The best of my besties — il CLASSIFICONE uonnabi del 2018

Il 2019 è appena iniziato ma noi non abbiamo ancora finito di dare i voti al 2018.

uonnabi a redazione
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13 min readJan 4, 2019

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Anche Benedetta Vialli ha partecipato (suo malgrado) al classificone.

Il libro più bello del 2018

Cometa di Gregorio Magini, NEO. Edizioni — consigliato da Adriano
Non è il più bello, ma il più uonnabi-bello. Almeno di quelli che ho letto io. Anzi, dirò di più: se togliamo uno strano libricino di Vincenzo Mollica, dove c’è VINCENZO MOLLICA CHE FA METAFORE SULLE SEGHE, è il libro più assurdo che abbia mai letto. C’è dentro tutto, forse niente. A tratti si accosta al lirismo apocalittico e altri allo Sgargabonzi, che è anche meglio. Se dopo Svevo tutti i protagonisti dei romanzi italiani sono degli inetti o al massimo degli Emilio Solfrizzi meno pugliesi, qui siamo direttamente al turbo-inetto, all’apologia dello sfacelo.

Her Body and Other Parties di Carmen Maria Machado, Graywolf Press — consigliato da Chiara
Cosa succederebbe se prendessimo il realismo magico della letteratura latinoamericana e lo trapiantassimo in ben altre latitudini, mescolandolo a una buona dose di sci-fi, molto femminismo e parecchia queerness? Carmen Maria Machado ha azzardato il mix, e il risultato, Her Body and Other Parties, è un libro dalla copertina di un verde velenoso, che racchiude una serie di racconti stranianti e temibili, difficili da riassumere e da metabolizzare. È quel tipo di racconto che si attacca al tuo subconscio e continua a sussurrarti nell’orecchio per giorni, non appena abbassi la guardia. Consigliatissimo.

Io sono Una di Una, add editore — consigliato da Flora
Ho regalato questo libro a un’amica perché pensavo fosse uno di quei fumetti con la giusta dose di empowerment femminile per incentivare lei, come molte altre ragazze forti che conosco, a spaccare il mondo. E niente, io l’ho letto soltanto dopo averglielo regalato, mentre ero a casa sua a cazzeggiare: a pagina 30 ho dovuto prendermi una pausa dai pugni nello stomaco che mi stava dando. Consigliato a chi ha bisogno di un memoir “collettivo”, che prima soffoca e poi fa incazzare.

La canzone Spotify del 2018

All the Stars di Kendrick Lamar feat. SZA — consigliata da Alessandro
Il mio Spotify dice che questa è una delle 5 canzoni che ho più ascoltato nel 2018. Io la segnalo per prendere due piccioni con una fava. La canzone è una figata, Kendrick Lamar non fa che confermarsi ottimo anche nel versante più commerciale, poi ci sta SZA che quest’anno con il suo CTRL è stata perfettamente in grado di inserirsi bene, anzi benissimo nella seconda giovinezza che sta vivendo l’r&b. Ah, poi è la colonna sonora di Black Panther, film di cui si è molto parlato. I piccioni sono 3.

Paracetamolo di Calcutta — consigliata da Adriano
Ho appena controllato, e la canzone che ho ascoltato più volte è Paracetamolo di Calcutta. Che poi, basterebbe l’incipit: non se ne vedevano di più memorabili dai tempi di Anna Karenina. La tachipirina 500 se ne prendi due diventa 1000. Daradaradà, daradaradà, che pare un omaggio a “Sparring Partner” di Paolo Conte. Per me, che l’ultima volta che ho preso una tachipirina era a capodanno, dopo lo spumante, e la serata è andata solo peggiorando, per me dicevo, è la canzone del 2018.

