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6 min readDec 27, 2014

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Un confronto con Sandro Bianchi

Originally published at webm-org.blogspot.it. 8/12/2006

Carissimi
l’altra sera ho incontrato per la quinta volta tutti i membri del gruppo (3 colleghe specializzande, 2 colleghe ospedaliere ed 1 pediatra di famiglia).
Il gruppo funziona bene: tutti hanno desiderio di continuare e sono molto desiderosi di imparare e crescere.
Tutti hanno dato un buon contributo (…)
Tutto, quindi, va a gonfie vele.

Ma è proprio qui la mia difficoltà: ho bisogno di sapere gestire obiettivi formativi che non conosco e, per ora, tutto è volato… sull’onda della novità abbiamo visto i VOD di Enrico sul varismo, di Maria Grazia sul Crohn ed ancora la presentazione di Enrico sulla meningite meningococcica (…)
È andato tutto benissimo, ma ora ho bisogno di metodo, di obiettivi formativi, di capire le modalità più idonee per interpretare le dinamiche di gruppo

Tutte cose nuove e che non conosco.
(…)

Tutti gli incontri si sono svolti con grande partecipazione (sono sempre andati a casa dopo le ore 1–1,30)

Ma quanti errori avrò fatto? E ora come proseguo?
Ho bisogno del vostro aiuto!
Buon fine settimana a tutti.
Sandro Bianchi

Sandro, errori?
Posso dirti le cose buone che hai fatto

1) tenere un diario (forse non avresti mai pensato di scrivere queste cose) e invece semplicemente scrivere quel che succede, rileggere, immaginare la necessità di un percorso, di una progressione, passare a tutti i partecipanti i propri appunti del percorso fatto è una ottima cosa (…)

obiettivi possibili:
- distribuire la responsabilità di scrivere questo diario tra i partecipanti?
- (…)

2) hai sottolineato nelle tue riunioni un aspetto fondamentale della nostra attività: gli approfondimenti metodologici sono una necessità (per risolvere i problemi) e non studio astratto. La formazione sul campo parla di problemi concreti che il gruppo “assume come propri”. Quando si discute di cose concrete, l’apprendimento di un adulto va alle stelle. Nei congressi il medico viene trattato come uno scolaretto che deve apprendere nozioni alla stessa maniera di quel che succede nelle scuole superiori o all’Università. Il caso, non sarà mai il tuo caso. Qui ciascuno si sente (è) corresponsabile della gestione concreta di fatti che cambiano la vita delle persone. Ci diamo una mano e impariamo dai problemi che ognuno sottopone al gruppo.
Avresti mai pensato prima all’utilizzo pratico dei concetti di epidemiologia clinica e di EBM per la conduzione di un caso con anemia e reticolocitosi?
La diagnostica differenziale dell’ultimo caso che hai presentato è stata invece condotta utilizzando concetti fondanti dell’epidemiologia clinica e dell’EBM (…)

obiettivi possibili:
Conserva nella memoria del gruppo questo caso e immagina di metterlo in un recipiente che via via si andrà riempendo di altri esempi da cui potrai attingere per costruire un percorso metodologico di riepilogo di
- introduzione alla tabellina 2x2
- relazione tra il concetto di specificità e concetto clinico di patognomonico
- etc

Sono esempi concreti di obiettivi educativi…

Se distribuisci il percorso teorico nel gruppo, ragionando su pochi casi potrai fare un congresso interno (vero!). Capisci adesso perché utilizziamo i report sintetici? Raccogliamo gli spunti metodologici, li conserviamo, li riprendiamo quando ci servono per costruire un percorso comune (un curriculum condiviso)

la valutazione dell’apprendimento sarà fatta attraverso la condivisone delle conocenze raggiunte (valutazione formative in opposizione a valutazione pass/fail)

e poi ancora … gli outcome learning
metodologici: ho affrontato la diagnosi differenziale di …, con la stessa metodologia utilizzata nel caso di …
di contenuto: sai quel caso banale di anemia sideropenica, ho controllato i reticolociti, sono effettivamente aumentati all’inizio poi si sono stabilizzati, non li avevo mai utilizzati prima, ma dappertutto c’è scritto che sono il marker ideale per monitorizzare l’efficacia della terapia con ferro…)

