Accesso a Medicina in Italia. Deve cambiare il test o la testa?

#testmedicina

salvo fedele
Chi più sa… meno crede

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Nel gruppo facebook “salviamo il nostro SSN” in questi giorni un acceso dibattito sui test di ingresso in Medicina. Molte le soluzioni proposte.
Questo il testo del mio intervento. Può essere utile leggerlo?

Il sistema che cita Piersante Sestini è un sistema che funziona all’interno di un processo “sano”. Le mini-interviste cui fa riferimento Piersante fanno parte di un processo multiplo in cui al primo posto c’è la valutazione del curriculum scolastico del candidato e presuppone una cosa assolutamente fondamentale: la credibilità dell’Istituzione Universitaria in questo processo.

Le Università UK possono permetterselo
1) Perché il processo di valutazione del curriculum scolastico è unico per tutte le scuole superiori ed omogeneo per tutto il territorio nazionale
(I testi degli esami vengono valutati da una agenzia esterna indipendentemente dalla scuola che hai frequentato)

2) Perché nessuno osa semplicemente pensare in UK che una istituzione universitaria si renderebbe colpevole di favoritismi nel processo delle mini-interviste cui però si arriva dopo una serie di valutazioni:
- analisi del curriculum scolastico
- analisi delle motivazioni scritte dal candidato nello statement in cui si chiede l’iscrizione
- analisi del curriculum extrascolastico del candidato: per esempio esperienze nel volontariato, e nell’area di supporto alle cure)

3) Perché le mini-interviste sono strutturate secondo un modello personalizzato e indipendente dall’università: le mini interviste di Dundee sono molto diverse da quelle dell’UEA e così via e il test attitudinale non viene considerato vincolante ma un elemento di tutto il processo (il test attitudinale utilizzato è un test di intelligenza “camuffato” piuttosto che un test di analisi di nozioni)

4) Il successo cui fa riferimento Piersante in tutta la bibliografia di validazione di efficacia viene misurato in funzione esclusivamente del completamento degli studi. L’università dice in questo modo che il supporto pubblico che ha ricevuto per formare il medico non è stato disperso perché i candidati hanno completato gli studi nei tempi previsti nella tot percentuale (in UK non esiste il concetto di fuoricorso). All’università che valida le mini interviste non viene in mente di dire “ho scelto i migliori in questo modo” ma soltanto: “ho scelto quelli che hanno avuto successo”.

5) Il sistema prevede degli elementi di correzione per l’equità che non sono lontanamente pensabili in Italia. Uno dei dibattiti più belli che ho letto è quello su come evitare la disumanizzazione degli studenti di medicina. Molte università tra le più prestigiose hanno aperto dei corsi in cui una piccola percentuale di accesso è riservata ai ragazzi che vengono da situazioni di svantaggio sociale.
Lo fanno perché dicono “selezionando solo con i modi classici si impoverirebbe l’umanità dei medici che formiamo!” e uno dei modi più facili per disumanizzare è formare “insieme” soltanto medici che vengono tutti dagli strati sociali privilegiati di una società

Signori siamo semplicemente in un altro mondo.

Da tutti questi elementi si può facilmente dedurre che senza una scuola e una università credibile non si va da nessuna parte e non si possono fare paragoni o affermare “le mini interviste sono la soluzione”

E ricordo infine che il concetto di fuoricorso non esiste principalmente perché la didattica non è una invenzione affidata all’arte personale del docente ma un processo validato continuamente.

Bisognerebbe evitare quando si discute di queste cose molto serie, anche se soltanto su facebook, di fare riferimento a battute come quelle che ho letto sull’anatomia.

L’anatomia è dura in ogni parte del mondo ma se uno vedesse una sola volta nella vita (come ho avuto la fortuna di vederlo io) come si studia a Dundee si renderebbe conto dell’inopportunità di ridere dei poveri studenti italiani che continuano a studiarla come nel medioevo

PS: Nel processo multiplo di cui ho parlato sopra ho dimenticato il referee: il docente che “raccomanda” il candidato all’istituzione. Sono delle lettere di presentazione in cui si tracciano qualità e difetti del candidato in maniera obiettiva e impietosa ma non si trascurano mai le qualità umane attraverso percorsi concreti realizzati nella vita scolastica e nelle esperienze extra-curriculari

Riassumendo e in sintesi estrema:
1. Ogni università in forza della sua credibilità fa le mini-interviste che decide di fare (molto poche rispetto al numero dei candidati che hanno chiesto l’accesso)
2. La cosa in UK funziona in termini di successo scolastico non in senso di efficacia nell’aver scelto i più adatti
3. Un sistema attento all’equità può esserci solo dove c’è una scuola credibile che fa attenzione davvero alla legalità del suo percorso. La scuola Italiana è il principale veicolo dell’illegalità dominante (si pensi per esempio a come viene “letto” in termini etici prima che legali il plagio in Italia rispetto a tutto il resto del mondo civile)
4. Nessun test in un sistema credibile può sostituire i meriti acquisiti sul campo (curriculum scolastico e curriculum extrascolastico)
5. Quando si discute di riforme in Italia, qualche genio continua a pensare che basta sostituire un test con un succedaneo per risolvere il problema e in questo modo si allontana sempre di più l’Italia dall’Europa e non solo…

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salvo fedele
Chi più sa… meno crede

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)