Se piovesse il tuo nome di Elisa feat. Calcutta — consigliata da Vincenza
Uscita pochi giorni fa, giusto in tempo per poter essere inclusa in questa lista, la mia canzone del 2018 è “Se piovesse il tuo nome”, scritta per Elisa dall’uomo dei miracoli, Edoardo d’Erme, in arte Calcutta. Ho appena finito di leggere “Una scrittura femminile azzurro pallido”, romanzo di Franz Werfel pubblicato nel 1941. E sarà il Natale, saranno le lucine, sarà sarà sarà, ma a me pare proprio che Calcutta racconti quella storia lì, che questa canzone potrebbe essere la lettera mai scritta dal protagonista di questo libro. E anche se la storia d’amore che stai vivendo in questo momento è quella che può definirsi una relazione “felice”, ti sfido a non commuoverti ascoltandola. Perché l’amore vero ha sempre in sé la negazione, la paura di non esistere più. Il timore che una felicità così perfetta possa sfuggire, perdersi irrimediabilmente chissà dove.

Per ulteriori libri belli cliccate QUI, per risentire un po’ delle nostre playlist invece andate QUA

La serie tv da recuperare nel 2019

L’amica geniale, Rai Fiction, HBO— consigliata da Buonsenso (e Nonna)
In casa uonnabi già la tetralogia aveva fatto i suoi danni, figuriamoci quindi con quanta impazienza (e, inutile negarlo, perplessità) aspettavamo la serie. Ebbene, oltre al merito di aver insegnato nu poc’ ‘e napulitano ai nostri connazionali, L’amica geniale, diretta da Saverio Costanzo, si è rivelata un’ossessione capace di ripristinare quell’antica abitudine di restare a casa il martedì sera per guardare la Rai. Roba che non succedeva dai tempi di Streghe.

Friends, NBC — consigliata da Michela
Devo dire altro? Se devo dire altro siete irrecuperabili, altro che recuperare. Andate a vedere Friends. Andate. Ora. Il tempo scorre e voi state sprecando la vostra esistenza a guardare Élite oppure Maniac…

Killing Eve, BBC America— consigliata da Giovanni
Il 2018 è stato l’anno dei Lead Female Drama, le storie con protagoniste femminili forti e non stereotipate.
Un vero capolavoro del genere è Killing Eve, dove la coppia Sandra Oh e Jodie Comer è protagonista di una crime story a prova di Bechdel Test. La creatrice (e sceneggiatrice) è l’inglesissima Phoebe Waller-Bridge, una di quelle che o ami o odi. Io, personalmente, sento il cuore a mille ogni volta che penso a lei.

però se queste serie non vi bastano, ne recuperate altre notevoli proprio QUI!

Il film più bello del 2018

Private Life di Tamara Jenkins — consigliato da Mary
Kathryn Hann e Paul Giamatti sono una coppia di intellettuali piccolo borghesi di mezza età, gli “zii fighi” messi in ginocchio materialmente e psicologicamente dalla difficoltà nell’avere un figlio. Film agrodolce e assolutamente da vedere, anche se a volte vi sembrerà di averlo già visto (perché l’avete già visto: Princess Carolyn nella quinta stagione di BoJack Horseman).

The Florida Project di Sean Baker — consigliato da Alessandro
Uscito in Italia nel marzo di quest’anno, The Florida Project è un racconto tenero, sporco e duro di un’America poco conosciuta. Sean Baker, il regista, ha uno sguardo unico. Il tono è perfetto. Voglio bene a Moonee, la protagonista. Sono appena tornato da una vacanza da Disneyland e sul volo di ritorno mi sono ricordato di questa storia meravigliosa, dura come un pugno, pop come Cenerentola.

Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher — consigliato da Chiara
Dire che “il 2018 è stata un’ottima annata per il cinema” mi fa sentire un po’ come un cinquantenne bolso con la pipa e il gilet a losanghe, uno di quelli che spara sentenze compiaciute davanti al caminetto. Non fumo e la cosa più simile a un caminetto è un termosifone scrostato, però è vero, e scegliere il mio film preferito di quest’anno non è affatto facile. Vado con Lazzaro Felice perché l’ho trovato sia senza tempo, sia di una contemporaneità spiazzante, perché è una fiaba raccontata con lo sguardo innocente e assieme crudele che è solo degli asceti, dei pazzi e dei bambini, e perché, per una volta, voglio permettermi il gusto di essere campanilista, losanghe o non losanghe.

