“La cultura di un popolo e di un territorio determina il carattere dell’ospitalità. Acculturare i residenti sull’interno e sull’intorno significa migliorare la qualità dell’ospitalità.”
“Luoghi, monumenti, musei, bellezze naturali e paesaggistiche, sono i principali generatori della nostra economia, producono valore diretto e aggiunto ai nostri prodotti. La cultura non è un settore dell’economia bensì la più potente delle infrastrutture italiane. Innerva di carattere, di senso, di significato…
“Evolvere nell’economia dell’ospitalità significa nutrire la relazione fra luoghi, territori, persone e imprese per la costante e coerente ri-generazione e valorizzazione della cultura.”
“E’ così che i turisti sono diventati i driver delle destinazioni. E’ il turista che fa la destinazione con buona pace di tutti quelli che ancora sono convinti del contrario. La destinazione è diventata follower.”
“Il turismo mette a valore tutto ciò che è espressione del territorio. Non si importa né si impianta, si sviluppa nei territori con il concorso di chi ci vive e ci lavora. Dove vivono bene gli abitanti stanno bene anche i viaggiatori.”
“Rifondare il linguaggio turistico italiano non è un’operazione di marketing, nè un esercizio di stile. È un’operazione antropologica e culturale che scava nei significati dei luoghi e delle relazioni per generarne di nuovi, di sempre nuovi e mai compiuti.”
“La mia idea di turismo? Una economia delle relazioni, che produce esperienza, significati, che genera valore e ricchezza. Un filato, una nuova tessitura che mette in rete luoghi, territori e imprese.”
“Quasi due terzi del territorio italiano vive di turismo, l’unica economia che garantisce la crescita: esaurite le risorse pubbliche per la promozione del turismo, la competizione riguarderà solo reali vocazioni, valori e capacità riconosciute e promosse unicamente dai nostri ospiti.”
“Il cecchino miope è la politica dell’amministratore sulla rappresentazione del territorio pubblico: comunica turismo parlando sostanzialmente a se stesso, ai suoi simili, una questione di famiglia.”
“Il vero problema, l’anello debole dell’offerta turistica italiana, non è la micro dimensione delle imprese, ma la scarsa profondità di pensiero sul territorio. Ancora menti prima che ettari e letti.”
“Pensiamo veramente che il turismo sia trattabile come qualunque industria, e non come una economia che si basa innanzi tutto sulla rinnovabilità delle proprie risorse, intesa come auto-generazione continua del racconto che il nostro paese fa di se stesso?”