Il sistema scolastico unitario socialista

La scuola nella Repubblica Democratica Tedesca.

Giada Farrah Fowler
I BAMBINI DI GOLZOW
6 min readMay 4, 2014

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Osservando i bambini di Golzow è possibile desumere importanti informazioni sull’organizzazione del sistema scolastico proposto nella DDR. Tentiamo ora di dare un quadro più organico della politica scolastica della Repubblica Democratica Tedesca.

A partire dal 1949 si può affermare che la politica culturale nella Germania dell’Est abbia riprodotto in modo abbastanza fedele il modello dell’educazione sovietica e della pedagogia marxista.

Dopo che il 2 dicembre 1959 si approdò alla legge sullo sviluppo socialista del sistema scolastico, che ampliava l’obbligo generale scolastico a dieci anni, il 25 febbraio 1965 fu approvata la legge sul sistema socialista di istruzione unitaria.
Oltre all’indirizzo scolastico unitario valido per tutti i ragazzi fino al sedicesimo anno di età, che andava dall’asilo nido alla conclusione della scuola politecnica decennale, tale legge disciplinava la totalità delle strutture scolastiche: la scuola secondaria superiore, la formazione professionale, gli istituti professionali e superiori, le università ed infine le forme di qualificazione per gli adulti.

Organizzazione del
sistema scolastico

Fino ai tre anni i bambini erano ammessi all’asilo nido (kinderkrippe); dal terzo anno d’età potevano frequentare il giardino d’infanzia (kindergarten); di qui ai sei anni compiuti, passavano alla scuola.
La scuola decennale politecnica di formazione generale costituiva la scuola dell’obbligo che tutti i ragazzi erano tenuti a frequentare.
Era così articolata: livello elementare (classi I-III, unterstufe), medio (classi IV-VII, mittelstufe) e medio superiore (classi VIII-X, oberstufe).

Gli insegnanti del grado elementare dovevano frequentare un corso di 4 anni presso una scuola professionale superiore, quelli dell’ultimo un corso quadriennale in due determinate discipline presso l’università o in un istituto superiore.

Concluso il decennio dell’obbligo la maggior parte dei giovani frequentava un corso, normalmente di 2 anni, di formazione professionale (berufsausbildung) che conferiva la qualifica di operaio specializzato.
Un’altra possibilità era rappresentata dalla frequenza, pure biennale, di una scuola secondaria superiore (Erweiterte Oberschule) che preparava ad uno studio successivo e che si concludeva con la maturità. Esisteva anche la formazione professionale con maturità (Berufsausbildung mit Abitur) che nel corso di tre anni abbinava la qualificazione professionale e il diploma di scuola secondaria superiore.
Si potevano frequentare infine determinate scuole professionali superiori che preparavano a specifici campi di attività (medico, pedagogico, artistico).

Condizione indispensabile per poter accedere ad istituti professionali di indirizzo tecnico ed economico era il possesso di una qualifica professionale.
Determinante era il fatto che, conclusa la scuola dell’obbligo, nessun giovane accedesse “senza qualifica” al mondo del lavoro; ad ognuno era riservato un posto di apprendistato o un’altra forma di istruzione corrispondente alle sue effettive capacità.

Tutte le strutture pedagogiche della RDT erano controllate dallo Stato, che metteva a disposizione tutti i mezzi finanziari. Non esistevano scuole private. L’accesso a tutte le forme di istruzione era gratuito, dall’asilo all’università. La fornitura del materiale didattico e dei libri di testo veniva ugualmente finanziata dallo Stato.

Per il bambino in età prescolare i genitori versavano (dati dell’anno 1979) un importo giornaliero di 0,50 marchi per il vitto, mentre l’assistenza era gratuita. Alle famiglie numerose tale importo veniva ridotto o interamente abbuonato. Più avanti, ad esempio nelle scuole superiori professionali e nelle università, lo Stato assegnava borse di studio, paragonabili a una sorta di salario studentesco che nessuno era tenuto a risarcire.
Circa l’87% degli studenti che nel 1978 frequentarono a tempo pieno l’università o un istituto superiore ottennero una borsa di studio che, pur non essendo cospicua, rappresentava in ogni modo una significativa agevolazione in termini di diritto allo studio.

Per quanto riguarda le vocazioni tardive, cioè l’esistenza di giovani che scoprono dopo l’età scolare il proprio interesse allo studio, non esistevano vicoli ciechi: non c’era decisione presa che non potesse essere successivamente corretta.