Il fenomeno web dell’anno

Solo in Cartolina — consigliato da Alessandro
Solo In Cartolina è stata ed è una campagna di denuncia contro le morti in mare, una sommossa epistolare. Creativi da tutta Italia hanno dimostrato il loro sostegno a chi ogni giorno salva le vite dei migranti al largo delle nostre coste. Come? Inviando 10.000 ironiche cartoline al nostro Ministro dell’Interno. Saluti e Baci.

I meme — consigliati da Adriano
Quando uscirà un saggio che analizzi i meme come forma di comunicazione e di pensiero sarà sempre troppo tardi.* Per me, a livello puramente filosofico, Donald Trump che pubblica il meme “sanctions are coming” come precisa mossa di politica estera è una cosa di importanza allucinante. Allucinante.

*mi fanno notare che è uscito. FACEPALM
[ndr La guerra dei meme di Alessandro Lolli, edito da Effequ]

Nanette — consigliato da Giovanni
FENOMENO WEB? Lo so, una definizione così insensata non la sentivate dai tempi di “Chiara Ferragni, imprenditrice digitale”, ma io da qualche parte dovevo inserire Nanette, lo spettacolo di stand up (ometto volontariamente comedy) in cui Hannah Gadsby prende a calci nel culo l’intero sistema patriarcale. E non fa sconti a nessuno eh, il suo discorso è inattaccabile e mentre ti fa ridere ti fa piangere, mentre ti fa piangere ti fa incazzare. Semplicemente la cosa migliore che abbia visto quest’anno, e la trovate su Netflix (quindi sul web, ja, non fate troppo i precisini).

Un evento/concerto/serata imperdibile a cui sei stato

Lago Film Fest, Revine Lago — consigliato da Mary
Si può giocare in casa? Lo prendo come un sì. Da due anni collaboro con il Lago Film Fest, Festival Internazionale di Cinema Indipendente che si svolge ormai da 14 anni a Revine Lago, in provincia di Treviso. Il direttore del Festival che (per tutelare la sua privacy) chiamerò Carlo Migotto, ha inventato un hashtag che racchiude bene l’atmosfera che si respira in quei dieci giorni di cinema, danza e musica in riva al lago: #lagoticambialavita.
E te la cambia per davvero. Se non ci credete date un’occhiata qui.

VH1 Storytellers con Jovanotti, Milano — consigliato da Flora
The National, Baustelle, persino Liberato: quest’anno di concerti notevoli ne ho visti, ma mai avrei pensato di affermare che il più bello di tutti è stato Jovanotti, per la registrazione di VH1 Storytellers. Tutto solo sul palco, chitarra e voce, si è lanciato in un racconto tenero e divertente dei suoi vent’anni di carriera. Due ore dopo, quando siamo andati via ormai stremati dalla stanchezza e dalla fame, era appena al 1996. Che pazzo, ‘sto Jova.

Re-acting di Ragazzo di Campagna, Carbonara al Ticino — consigliato da Adriano
Carbonara al Ticino è un paese che non vi dice niente, sembra quasi un accostamento tra opposti, come Bicerin al Salento. In realtà, con lo pseudonimo di Borgo Tre Case, è stato lo scenario di uno dei più bei film comici italiani di sempre, ossia Ragazzo di Campagna. Quest’anno, complice l’effetto nostalgia ormai dominante, hanno rievocato le scene e le ambientazioni del film. Dite quello che vi pare, ma mettersi sui binari ad aspettare lo show, ossia il treno che arriva e che passa, dev’essere stata pura magia. Taac.

Il film più brutto del 2018

Quello che non so di lei di Roman Polanski — sconsigliato da Alessandro
Film di Roman Polanski basato sul romanzo Da una storia vera di Delphine De Vigan. E già solo questa prima frase è un po’ un casino. Ecco.

