#SPEAKABEET about UI

Speakabeet: la rubrica in cui parliamo dei massimi sistemi del mondo digitale, del flusso delle maree di caffè e della rotazione giornaliera della sedia del Programmatore sul proprio asse. #Coding #Design #DigitalLife

Anna Grazia Longobardi
weBeetle
4 min readDec 5, 2019

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Quanti designer e non, almeno una volta nella vita, hanno sentito parlare di “interfaccia utente”? Quanti ancora si chiedono cosa sia questa onnipresente user interface?

“The design of everyday things is in great danger of becoming the design of superfluous, overloaded, unnecessary things.”
Donald A. Norman¹

DEFINIZIONE

ISO, the International Organization for Standardization, nello standard ISO 14915–1:2002(en) “Software ergonomics for multimedia user interfaces — Part 1: Design principles and framework” definisce l’interfaccia utente, ovvero la user interface o UI, come “The design of user interfaces for multimedia applications typically involves a much wider range of design and evaluation issues than that of conventional user interfaces based only in textual and graphical format. Many different techniques and design options are available. Multimedia user interfaces incorporate, integrate and synchronize different media (static media such as text, graphics, images, and dynamic media such as audio, animation, video or other sensory modalities). Within each medium, further distinctions can be made.”, ovvero “Il design delle interfacce utente per applicazioni multimediali comprende in genere una gamma molto più ampia di problemi di progettazione e valutazione rispetto a quella delle interfacce utente convenzionali basate solo in formato testuale e grafico. Sono disponibili molte tecniche e opzioni di progettazione diverse. Le interfacce utente multimediali incorporano, integrano e sincronizzano media diversi (media statici come testo, grafica, immagini e media dinamici come audio, animazione, video o altre modalità sensoriali). All’interno di ciascun mezzo possono essere fatte ulteriori distinzioni.”

In sintesi, l’interfaccia è quindi l’insieme di elementi non solo grafici e testuali di un’applicazione multimediale, ma anche di una vasta gamma di media statici e dinamici e di modalità sensoriali in cui l’utente si può imbattere.

Le buone regole della percezione visiva

Nella Parte 12 della norma ISO 9241 vengono sintetizzati gli attributi dell’organizzazione delle informazioni (disposizione, allineamento, raggruppamento, etichette, posizione), della visualizzazione di oggetti grafici e per la codifica delle informazioni (abbreviazione, colore, dimensioni, forma, segnali visivi) di sette attributi. Gli “attributi delle informazioni presentate” rappresentano gli aspetti statici dell’interfaccia e possono essere generalmente considerati come “l’aspetto” dell’interfaccia. I sette attributi di presentazione sono:

  • Chiarezza: il contenuto delle informazioni viene trasmesso in modo rapido e preciso;
  • Discriminabilità: le informazioni visualizzate devono essere distinte in modo accurato;
  • Concisione: gli utenti non devono essere sovraccarichi di informazioni estranee;
  • Coerenza: il design deve essere un unico filo conduttore dell’esperienza, pertanto deve essere conforme alle aspettative dell’utente;
  • Rilevabilità: l’attenzione dell’utente deve essere veicolata verso le informazioni rilevanti;
  • Leggibilità: le informazioni devono essere di facile lettura;
  • Comprensibilità: il significato deve essere chiaramente comprensibile, inequivocabile, interpretabile e riconoscibile.

L’organizzazione dell’informazione, in quanto elemento visivo, pertanto deve molto all’approccio delle scienze cognitive (di cui accenniamo qui e qui) e della psicologia della Gestalt: essa significa, appunto, “psicologia della forma” ed il suo concetto cardine è “il tutto è diverso dalla somma delle sue parti” (Das Ganze unterscheidet sich von der Summe seiner Teile), ovvero che l’intero contesto influenza la percezione umana e non come semplice somma delle parti. Max Wertheimer infatti stipulò le “Leggi della formazione delle unità fenomeniche” che sono, difatti, le leggi o principi secondo cui la nostra percezione organizza un insieme unitario di elementi. Queste leggi quindi identificano in che modo i nostri occhi percepiscono gli spazi e i vuoti, i “neri” e i “bianchi”, insomma come arriva all’utente la percezione dell’organizzazione visiva delle informazioni nel loro insieme. Questi principi sono alla base di ogni tipo di progettazione visiva che viene fruita da un utente, in quanto determinanti per il rispetto degli attributi stipulati nell’ISO 9241, di cui abbiamo parlato sopra.

CONCLUSIONE

La User Interface (Interfaccia utente), quindi, si occupa dell’aspetto formale dell’interazione uomo-macchina e sulla bilancia dell’usabilità si contrappone alla User Experience (Esperienza utente), ovvero alla UX, che si occupa dell’architettura delle interazioni. L’organizzazione delle informazioni deve quindi seguire necessariamente delle linee guida per definirsi chiara, distinta, diretta, coerente, leggibile e comprensibile e di conseguenza usabile. Per questo obiettivo, l’UI “veste” l’UX: trasmettere emozioni positive, appagamento e felicità nell’esperienza utente.

Fonti

¹ The design of everyday things, Donald A. Norman, 1988

Letture Consigliate

La forma delle emozioni, Anna Grazia Longobardi x weBeetle, 2019

#SPEAKABEET about UX, Anna Grazia Longobardi x weBeetle, 2019

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