Il cappello parlante di Hanry potter

Il cappello del problema

salvo fedele
Comunità & Pratica
4 min readAug 9, 2013

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Sono davvero molte le modalità con cui un caso o un problema viene sottoposto inizialmente all’attenzione di una comunità di pratica (CDP)

Semplificando al massimo:

- Un Problem Solving (una descrizione dettagliata del procedere di una diagnosi differenziale con tutti i feedback che ri-definiscono il problema: da quelli offerti dalla letteratura a quelli definiti dal semplice procedere del caso e dei risultati ottenuti)

- Un Evento Critico (la descrizione cioè del vissuto emotivo prevalentemente “individuale” di una situazione particolarmente coinvolgente)

- Una Descrizione narrative dei fatti (non necessariamente sovrapponibile alla descrizione di un evento critico)

- Un Problem Based Learning (PBL) …

Spesso non è semplicissimo distinguere tra queste differenti modalità. Tanto più che una presentazione di un problema alla CDP non nasce sempre con il “cappello” che la definisce nello schema giusto

E ancora i luoghi in cui il problema o il caso viene per la prima volta definito caratterizzano molto la definizione schematica cui ho fatto riferimento nel primo paragrafo.

Una descrizione (per quanto asettica) di una rianimazione effettuata per strada rappresenterà sempre un caso narrative. Difficile però non includerla tra gli eventi critici della propria esperienza professionale e a buon diritto tra gli eventi critici vissuti in comune dalla CDP.

Nello stesso tempo quella stessa descrizione sarà occasione (quasi inevitabile) per rivivere insieme un “apprendimento comune”, una lezione che viene dalla vita professionale di uno di noi: un Problem Based Learning appunto…

Un PBL? Una lezione insomma!

Non proprio, non solo perché ascoltare una lezione asettica sulla rianimazione ha senza dubbio un effetto molto diverso sulla memoria individuale e collettiva di quella di rivivere i passaggi e gli atti di una rianimazione attraverso gli atti concreti, i dubbi, gli errori inevitabili fatti “dal vivo”, ma anche perché quei dubbi “vissuti” spalancano necessità di approfondimenti individuali e collettivi da colmare insieme…

La ricca bibliografia che definisce il PBL ha un difetto di base:
è scolastica! Quasi che il PBL fosse un’escamotage didattico…
Nello stesso tempo questo difetto è un pregio per chi si avvicina a questa tecnica per la prima volta: Il PBL è infatti utilizzato dalle istituzioni che si dedicano davvero alla didattica in una modalità fredda e distaccata, ma il PBL tutto è tranne che freddo e distaccato.
Il PBL è l’essenza “calda” dell’apprendimento di un professionista…
Il momento in cui hai fretta di sapere, per evitare conseguenze sul tuo paziente…
La fretta però è nemica del sapere.
Meglio dunque (e subito) una distinzione operativa tra PBL che devi assolutamente conoscere e PBL che potrai affrontare con calma… al momento giusto

Inevitabilmente oltre che “i luoghi” fisici o virtuali in cui nasce la presentazione è il sentire individuale di chi racconta e/o di chi è subito coinvolto nella narrazione dei fatti che caratterizza le differenti definizioni iniziali. Il coinvolgimento emotivo è molto diverso se racconti il caso di Tourette di un tuo nipote o leggi di un case report conclusosi con questa diagnosi.

La diagnosi differenziale (in realtà il problem solving) sarà molto diversa se letta asetticamente attraverso le altisonanti parole del trombone di turno o se “vissuta” rigo per rigo attraverso la ricostruzione della sequenza dei dubbi che vivi realmente…

Ecco! Il nucleo principale che caratterizza l’apprendimento in una CDP è il vissuto comune della realtà che una descrizione distante non può darti, e che nello stesso tempo ti permette di leggere la letteratura in modo molto diverso da quello offerto da un semplice rapporto individuale… Leggere insieme la letteratura medica restituisce a fredde descrizioni quella umanità di cui si blatera come necessità…

Da un PBL poi possono nascere molti e differenti “prodotti editoriali”, ma è la storia di questi percorsi e non la semplice inclusione in una differente rubrica che restituisce memoria vera al medico che legge.

Chi realizza riviste per professione è assillato dal dubbio della rubricazione degli articoli, chi fa parte di una CDP è affascinato dal caos dei percorsi della memoria.

Chi si avvicina con fretta alla vita di una CDP è spaventato dalla complessità della memoria che in quel luogo si pratica ogni giorno.Ma è la vita reale di un medico che restituisce semplicemente complessità.

Il successo di alcuni prodotti editoriali italiani è lo specchio del dramma non solo “didattico”, ma “assistenziale” di questo paese…

Cari pediatri italiani… data un’occhiata al mondo!

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salvo fedele
Comunità & Pratica

pediatra a Palermo; mi piace scrivere, ma cerco di non abusare di questo vizio per evitare di togliere tempo al… leggere (╯°□°)