Dopo il biennio di formazione professionale si offrivano numerose possibilità di perfezionamento come, ad esempio, la qualificazione a capo-operaio o la frequenza di una scuola professionale superiore che consentiva, una volta ottenuto il diploma, di iscriversi ad un istituto superiore. In questa sede erano stati istituiti corsi preparatori per operai specializzati interessati a proseguire gli studi della durata di un anno che si concludevano con la maturità, conseguibile anche frequentando i corsi serali organizzati dalle università popolari.
Queste ultime offrivano una svariata gamma di corsi di lingue, corsi preparatori per scuole superiori professionali e università e corsi di perfezionamento in diverse discipline.
Molti operai, giovani e meno giovani, sfruttavano la possibilità di uno studio per corrispondenza, cui potevano dedicarsi parallelamente al lavoro.

Dalla Costituzione della Repubblica Democratica Tedesca
Articolo 25:
(1) Ogni cittadino della Repubblica Democratica Tedesca ha ugual diritto all’istruzione. I centri di formazione sono aperti a tutti. Il sistema socialista unitario d’istruzione garantisce ad ogni cittadino una coerente istruzione, formazione e riqualificazione.
(4) Nella Repubblica Democratica Tedesca è obbligatoria per tutti la frequenza della scuola decennale politecnica d’istruzione generale. In casi particolari questo tipo di istruzione può essere portato a compimento nelle istituzioni per l’istruzione professionale o in quelle che integrano l’istruzione dei lavoratori. Tutti i giovani hanno il diritto ed il dovere di imparare un mestiere.
(5) Per i minorati psichici o fisici esistono scuole ed istituzioni speciali sia per minori che per maggiorenni.
(6) La soluzione di tali compiti viene assicurata dallo Stato e da tutte le forze sociali in solidale opera d’educazione e d’istruzione.
Articolo 26:
(1) Lo Stato garantisce la possibilità del passaggio al grado d’istruzione successivo fino agli istituti superiori ed alle università conforme al profitto di chi studia, alle esigenze sociali e tenendo il debito conto della struttura sociale della popolazione.
(2) La frequenza della scuola è gratuita. Sussidi scolastici e mezzi didattici gratuiti vengono concessi secondo criteri sociali.
(3) Studenti che frequentano direttamente università, istituti superiori e di specializzazione sono esentati dalle tasse rispettive. Borse di studio e sussidi vengono concessi secondo criteri sociali ed in base al profitto dimostrato.

Nella società socialista, anche nel campo dell’istruzione, come del resto in ogni altro settore della vita, veniva applicato e realizzato il principio della pianificazione. In base alle possibilità ed alle esigenze economiche dell’intera società nel suo sviluppo si programmavano gli strumenti, i modi e le condizioni necessari per realizzare gli obiettivi della politica scolastica.
La quota del bilancio statale devoluta annualmente al settore educativo aumentò progressivamente dai 4.964 milioni di marchi del 1968 ai 9.539 milioni del 1978: ciò equivale all’incremento, in un solo decennio, del 92%, ossia quasi a un raddoppio.

Se precedentemente era consuetudine terminare gli studi all’ottava classe, si lavorò affinché nelle campagne i ragazzi potessero ricevere la stessa istruzione che veniva impartita in città. Le discriminazioni nei confronti delle ragazze, dei figli degli operai e dei contadini erano state superate.

L’economia pianificata non si limitava ad assicurare ad ogni giovane una formazione professionale qualificata, ma gli garantiva anche — concluso l’apprendistato — un posto di lavoro corrispondente. La certezza di ottenere un posto adeguato alla qualificazione non si traduceva nel fatto che l’iscrizione agli istituti superiori ed alle università o alle scuole professionali superiori fosse illimitata.
Il bisogno di personale qualificato nei diversi settori veniva accertato annualmente e, in base alle richieste, venivano pianificati i posti disponibili per i vari indirizzi di studio.
Chiaramente ciò imponeva di dover operare, in determinati casi, a una selezione tra più candidati, ad esempio nell’ammissione al livello preuniversitario o per determinati indirizzi. Criteri di scelta erano il principio del merito e la valutazione complessiva della personalità del candidato: dipendeva quindi dal singolo e soprattutto dai suoi risultati, la realizzazione delle sue scelte professionali.

Indebite barriere che in passato precludevano i più alti centri del sapere a determinati gruppi, ad esempio ai bambini delle aree rurali, furono eliminate.

Nel 1979 la struttura sociale degli studenti universitari rifletteva grossomodo la struttura demografica del Paese: circa il 55% degli studenti provenivano da famiglie operaie o contadine, circa il 60% era rappresentato da ragazze.

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Giada Farrah Fowler
I BAMBINI DI GOLZOW

Opinion leader, socia Aci, trascrittrice braille, testimone oculare, insegnante di cockney. Un'infanzia tormentata e un'adolescenza anche più dolorosa.