La guerra e il mare

Il mare è stato il teatro di grandi battaglie: navigando tra le onde della storia andiamo a scoprire protagonisti e navi della Marina Militare Italiana, dalle origini fino alle missioni più importanti.

L'Italia delle Navi
italiadellenavi
7 min readJan 27, 2020

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La storia marittima italiana è davvero antica: la posizione geografica dell’Italia e i ripari offerti dalle sue coste, al centro del Mediterraneo, hanno consentito alle popolazioni di sviluppare rapporti e traffici, incluso il commercio e la pirateria. Basti pensare all’Impero romano, capace di conquistare mezzo mondo conosciuto non solo grazie alle strade, ma anche per la potenza della sua flotta navale. Tra tutte, ricordiamo le battaglie contro Cartagine, le cui vittorie hanno permesso a Roma di raggiungere la completa egemonia del mar Mediterraneo.

Credits: Marina Militare

La Marina Militare Italiana, tra passato e presente

Dalle flotte dell’Impero Romano, navigando tra le onde e i fasti delle Repubbliche Marinare, continuiamo il nostro viaggio nell’età moderna e approdiamo al 17 novembre 1860, una delle date più importanti della storia navale italiana. Fu allora che, mediante i Regi Decreti n. 4419, 4420 e 4421, nacque la Marina Militare, esattamente quattro mesi prima della proclamazione dell’Unità nazionale e dell’assunzione del titolo di Re d’Italia “per grazia di Dio e volontà della Nazione” da parte di Vittorio Emanuele II. La nascita della Marina Militare, allora Regia Marina, si iscrive in un quadro più ampio di manovre politiche ed economiche di Camillo Benso, conte di Cavour, volte ad unire il Ministero della Marina alla sua Presidenza del Consiglio e seguirne personalmente gli affari e lo sviluppo. Proprio per questo motivo la genesi della Marina Militare prende forma dalla fusione della Marina Sardo/Piemontese con quella napoletana. A seguito dell’Unità, vengono costituiti tre dipartimenti marittimi (Genova, Napoli, Ancona) e un moderno arsenale a La Spezia. La flotta inoltre si amplia con l’arrivo di nuove fregate, corvette e cannoniere corazzate.

L’Affondatore della Regia Marina [Credits: http://www.marina.difesa.it]

Tra le imbarcazioni più celebri del periodo risorgimentale non possiamo non menzionare l’Affondatore, un ariete corazzato fondamentale nella terza guerra d’indipendenza contro l’Austria. Antenato delle moderne navi da battaglia, l’Affondatore presentava un armamento più potente, governato da due giganteschi cannoni singoli Armstrong Mark IV ad avancarica a prua e a poppa.

MAS in esercitazione nelle ultime fasi della prima guerra mondiale.

Passato il periodo dell’Unità, la Regia Marina non ha neanche cinquant’anni di vita quando si trova impegnata nella prima grande guerra del Novecento. Il 23 maggio 1915 il Regno d’Italia abbandona lo schieramento della Triplice alleanza e dichiara guerra all’Austria-Ungheria. La nostra Marina adotta una strategia di sorveglianza dell’Adriatico. Tra le più importanti operazioni ricordiamo il salvataggio dell’Esercito serbo, in ritirata dopo la sconfitta verso le coste balcaniche, dove viene raccolto dalle navi italiane: il risultato sono circa 260.000 soldati salvati e migliaia di tonnellate di materiale recuperato. Nella Grande Guerra entrano in gioco per la prima volta nuovi mezzi, come i MAS (Motoscafo Anti Sommergibile), unità leggere e veloci utilizzate sia come pattugliatori antisommergibile, che come mezzi da attacco. Celebre l’azione di disturbo alla flotta austro-ungarica da parte di D’Annunzio e Luigi Rizzo nella beffa di Buccari, ma tra i più grandi successi tattici dovuti all’utilizzo dei MAS c’è l’affondamento della corazzata Szent István presso Premuda, sulla costa dalmata, il 10 giugno 1918. Ancora oggi la festa della Marina si celebra il 10 giugno di ogni anno per ricordare l’Impresa di Premuda e il MAS 15 (utilizzato nella missione) è conservato a Roma, al Vittoriano degli italiani.

Il MAS 15 al Vittoriano [Credits]
Portaerei Aquila ormeggiata a La Spezia

La Seconda guerra mondiale rappresenta un momento difficile per la Marina, che opera in una situazione particolarmente difficile e contro un nemico fortissimo. Solo nel 1941, oltretutto, viene autorizzata la realizzazione di due navi portaerei, le ex navi passeggeri Roma e Augustus. Ridenominate successivamente Aquila e Sparviero, le due navi non riescono però a diventare operative, e la forza principale della Marina rimane basata fino al 1943 sulle Navi da battaglia armate di cannoni. Nonostante tutto, ricordiamo l’Aquila come la prima portaerei italiana dotata di ponte di volo continuo. La nave disponeva di un ponte di volo lungo 216 metri per 30 di larghezza e costituiva, con le sue 24.000 tonnellate, un progetto innovativo per quei tempi.

Teseo Tesei, l’ufficiale del Genio inventore del “maiale”.

