[I libri del crepuscolo]: i consigli di gennaio

Kara Lafayette
M E L A N G E
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9 min readJan 15, 2021

Nuovo anni, nuovo mese, nuovi libri che noi, loschi figuri di Melange, abbiamo pensato di consigliarvi. Con sommo impegno e spirito di sacrificio, combattiamo la procrastinazione del “questo lo leggo dopo e intanto sono passati dieci anni” e l’accumulo ossessivo compulsivo di libri che poi tanto non leggeremo mai. Basta. Spolveriamo i nostri ereader, i libri accatastati (male) nelle nostre librerie e leggiamo. Cosa, nella fattispecie? Il mese di gennaio, seguendo la sfida di SonoSoloLibri (Ambra, proprietaria del suddetto blog, insieme al suo socio Lucio) è dedicato a:

UN HO/GO/WE INTERNAZIONALE

Pronti per la sfida? Prendete appunti, si parte!

Il consiglio di Kara Lafayette:

Il profumo, di Patrick Süskind, è un romanzo del 1985. Credo di essere rimasta una delle poche anime al mondo a non averlo ancora letto (mentre scrivo sono quasi a metà). Piccola e breve storia personale. Questo libro giace sul bracciolo del mio divano da circa un anno. Desideravo leggerlo da tempo, ma questa volta non era solo una faccenda di procrastinazione. Il profumo è soprattutto un regalo. Ho tergiversato perché è stato pensato per me dalla mia amica Frà, la mia amica che non c’è più. E ogni volta che lo guardavo mi faceva male lo sterno. È arrivato un po’ di tempo fa tra le mie mani grazie a Fausto (seguite CineFatti, spero?), al quale dedico questo mese (oltre che a Lei, naturalmente). È talmente scritto bene che vorrei mandarle un vocale per dirle che non riesco più a staccarmi. Capisco perfettamente perché lo amasse tanto. Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, Il profumo è una storia di formazione di un serial killer, nella Francia del XVIII secolo. È la storia di Jean-Baptiste Grenouille, un aborto mancato, un rifiuto umano, che sviluppa un’abilità sorprendente nel creare profumi, attraverso un’incredibile olfatto. Lo scopo ultimo della sua vita è quello di creare il profumo perfetto, unico, in grado di prostrare l’umanità ai suoi piedi.

Esiste la trasposizione cinematografica del 2006, Profumo — Storia di un assassino, di Tom Tykwer. Il film è piuttosto fedele al romanzo, non lo rivedo da anni, ma non lo ricordo con piacere. C’è anche una miniserie tedesca di sei episodi del 2018, Profumo, diretta da Philipp Kadelbach. Prende solo spunto dal romanzo, la storia è ambientata ai giorni nostri e secondo me è ben fatta e intrigante. Se non l’hanno tolta la trovate su Netflix.

“Quando passò sotto il Pont au Change, senza far rumore, senza urtare contro i piloni, venti metri sopra di lui Jean- Baptiste Grenouille stava andando a letto. Un tavolaccio era stato sistemato per lui nell’angolo di fondo del laboratorio di Baldini, e ora ne ne prese possesso, mentre il suo padrone d’un tempo stava galleggiando lungo disteso giù per la fredda Senna. Si appallottolò piacevolmente e si fece piccolo come una zecca. Con il primo sonno s’immerse sempre più a fondo in se stesso, e fece un ingresso trionfale nella sua cittadella interna, sull’alto della quale sognò una festa vittoriosa di odori, un’orgia gigantesca con vapori d’incenso ed esaltazioni di mirra, in onore di se stesso.”

Il consiglio di Davide Mana:

Narciso Nero, di Rumer Godden (Bompiani, 2018). Un romanzo che usa i modi del gotico per mostrare il confronto fra due civiltà incompatibili.

Nel 1934, cinque suore arrivano in una sperduta località alle pendici dell’Himalaya, con l’incarico di fondare una scuola e un ospedale in quello che era un tempo il palazzo dell’harem del principe locale. L’unico altro occidentale nella regione è Mr Dean, un uomo cinico e disilluso, che non dà alle monache molte speranze.

