Pensiero
trascendente
Tempo di epidemia, tempo di riflessioni e ripensamenti…
Beh, dai, non facciamola così tragica. Tutto sommato cosa capita di così grave? Ci si ammala, e si lavora lo stesso. E allora? A quanti altri succede?
Si visitano quei 40–45 (magari anche 50) bambini in un giorno, si risponde ad altrettante telefonate (forse più), si è costretti ad un tour de force che stroncherebbe un toro ma in compenso…
In compenso cosa?
In compenso ci sono i suoi vantaggi.
Nell’ordine… nell’ordine… vabbè dai, adesso non mi viene in mente nulla, ma sicuramente nell’equilibrio cosmico anche questo accadimento avrà un suo senso, un significato che le nostre menti un po’ ristrette non sono in grado di cogliere. In una parola: dobbiamo sviluppare un pensiero trascendente.
Chessò, avrebbe mai potuto Alberto Sordi inventare un personaggio come il Dottor Tersilli se non fossimo costretti ad un po’ di super lavoro?
E poi senza qualche difficoltà non ci sarebbe motivo di interrogasi sulle questioni tipiche dell’esistenza umana: ma che ci sto a fare? ma ha un senso tutto questo? ma non era meglio se facevo il pasticcere? Cose così, esistenziali appunto.
[un uomo trafelato che più trafelato non si può]
O ora dall’esistenzialismo alla prassi, basta rimanere connessi.
Avete visto il manifesto del Blog?
Bello, vero? Un cantiere perenne, tanto per rendere chiaro a tutti che non saremo mai un prodotto editoriale finito.
☺
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