The Meg di Jon Turteltaub — sconsigliato da Mary
Sono una grande fan degli squali e probabilmente potrei essere considerata un’esperta di film sugli squali. Li ho visti tutti, ho pure il DVD di Sharknado ed è per questo che sono andata a vedere The Meg al cinema con le migliori aspettative. Invece niente: l’unica cosa che incuteva davvero timore era la recitazione di Jason Statham. Per non parlare della verosimiglianza pari a zero: il megalodonte, che per gli sceneggiatori si trovava in un ecosistema caldo creato da una nuvola di idrogeno sotto i fondali marini, riemerge sulle coste simil-romagnole e se magna navi intere. Ora, la dimensione del pasto ci può anche stare (fonti certe dicono che gli sceneggiatori abbiano preso spunto dalla dieta dello stesso Statham) ma c’è un problema di fondo non indifferente: il megalodonte è scomparso almeno 2,6 milioni di anni fa!! SCENEGGIATORI: la prossima volta, quando vi si cancellano tutti gli appunti sul cloud e non sapete cosa scrivere, prendete spunto qui.

Annientamento di Alex Garland— sconsigliato da Flora
Sì, quell’Alex Garland, quello di Ex Machina, piccolo gioiello di fantascienza “filosofica”. Come hai potuto tu, Alex, dopo che Ex Machina ti aveva reso una garanzia agli occhi di molti, prendere Annientamento di VanDerMeer e trasformarlo in una specie di atroce remake della Guerra dei Mondi? Della versione con Tom Cruise, intendo. Capisco la difficoltà nel rendere l’impalpabile eppur radicale cambiamento nella protagonista, capisco anche che era ‘na faticaccia leggersi tutta la trilogia solo per scoprire che le due interpreti principali non erano americane bianche. Però la cosa più grave, per me, è stata la scena in cui Natalie Portman “combatte” con una specie di alieno fatto di vetro luminoso, che davvero non c’entra niente col romanzo né con le sue intenzioni. Lo dico? Lo dico: era meglio il libro.

La serie tv che ti ha fatto perdere ore preziose della tua vita

Maniac, Netflix— sconsigliata da Michela
Prometteva bene, davvero. Aveva tutto: i misteri, il disturbo psichiatrico, un goccio di distopia, ma poi… Ma poi. Ma poi manca la svolta. L’evento che ti tiene incollato allo schermo. O magari è arrivato alla fine, ma io me lo son perso perché dopo ore e ore a guardare una profumiera, un poverello che non sa cosa sta facendo, un robot innamorato e una madre più disturbata del figlio e che quasi se lo limona, non mi sentivo arricchita di nulla. Ho mollato all’ottava puntata e a volte mi chiedo come sia andata a finire. Poi mi ricordo che se proprio non riesco a dormire soffro di meno con una camomilla.

The Haunting of Hill House, Netflix — sconsigliata da Anonimo
Scelgo l’anonimato perché, a quanto pare, questa serie è piaciuta veramente a tutti. Per quanto mi riguarda, i momenti in cui mi annoiava erano i miei preferiti: negli altri mi indignava per la prevedibilità della trama o ridevo per i maldestri tentativi di spaventare o, se preferite, “inquietare”. E poi qualcuno può spiegarmi cosa c’entravano quei fantasmi con i costumi anni ‘20? A cosa servivano?

Operazione Amore, Netflix — sconsigliata da Flora
Il punto è questo: sempre sia lodato Netflix per aver iniziato a partorire produzioni originali come se non ci fosse un domani. Fatto sta, però, che all’interno di questa classifica tre serie brutte su tre sono prodotti originali Netflix. Potrà anche essere un caso, ma io spero di non vedere mai più l’ennesima serie su una “ragazza insicura” che in realtà è una turbofregna a cui hanno messo gli occhiali da vista presi au marché des puces (essendo una produzione francese). Una turbofregna con gli occhiali non è una “ragazza insicura” credibile, è soltanto una turbofregna con gli occhiali. Inoltre è lodevole, ma forse non del tutto riuscito, il tentativo di scrivere interi copioni soltanto usando le emoji. 🍆😜

Il libro più brutto del 2018

Un’estate da ragazzi di Richard Cox — sconsigliato da Alessandro
Allora, non mi viene in mente nessun brutto libro letto e uscito nel 2018. La vera perdita di tempo del 2018 è stato il primo letto quest’anno, ma uscito nel 2017. Me lo avevano venduto (letteralmente) come una storia degna erede di IT. Ma vaffanculo.