3) le dinamiche di gruppo: hai cominciato dalla cosa più importante, appuntamenti a data fissa. Non dimenticare però che sei a casa tua, non puoi tenere le persone fin che ti pare: l’una di notte ogni volta apre crisi familiari (fidanzati e mariti cosa penseranno di te?). Poche regole da rispettare: orario di chiusura chiaro e condiviso (dopo potete andare a mangiare una pizza se vi pare, ma chi arriva deve sapere anche quando va via e con certezza).

obiettivi possibili:
Non sottovalutare mai il ciclo vitale dei partecipanti: uno dei problemi principali della formazione sul campo è questo: rischia di prenderti troppo e così chi ti sta vicino ha difficoltà a capire.
guadagni di più con queste riunioni?”
“ti pagano forse lo straordinario?”
“che tipo è questo …?”

In particolare le donne di un gruppo di formazione sul campo rischiano di più, tu avrai difficoltà a capire, ma tra loro debbono sostenersi anche in questo.
Rispettare il ciclo vitale non significa aprire interminabili dibattiti sui massimi sistemi, significa “operare nel rispetto del ciclo vitale di tutti i partecipanti”
- Cerca di evitare di trasformarle in “kamikaze delle riunioni”.
- Impara a rispettare le loro esigenze anche quando la loro disponibilità va oltre le loro effettive possibilità.
- Ricorda che una donna in media legge dieci volte di più di un uomo, ma è costretta a partecipare di presenza 10 volte di meno.
- Nella nostra società l’esigenza di una donna di raggiungere elevate qualità professionali è ancora vista con sospetto. Non sarà necessario che tu lo ricordi, la crisi ci sarà lo stesso, il “dolore” o “i sensi di colpa” non saranno minori.

Ormai il nostro gruppo ha relazioni personali consolidate.
Se dovessi dire qual è la migliore garanzia del nostro futuro come gruppo, sceglierei questo: i figli di Enrico sono anche figli miei. Roberta e Chiara (le figlie di Caterina) sono cresciute assieme a Laura e Francesca (le mie figlie). Rino (il marito di Daniela) in più di un’occasione è stato per me come un fratello. E così via
Qualsiasi cosa possa succedere chi potrà cancellare queste relazioni consolidate?
E se qualcuno o qualcuna vuole tenere separata la sua vita familiare dalla vita sociale del gruppo, rispetta anche lei/lui. Semmai incoraggia con i fatti questa esigenza personale.

4) Non ti senti all’altezza di tutto questo? È il migliore inizio, non ti verrà difficle chiedere aiuto. Distribuire responsabilità è la difficoltà più grande di chi si sente sempre all’altezza: “se lo faccio io è migliore…”
È la morte di un gruppo di formazione sul campo.
Il cordinatore è al servizio di un gruppo… e la migliore maniera di essere al servizio è valorizzare le qualità e le attitudini di ognuno.

obiettivi possibili
Dopo 4 casi discussi insieme potrai dire:
- Adesso chi prova a definire gli obiettivi educativi che dobbiamo raggiungere?
- Quali sono gli aspetti metodologici comuni che ci hanno aiutato?
- Chi prova a sintetizzare le modalità di ricerca bibliografica che abbiamo utilizzato?
- Chi ha la responsabilità di tenere un diario delle prossime due riunioni?
- etc

Questi temi saranno argomento di una riunione metodologica del gruppo umbro il…

Spezzare il percorso dei casi con una riflessione terorica una tantum, vi aiuterà a programmare e poi non sarà più … perdita di tempo (uffa la teoria…!)
Imperarerai a utilizzare le tecniche di progettazione, l’utilità degli indicatori di qualità: indicatori di avanzamento, indicatori di partecipazione, indicatori di partecipazione attiva

È una strada troppo lunga?
Sì: è soltanto la nostra vita professionale.
Un pezzo rilevante della nostra vita.
Salvo Fedele

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