Franco Panizon

il ricordo di un amico

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Originally published at plus.google.com. 17/10/2012 by @salvo_fedele

Scritto il 17/10/2012, poche ore dopo la morte del professore, il post che riproduciamo più sotto mi è venuto in mente mentre scrivevo pochi giorni fa l’irriverente citazione della “vecchia anima massimalista” nel post dedicato alla Strana Italia e allo strano Medico e Bambino di oggi.
Panizon mi manca. Manca alla pediatria italiana la sua voce.
Mi sono chiesto come sarebbe intervenuto nel dibattito che abbiamo proposto proprio in questi giorni sui rapporti tra produttori di latte adattato e pediatri.
E come avrebbe dato una mano concreta per superare il punto di vista dominante secondo cui il problema è solo cronaca.
Da tempo cerco di scrivere tenendo bene in mente il suo equilibrio intellettuale. (salvo fedele)

Da qualche ora è morto Franco Panizon.
Non è facile scrivere di lui, del suo straordinario temperamento e del rapporto che ha saputo tenere con tutti i pediatri italiani.

Non è facile scrivere di tutto questo e di altro ancora, mantenendo un rapporto onesto con la scrittura e la parola: il minimo che si deve al Franco Panizon che ho conosciuto e amato.

E straordinario il silenzio del web di queste ore, nessuno osa scrivere di lui probabilmente per non essere banale. Sono sicuro che ogni suo amico, non solo i pediatri ma i tanti amici di tanti settori della conoscenza umana e delle arti che praticava (la pittura, la narrazione) sta riordinando le idee e i ricordi e non ha voglia di trasferirli in parola scritta. Non ha voglia o semplicemente non riesce.

Le emozioni sono talmente forti che soltanto chi lo ha conosciuto può capire la difficoltà di trasferirle in parola scritta. La parola ha bisogno di parole chiave per potere esprimere queste emozioni, ma le parole chiave non riescono a raccogliere tutta la straordinaria complessità di quest’uomo buono e giusto. Di quest’uomo che ha saputo anche sbagliare nelle scelte quotidiane mantenendosi buono e giusto.

Franco Panizon ha fatto tanti errori nella sua vita, ma quello che per un uomo normale sono errori e basta, nella vita di quest’uomo si sono trasformati in germogli che hanno dato vita a mille potenzialità diverse.

Franco Panizon valorizzava ogni essere umano che veniva a contatto con lui, lo valorizzava a tal punto da far sentire importanti persino persone insignificanti, persone come me, come molte altre che lo hanno circondato.

Tutti erano davvero importanti per lui. Non solo persone senza potere, ma anche persone senza spessore culturale e/o scientifico. Sapeva andare oltre ogni convenzione e sapeva leggere nelle persone quello che nessuno avrebbe potuto. E in ciascuno trovava potenzialità di ogni sorta.

Si dice che Franco Panizon abbia fatto scuola in pediatria lasciandoci Medico e Bambino, i suoi scritti, i suoi disegni e tanto altro ancora. Io direi che Franco Panizon ha plasmato ogni essere umano che ha conosciuto restituendo dignità e potenzialità anche a chi non ne avrebbe mai avuto se non l’avesse incontrato.

In questo Franco Panizon era davvero un buon pediatra. La sua più grande lezione (non a caso uno dei suoi interessi più forti era quello delle neuroscienze) è proprio questa: l’invito a crescere liberi, liberi di realizzare le nostre potenzialità, liberi di essere sé stessi, contro ogni convenzione, contro ogni genere di appartenenza, contro ogni limite della nostra intelligenza o della nostra sensibilità. Liberi di conoscere l’uomo che è in noi.

Liberi da tutto se non di quella sacra umanità che ancora appartiene a ciascuno di noi, anche al più acerrimo nemico che è in noi. Quella umanità che ci deve rendere buoni e giusti, come pochi al mondo sanno ancora essere, come pochi al mondo hanno saputo essere davvero.

Questo è il Franco Panizon che è nel cuore di ciascuno di noi e che resterà nel cuore dei nostri figli.

Grazie amico mio di avermi offerto la tua conoscenza.

Originally published at plus.google.com. 17/10/2012

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