L’azzurro infinito degli alberi di Pietro Maroè, Rizzoli — sconsigliato da Anonimo
Per lavoro correggo bozze di libri e mi è capitato tra le mani questo libro. Che dire, lodevole l’intenzione (sensibilizzare alla tutela degli alberi e della biodiversità) ma forse scrivere un libro decente da leggere avrebbe dato un maggior contributo alla causa. Scritto veramente male, ho provato dolore fisico nel leggerlo.

Ormai tra noi è tutto infinito di Gio Evan, Fabbri Editori — sconsigliato da Flora
Confesso di aver letto solo alcuni estratti del libro e di provare simpatia per questo capellone che vuole fare la versione sexy di Guido Catalano. Tuttavia se la sua raccolta di componimenti passerà “alla storia” sarà soltanto perché una delle sue poesie è finita nel selfie con cui la Isoardi ha mollato Salvini.

Il tormentone di merda del 2018

Stay Open di Diplo, MØ e Levante — sconsigliato da Vincenza
Io capisco che Levante sia ormai diventata una intoccabile, specie in certi circoli, però credo che certe cose vadano dette. Ho avuto oltre un anno per metabolizzare il suo “Nel caos di stanze stupefacenti” e, che Dio ce ne liberi, il suo primo romanzo. Con questa collaborazione Levante mi conferma che io non sono più il suo target e di lavorare ormai in funzione di un pubblico composto da giovanissime fan di Frida Kahlo. E per carità, io capisco che bisogna portare a casa la pagnotta e che vivere di musica non sia facile. Infatti un po’ le voglio bene. Ma poi scopro che ha fatto una canzone come questa e che sta per uscire il suo secondo libro. E allora no, cara Levante, io non ce la fo, mannaggia a te!

Bella Ciao remixata da Steve Aoki — sconsigliata da Alessandro
BELLA CIAO REMIXATA DA STEVE AOKI, PER COLPA DELLA CASA DI CARTA. Non credo serva aggiungere molto.

Amore e capoeira di Giusi Ferreri e altra gente — sconsigliata da Michela
“Soltanto per staseraaaaa Amore e capoeira”
Vabbè, dai. Ho sentito di peggio.
“Cachaça e luna piena”
Ca-che?
“Con me in una favela”
Giusy, ma tu sai cos’è una favela? LO SAI?

Il momento più basso del 2018 (vale tutto: dal web alla vita reale)

Qualsiasi cosa detta, fatta o pensata da Laura Castelli — sconsigliata da Adriano

I teorici della Trap — sconsigliati da Alessandro
Si è parlato molto della trap in queste ultime settimane per motivi che tutti conosciamo, ma di cui non sentivamo il bisogno. Trap come specchio del disagio giovanile, trap come il punk, trap come “conosciamo meglio i nostri figli”. Be’, ho capito che se teorizzi sulla trap hai più di 40 anni, vuoi sentirti giovane e al passo coi tempi. Tipo quando entri in discoteca e ti accorgi di essere fuori luogo. Imbarazzante, no?

4 marzo 2018 — sconsigliato da Chiara
Il peggior momento del 2018 è stato probabilmente il 4 marzo 2018, con l’inevitabile voragine che ha spalancato (quanto manca prima di arrivare al fondo? Non sono sicura di volerlo sapere). Scegliere un episodio in particolare mi è impossibile, ma nella desolazione generale — e a seguito di un tweet neanche troppo arguto — posso vantare Laura Boldrini fra i miei follower. Concentriamoci sulle cose positive, va’.

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