La fede e gli ideali delle cinque donne verranno messi alla prova in un feroce ed inesorabile processo di annientamento.

Da questo romanzo sono stati tratti il film di Powell & Pressburger del 1947, e la miniserie della BBC del 2020.

“Le Sorelle lasciarono Darjeeling l’ultima settimana di Ottobre. Erano venute per stabilirsi nel palazzo di Mopu che apparteneva al Generale, e che d’ora in poi sarebbe stato chiamato Convento di St Faith. L’anno passato era stato chiamato Collegio del Santo Salvatore ma, quando la Confraternita se ne era andata dopo appena cinque mesi, era tornato ad essere semplicemente il Palazzo. Gli indigeni non lo avevano mai chiamato altrimenti…”

Il consiglio di Bruno Bacelli:

Perdido Street Station, di China Miéville.

New Crobuzon è una città sterminata, corrotta e impura, dove sta per avvenire qualcosa di drammatico. Del resto è sempre così. La città vive di rassegnazione annoiata ma instabile, che si può trasformare da un momento all’altro in cieca violenza. New Crobuzon, in un intreccio di elementi irreali, ripropone, superandola, l’inquietudine e l’alienazione della metropoli del mondo moderno.

“Abbassò le mani mentre la parte interna della bocca cercava di afferrare il cibo che la mascella esterna tratteneva saldamente. Isaac guardava il grande scarabeo iridescente che era la testa della sua amante divorare la colazione. La guardava inghiottire, vedeva la gola muoversi a scatti nel punto in cui il pallido basso ventre di insetto si congiungeva armonioso al collo umano… non che lei avrebbe accettato una simile descrizione.”

Il consiglio di Francesca Von Franzenstain:

Il Maestro e Margherita, di Michail Bulgakov.

Sinossi:

Uno degli esempi più riusciti di satira politica, Il Maestro e Margherita racchiude più linee narrative, che fanno da pretesto a un’amara critica alla società e alla politica della Russia degli anni ’30, di cui Bulgakov fu lui stesso vittima. Nella prima parte del romanzo, si narra l’arrivo del diavolo a Mosca, con il suo seguito di grotteschi e perfidi assistenti, e la serie di eventi strani e surreali che seguono la sua venuta. Incontriamo il Maestro e Margherita nella seconda parte, e la loro tormentata storia d’amore potrà avere una felice risoluzione solo proprio grazie all’intervento del diavolo e dei suoi seguaci. I temi toccati sono molti: dalla libertà di pensiero alla lotta fra materialismo e spiritualità, dal rapporto fra bene e male fino a un’aspra critica alla decadenza umana e sociale dell’epoca moderna, il tutto raccontato con ironia e cupo umorismo.

“Qualcosa di male, mi permetta, si nasconde in coloro che evitano il vino, il gioco, la compagnia di leggiadre fanciulle, le conversazioni conviviali. Questa gente о è gravemente malata oppure segretamente odia il prossimo. In verità, ci sono delle eccezioni.”

Il consiglio di Germano Hell Greco:

Draculea, Racconti e documenti di veri o presunti atti di vampirismo, di Autori Vari.

Quest’antologia è un’opera introduttiva alla figura del vampiro, letteraria e storica. Estratti da documenti, dissertazioni e saggi ufficiali, si alternano a racconti meno conosciuti ad essa dedicati.
Dalle nebbie del mito, della paura e dell’ignoranza, il vampiro esce dalla sua sepoltura per tormentare i viventi, succhiare loro il sangue (che è vita) e portarli con sé, in cimiteri bui e polverosi. Ha percorso la storia tra superstizione e credenza popolare, rafforzandosi ogni qual volta un saggista abbia ritenuto opportuno inserirne uno stralcio, a completamento della propria guida compilata, dedicato a lui.
Una lettura, quella di Draculea, che ci prende per mano e ci accompagna lungo i secoli “bui”, le traduzioni dei testi affidati a donne, l’edizione — splendida — accompagnata da fantastiche illustrazioni, per un libro da collezione.

