeschi dell’est che hanno perso il lavoro nel campo edile. Fra l’autunno del 1988 e il settembre del 1989 vengono approvate quasi 90.000 domande di espatrio, un’enormità rispetto alle cifre degli ultimi decenni.

Per qualche tempo farà il cuoco, poi verrà riassunto dalla stessa ditta ma non con la stessa paga. Anita verrà a sua volta licenziata, daranno via la casa per lavorare a Ovest.
Nel 2007 Dieter il carpentiere vive a Bielefeld e lavora in Austria.

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Giada Farrah Fowler
I BAMBINI DI GOLZOW

Opinion leader, socia Aci, trascrittrice braille, testimone oculare, insegnante di cockney. Un'infanzia tormentata e un'adolescenza anche più dolorosa.