Durante la seconda guerra mondiale, sono ancora i mezzi d’assalto ad ottenere successi, come quello passato alla storia con il nome di Impresa di Alessandria. Nella notte tra il 18 ed il 19 dicembre 1941 sei uomini della 10ª Flottiglia MAS a bordo di tre “maiali” riuscirono a penetrare nel porto di Alessandria e ad affondare le due navi da battaglia britanniche HMS Queen Elizabeth e HMS Valiant. I cosiddetti “maiali” erano tecnicamente definiti siluri a lenta corsa (SLC), mezzi d’assalto subacquei silenziosi ed efficaci.

Nel 1946, a seguito della proclamazione della Repubblica, la Marina Militare perde la denominazione di Regia Marina e assume quelle caratteristiche e quelle connotazioni contemporanee che conserva ancora oggi. Nel 1949 l’Italia fonda e aderisce alla NATO e dalla seconda metà degli anni cinquanta viene promosso un nuovo programma di potenziamento della Marina per la costruzione di cacciatorpediniere, fregate portaelicotteri, sottomarini ed incrociatori lanciamissili e portaelicotteri, come la classe “Andrea Doria”.

Gli incrociatori Duilio e Doria ormeggiati a Cagliari [Credits]

Arriviamo così ai decenni della Guerra Fredda, quando la crescente tensione tra Stati Uniti e Russia spinge il governo italiano a investire sulla Marina Militare, stanziando 1000 miliardi per le forze navali italiane. Grazie al nuovo investimento, vedono la luce numerose unità, tra le quali l’incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi. Costruita a partire dal novembre 1977 presso i Cantieri Navali di Monfalcone e varata il 4 giugno 1983, è la prima portaerei nella storia della Marina Militare ad entrare in servizio attivo. Nave ammiraglia dal 1987 al 2011, il Garibaldi ha svolto negli anni un ruolo fondamentale in tutte le principali missioni internazionali del nostro paese.

L’incrociatore Portaeromobili Giuseppe Garibaldi [Credits: Marina Militare]

La prima attività a cui il Garibaldi ha preso parte è stata l’operazione Restore Hope in Somalia, dal 18 febbraio al 5 aprile del 1994, in supporto alle operazioni per il rientro del contingente italiano. Sempre in Somalia, dal gennaio al marzo del 1995, l’unità ha fatto parte dalla Task Force Unosom in supporto al contingente Onu. Dopo l’11 settembre, l’unità navale ha partecipato come portaerei e sede di Comando, all’operazione Enduring Freedom, restando continuativamente in mare per 87 giorni senza scali tecnici e percorrendo circa 20.000 miglia. [Fonte: Adnkronos]

Arriviamo così a una delle ultime novità e unità navali degli anni 2000: il sommergibile Venuti, primo della seconda serie di battelli tipo “U212A”, intitolato al capo silurista Pietro Venuti, medaglia d’oro al valor militare alla memoria che sacrificò la sua vita per salvare i suoi compagni sul sommergibile Galvani nelle acque del Mare Arabico, il 24 giugno del 1940.

Entrata del Sommergibile Venuti
Credits: Marina Militare

Insieme all’unità gemella Romeo Romei, il Venuti è caratterizzato da soluzioni tecnologiche modernissime, interamente realizzato in materiale amagnetico e dotato delle più moderne tecniche di silenziamento per la riduzione della segnatura acustica. Il sommergibile ha un dislocamento di superficie di 1.509 tonnellate, una lunghezza fuori tutto di 55,9 metri, un diametro massimo di 7 metri e può raggiungere in immersione una velocità superiore ai 16 nodi. L’equipaggio è composto da 27 persone. Tra le attività in cui il Venuti sarà impiegato sono missioni di controllo delle linee di traffico marittimo, monitoraggio delle attività illecite, sorveglianza delle aree di alto interesse nazionale.

Un esclusivo scatto a 360° dalla Sala Comando del sommergibile Venuti

“Impieghiamo quotidianamente i sottomarini (nel Golfo Persico, nel Mediterraneo, nelle aree calde del Nordafrica) per garantire la sicurezza delle vie di comunicazione, il contrasto della minaccia terroristica, della pirateria e dei traffici illeciti”, ha spiegato l’ammiraglio della Marina Militare Giuseppe De Giorgi in un’intervista a La Stampa, “I mezzi subacquei sono preziosi nelle attività di raccolta d’informazioni e dati, anche a grande distanza dalle basi navali. Consentono una sorveglianza “discreta” di navi sospette e di aree a rischio, rappresentano un sostegno alle operazioni delle Forze Speciali (come gli Incursori) e delle forze anfibie. In futuro saranno impegnati anche nel controllo dei fondali per contrastarne le trivellazioni abusive”.

Vi siete sempre chiesti come sono fatti gli ambienti interni di un sommergibile? Scoprite un’esperienza a 360° tra le sale di controllo e le cabine dell’equipaggio.

L’Italia delle Navi è una produzione originale History che va in onda dal 27 gennaio, ogni lunedì alle 21.50 sul canale 407 di Sky ed è disponibile su Sky On Demand e NOW TV.

Scopri “Storia del più antico cantiere navale italiano… e dei suoi giganti del mare” | “Il linguaggio del mare

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Cinque incredibili viaggi che uniranno 140 anni d’Italia, a partire dal 27 gennaio: L’Italia delle Navi, ogni lunedì alle 21.50 su History, canale 407 di Sky.