Facciamocela ‘na risata, và!
Una terapia efficace e gratuita
La risata è contagiosa ed è l’unico contagio benvenuto (soprattutto di questi tempi!), quindi voglio parlare di quanto faccia bene ridere.
In medicina cinese la risata è il suono che esprime la buona e sana energia dei meridiani di CUORE e di INTESTINO TENUE. In effetti quando ridiamo con soddisfazione anche noi occidentali diciamo “ridere di cuore” e… ci teniamo la pancia!
Inutile dire che è facilissimo trovare, per esempio sul web, quali sono i benefici della risata. Ovunque vengono menzionate più o meno le stesse cose: fa bene alla circolazione sanguigna, abbassa i livelli di ansia, allena e ravviva il cervello, rinforza il sistema immunitario … e tanto altro.
Tutti conosciamo Hunter Doherty “Patch” Adams, il medico che ha ideato la clownterapia e che ha fondato il Gesundheit! Institute (in tedesco e yiddish significa salute) per proporre, insieme alle terapie mediche tradizionali, anche terapie alternative.
Queste ultime si basano sull’uso del sorriso e della risata per contrastare lo stato di stress, per promuovere il benessere psicofisico, per prendersi cura del paziente in quanto persona. Osservandolo in maniera olistica (non solo dal punto di vista medico), si possono individuare le sue passioni e i suoi interessi, ma anche le sue fragilità e i suoi blocchi fisici ed emotivi.
Quando l’operatore accoglie tutti gli aspetti della persona, dando loro il giusto valore, consente a quest’ultima di percepirsi senza giudizio. È questa la chiave che permette il riconoscimento dei propri bisogni e la possibilità di dare fiducia alle figure professionali che ci assistono.
L’operatore nella relazione terapeutica dovrebbe proporre attività che fungono da “pausa” dal dolore, pur senza negarlo. Chi ride prova felicità, e chi è felice, in un contesto di malattia (ma non solo), prova una maggiore spinta nel guarire.
Come è mio solito fare, invito a ricorrerre all’esperienza personale: Quanto rido? Come mi sento quando rido? Lo faccio di cuore? Cosa succede al mio respiro? Come sta il mio corpo dopo una bella risata? Quanto posso lasciarmi andare alla voglia di ridere? Mentre rido lo faccio pienamente o sento un qualcosa che mi impedisce di farlo in libertà? Mi capita di ridere da solo e, se ci riesco, lo faccio di gusto?
Nelle mie classi di movimento bioenergetico l’invito alla risata è uno degli esercizi che propongo per mobilitare il diaframma e per “lasciare andare la “pancia”! Il più delle volte non si trova un buon motivo per ridere e allora suggerisco di “far finta”, anche se questa finzione è difficile da attuare. Nella maggior parte dei casi, però, la risata forzata si trasforma in vera e liberatoria. A fine esercizio, tutti si sentono meglio e più in sintonia.
A proposito del “forzare il corpo a fare qualcosa” voglio riferirmi a come viene citato Wiliams James (1842–1910), uno dei maggiori psicologi americani, da Amy Cuddy che ne parla nel suo libro “Il potere emotivo dei gesti”:
In bioenergetica l’identità funzionale tra mente e corpo è qualcosa che prevede reciprocità tra l’una e l’altro, ma il suggerimento di partire dall’esperienza corporea che influenza la mente lo trovo molto interessante perché… il “corpo non mente”.
Maria Stallone Alborghetti, nella prefazione del capitolo “L’insostenibile colpa della felicità” nel suo libro “Bioenergetica per tutti” (il link è alla fine dell’articolo), ce lo spiega così:
Impariamo, quindi, a dare attenzione ed importanza alle esperienze corporee, le uniche che possono dirci concretamente “dove stiamo e come ci stiamo” e, di conseguenza, cosa è possibile fare per stare bene con sé stessi e con gli altri.
Non è una cosa semplice, ma è più facile di quanto non si creda.
Ridere è soddisfare un bisogno fisiologico, come respirare, mangiare, dormire. Ma molto spesso rimaniamo bloccati perché ci lasciamo condizionare da credenze e pregiudizi che vedono nella risata l’espressione di stupidità, superficialità o immaturità. Oppure ci sentiamo in colpa quando siamo felici perché pensiamo di fare un torto al resto del mondo che soffre.
In poche parole non ci sentiamo liberi di poter esprimere il nostro STAR BENE! In qualche modo viene accettato più il pianto della risata (con le dovute riserve, perché anche il dolore risulta scomodo per gli altri attorno a noi… a questo dedicherò un altro articolo).
La classe di movimento bioenergetico comprendente la risata è, quindi, utile per aprire la strada al sentire corporeo. In una situazione protetta dal giudizio esterno è possibile ridere per approfondire il respiro, per migliorare la postura e per avere una maggiore percezione del nostro grounding. La “risata di cuore” permette al corpo di rilassarsi, riconoscersi, approvarsi e… amarsi! Che risultato meraviglioso!
Anche fare Focusing è importantissimo per riuscire a contattare, nel corpo, in che modo sentiamo bloccata l’espressione del nostro buon umore. Grazie a questa pratica è più facile trovare delle risposte sincere e illuminanti alle domande che ho elencato inizialmente. Tutte le risposte saranno legittime, originali e, soprattutto, rivoluzionarie.
La mia rivoluzione: quando mi sono accorta che ridevo molto meno e con sempre meno gusto di quanto non facessi qualche anno prima, ho cercato di mettere in pratica tutto quello che ho descritto fino ad ora.
Da quando ho cominciato a “praticare la risata” come esercizio, frequentare persone positive o ricordare situazioni buffe ed esilaranti, il mio livello di energia è aumentato di pari passo con il buon umore. I momenti difficili adesso sono più sopportabili perché hanno perso la loro “assolutezza”.
Personalmente, dopo una bella risata, mi sento più me stessa e più in armonia con il mondo attorno a me.
Bibliografia
Amy Cuddy - Il potere emotivo dei gesti - Sperling&Kupfer 2016
Maria Stallone Alborghetti - Bioenergetica per tutti - Ed. Universo Editoriale 2003
Sitografia:
William James: https://www.themarginalian.org/2016/01/11/what-is-an-emotion-william-james/