“In uno spazio illuminato dalla luna passò la figura di una giovane ragazza, che li guardò come se stesse per fermarsi ma poi cambio idea, sorrise dolcemente, e sparì alla vista nell’oscurità circostante. La luna illuminò i suoi occhi e i suoi denti, che brillarono,; il resto del corpo era nell’ombra”

Il consiglio di Andrea Lupia:

Alle montagne della follia, di H. P. Lovecraft.

Una spedizione fra i ghiacci polari riserva agli esploratore una sgradita sorpresa. All’interno di una caverna giacciono i corpi giganteschi e congelati di esseri mostruosi.

“In quel momento il dominio della ragione sembrava irrefutabilmente scosso perché quei labirinti avevano delle configurazioni che escludevano ogni tipo di rifugio confortevole del razionale.”

Il consiglio di Lucia Patrizi:

Confessione, di Kanae Minato.

La professoressa Moriguchi, insegnante di scienze in una scuola media, un giorno entra in classe e annuncia che sta lasciando il proprio lavoro: non può andare avanti dopo la morte della figlia, annegata “accidentalmente” nella piscina della scuola l’ultimo giorno dell’anno scolastico precedente.

Solo che la morte non è stata accidentale, e l’insegnante sa chi sono gli assassini della bambina, sa che fanno parte dei suoi studenti e si limita a chiamarli A e B. Non è sua intenzione, tuttavia, denunciarli, quanto attuare un’atroce e lentissima vendetta.

Confessione, da cui è stato tratto anche un omonimo film nel 2010 (consigliatissimo) è un romanzo di una crudeltà a tratti insostenibile, che toglie al lettore tutte le sue certezze e lo priva di una reale distinzione tra buoni e cattivi, cambiando in continuazione il punto di vista attraverso cui la storia viene narrata. Purtroppo in Italia è fuori stampa da un bel po’ e non esiste un’edizione kindle nella nostra lingua, ma lo si trova usato con una certa facilità.

“Credo che per ogni criminale, persino per quelli più spietati e crudeli, sia necessario un processo. Ed è necessario non tanto per il criminale di turno, quanto piuttosto per noi persone normali, al fine di ridurre il rischio di spingerci ad agire d’impulso e incorrere in gravi errori. Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo il desiderio di ricevere il plauso altrui, o meglio di destare l’ammirazione del prossimo. Il problema è che non è affatto facile compiere azioni buone e lodevoli. Dunque quale potrebbe essere il metodo più semplice per attrarre l’attenzione generale?”

Il consiglio di Nicola Laurenza:

Nascita e morte della massaia, di Paola Masino

Io propongo un libro che è inclassificabile, dimenticato troppo spesso e che non ha avuto la fortuna tardiva capitata a scrittori pure weirdissimi come Landolfi. Parlo di “Nascita e morte della massaia” di Paola Masino: la storia (se così si può chiamare) di una donna (la massaia del titolo) che da bambina vive in un baule non volendo uscirvi, fino a quando non viene buttata dalla madre in un ballo di società per trovare marito ed è costretta suo malgrado a misurarsi con le aspettative di una società borghese, provinciale e maschilista. È un libro del 1945, ma clamoroso per lo stile di Paola Masino: di volta in volta passa da monologhi interiori a scambi teatrali, è una feroce e femminista distruzione del rapporto di coppia, del matrimonio e della maternità immersa in deliri surrealisti e simbolici. Perla rarissima.

“Si sentiva orribilmente offesa da quanto avrebbe dovuto vedere, aveva voglia di addentare le mani al marito, sfondare quei muri, strangolare i cani, dare fuoco alle garze della bambina. Una stanchezza avvolgente, estranea a lei, da fuori la prendeva e la squassava. Temeva molto di mettersi a gridare e il pensiero dentro le gemeva: “Come vorrei in questo momento, subito, tornare alla nascita, rientrare nel ventre della madre come in una caverna, percorrerla, ritrovare il seme del padre riconfondermi in lui e con il seme riassorbirmi nel sangue dell’uomo che mi ha espressa, rifatta uomo rientrare nella madre di lui e così d’uomo in donna di donna in uomo tornare a nascere primo, spontaneo; cercarmi una materia diversa, ferma, senza mutamenti, poter consistere come una foglia o come il mare, vedere se davvero il peccato ci era necessario.”

I consigli di novembre e dicembre

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