Storia del più antico cantiere navale italiano… e dei suoi giganti del mare

Come l’Italia è diventata il primo esportatore al mondo di giganti sull’acqua? Un viaggio tra ingegno e mito con Fincantieri

L'Italia delle Navi
italiadellenavi
5 min readJan 14, 2020

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L’avvio del cantiere di Castellammare di Stabia. Credits: Fincantieri

Siamo a fine 1500 e a Castellammare di Stabia sono già numerosi i cantieri navali artigianali. C’è chi realizza semplici barche da pescatore e chi è in grado di realizzare imbarcazioni più sofisticate. La città fiorisce intorno al mare, ma sarà solo nel XVIII secolo, esattamente nel 1783, che Giovanni Eduardo Acton (al secolo Sir John Francis Edward Acton) ministro della marina (1779–1789) e segretario di Stato di Napoli durante il regno di Ferdinando IV, getta le basi di quello che passerà alla storia come il cantiere navale di Castellammare di Stabia, uno dei primi dell’Italia moderna e il più antico tuttora in attività.

La prima costruzione navale a Castellamare di Stabia è stata il vascello Partenope, varato il 16 agosto 1786 e rimasto in servizio presso la Real Marina del Regno delle Due Sicilie fino al suo affondamento del 1799.

Varo della Partenope nel quadro di Jakob Philipp Hackert. Credits: Wikipedia.

Il Partenope rappresenta un momento importante per il cantiere navale: per la sua realizzazione è stata realizzata la cosiddetta sala a tracciare, un’area che consentiva di realizzare dei modelli 1:1 dei vari pezzi della nave che venivano successivamente costruiti e assemblati.

Per ordine del re di Napoli Gioacchino Murat, il cantiere è stato ingrandito dopo il 1808, in modo da permettere la costruzione di più imbarcazioni allo stesso tempo. Nel diciannovesimo secolo sono diversi i vari delle navi che avvengono a Castellammare di Stabia, dal vascello Capri al Vesuvio, dalla pirofregata Farnese alla pirocorvetta Etna, ma è il 1900 che porta un progresso tecnologico senza precedenti. Il risultato è una meraviglia del mare: l’Amerigo Vespucci.

Lo scafo dell’Amerigo Vespucci è del tipo a tre ponti principali, continui da prua a poppa (di coperta, di batteria e di corridoio), più vari ponti parziali (copertini)
L’equipaggio è composto da 264 militari, di cui 15 Ufficiali e 30 Sottufficiali

Varato nel 1931, l’Amerigo Vespucci è l’unità più anziana in servizio nella Marina Militare. Nel giugno dello stesso anno il veliero si è aggiunto al gemello Cristoforo Colombo, di tre anni più anziano, costituendo così la “Divisione Navi Scuola” al comando dell’Ammiraglio Cavagnari. Dal punto di vista tecnico-costruttivo l’Amerigo Vespucci è una nave a vela con motore; dal punto di vista dell’attrezzatura velica è “armata a nave”, quindi con tre alberi verticali, trinchetto, maestra e mezzana, tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prua, a tutti gli effetti un quarto albero. L’unità è inoltre fornita di vele di taglio: i fiocchi, a prua, fra il bompresso e il trinchetto, gli stralli, fra trinchetto e maestra e fra maestra e mezzana, e la randa, dotata di boma e picco, sulla mezzana. [Informazioni tecniche da Marina Militare]. “Non chi comincia ma quel che persevera”: questo il motto della nave assegnato nel 1978, parole che confermano la vocazione alla formazione degli allievi ufficiali dei ruoli normali dell’Accademia navale.

Durante la seconda guerra mondiale, il cantiere di Castellammare di Stabia dedica la produzione alla Regia Marina. In questo periodo vedono la luce alcune corvette classe “Gabbiano” e l’incrociatore leggero Giulio Germanico. Proprio il secondo, affondato dai tedeschi mentre difendeva il Cantiere di Castellammare, e ricostruito nel dopoguerra, diventò un cacciatorpediniere con il nome di San Marco (D 563). Dagli anni ’50 in poi, il cantiere intensifica la collaborazione con la Marina Militare. Tra le imbarcazioni più prestigiose segnaliamo l’incrociatore lanciamissili portaelicotteri Vittorio Veneto (C 550).

Il Vittorio Veneto, in servizio dal 1969 al 2003

In servizio dal 1969 al 2003 ed ex nave ammiraglia della Marina Militare, l’incrociatore Vittorio Veneto misurava 179,6m di lunghezza (quasi due campi da calcio!) per 19,4m di larghezza; era dotato di una rampa missilistica Mk.10 a prua, cannoni antiaerei al centro e un ponte di volo a poppa, capace di far operare due elicotteri pesanti Sikorsky SH-3D Sea King o Agusta-Bell AB 204. In quasi 35 anni di servizio, il Vittorio Veneto ha partecipato anche a diverse operazioni umanitarie, come il soccorso e recupero di un migliaio di profughi vietnamiti che fuggivano dal loro paese durante la “Missione Vietnam” del 1979.

Arriviamo così agli anni ’80 quando Fincantieri assume direttamente la guida del cantiere navale. Castellammare di Stabia continua così la produzione di navi e privilegia la costruzione di traghetti. Un esempio importante è quello dello Scilla, traghetto ferroviario varato nel 1985 e parte di una classe di tre gemelle, ordinate dalle Ferrovie dello Stato nell’ambito di un progetto di rinnovamento della propria flotta per il trasporto di rotabili ferroviari e di veicoli gommati. Ma è nel 2017 che iniziano i lavori di un vero e proprio gigante del mare, che detiene il titolo di più grande nave militare italiana della storia Repubblicana: il Trieste.

La nave Trieste ha avuto come madrina la figlia Laura del presidente della Repubblica Sergio Mattarella [Fonte: https://www.ilmessaggero.it/]

Varata nel 2019, Nave Trieste è l’unità d’assalto anfibio multiruolo e multifunzione, destinata a diventare la futura ammiraglia della flotta della Marina Militare. Concepita nella Sala Progetti dello Stato Maggiore della Marina, è un’unità definita del tipo LHD (Landing Helicopter Dock) per le sue capacità d’impiego di aeromobili e mezzi anfibi, grazie alla disponibilità di un ponte di volo e un bacino allagabile interno alla nave. Lungo circa 214 metri, il Trieste può raggiungere una velocità massima di 25 nodi ed è dotato di un sistema di propulsione del tipo CODLOG (COmbined Diesel-eLectric Or Gas) che utilizza la propulsione elettrica per le andature a basse velocità, in linea con la politica ambientale della Marina Militare (“Flotta Verde”). A gennaio 2020, il Trieste è arrivato alla Spezia per terminare il proprio allestimento a Muggiano, nello stabilimento di Fincantieri specializzato nell’allestimento delle navi militari. La consegna definitiva è prevista per il 2022, per operare al fianco della Brigata San Marco.

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