Digital Divide & medici italiani

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Vecchi post @webm.org
3 min readDec 28, 2014

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Originally published at storify.com. by webm.org 17/10/2011

Scritto nel 2011 e quindi inevitabilmente “datato” ma forse ancora utile da rileggere, almeno per provare a capire cosa significa davvero “indagare” circa il digital divide dei medici italiani e in generale della sanità italiana

Esiste ancora il digital divide tra i medici italiani?

Lo si può misurare semplicemente conoscendo la percentuale di medici che ha accesso alla rete?

Lo si può misurare dall’utilizzo della posta elettronica o di qualche altro programma “fondamentale”?

Oppure per misurare Il digital divide “medico” è necessario ricorrere a qualche altro parametro?

Possibile che questi dati sconfortanti (il riferimento era a una indagine non più disponibile on line che parlava di un accesso ad internet nel 2010 del 40% dei medici italiani ndr) dipendono dal gap di conoscenze circa le “utility” offerte dalla rete?

Per esempio chiedendosi NON quanti tra i medici italiani usano le banche dati per un approfondimento di background, ma quanti sanno della loro esistenza?

E chi dovrebbe informarli dell’esistenza di banche dati di inestimabile valore assolutamente gratuite?

O addirittura di risorse gratuite di intelligenza artificiale dedicate alla diagnosi differenziale di puzzle diagnostici “impossibili” da decifrare?

O della disponibilità di lunghi trial gratuiti per provare molte risorse? Per scegliere, per esempio insieme in piccoli “club” le più idonee alle proprie esigenze?

Quanti sanno correttamente utilizzare le risorse disponibili per un approfondimento di foreground?

E ancora perché l’Italia non ha ancora un accesso centralizzato e dedicato ai medici del catalogo delle riviste on line?

Perché l’Italia non fa parte della rete di paesi con accesso alla Cochrane?

E che significa uso “professionale” dei socialnetwork?

Misurare il digital divide significa contare quanti tra i medici italiani hanno un account facebook? Oppure quanti sano usare i socialnetwork per discutere tra loro di problemi clinici?

I medici italiani hanno poco tempo per tutto?
Anche per dedicarsi a una palestra di attività fondamentali e ignorate del tutto dai nostri curriculum universitari?

Per esempio?

Imparare a confrontarsi?
Imparare a discutere insieme?
Imparare le regole fondamentali del team based learning?

E se il divario digitale dipendesse solo da questo e non da qualche abilità a “smanettare” sulla tastiera?

E infine: da cosa dipende lo scarso utilizzo dei nuovi tool sociali da parte di chi si occupa di salute e sanità pubblica?
Non sanno rispondere o semplicemente non vogliono rispondere?

(…)

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