Un mondo senza aerei

Dialogo immaginario con uno scettico del trasporto aereo

SEA Milan Airports
SEA — Where Travel Begins
5 min readMay 21, 2020

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Fermati per un minuto, chiudi gli occhi e prova a immaginare un mondo senza aerei… Cosa vedi?

Forse, lì per lì ti sembrerà poca cosa.

Facciamo mente locale. Le prime a sparire sarebbero le scie bianche sui nostri cieli blu (pure quelle chimiche, per chi ci crede), il rombo lontano dei motori degli aeroplani, l’idea stessa di aeroporto con le piste, le torri di controllo, i radar… Con un piccolo sforzo magari potrebbero venirti in mente altre piccole cose che, di colpo, sparirebbero. Il ritiro bagagli, per esempio (e magari, se in passato sei stato sfortunato, anche l’ufficio lost & found), il check-in, il cibo servito in alta quota, le hostess e gli steward (tutti, di terra e dell’aria), i capitani (di cui rimarrebbero soltanto i “vecchi lupi di mare”), le code dei controlli di sicurezza (sì, magari quelle non ci mancherebbero troppo, ma vuoi mettere il Face Boarding? Ecco, non esisterebbe nemmeno quello), il vuoto allo stomaco durante il decollo, il brivido dell’atterraggio e gli applausi — tipicamente italiani — subito dopo.

Il piacere di sbirciare dal finestrino mentre viaggiamo a velocità impressionanti, ad altezze impressionanti, dove nemmeno le aquile osano volare e dove, per secoli, abbiamo sognato di arrivare.

Di certo, però, perderemmo tanto, tanto altro. Dicevamo: te lo immagini un mondo senza aerei?

Insieme agli aerei perderemmo circa 41,9 milioni di voli, che in soldoni corrispondono a circa 4,4 miliardi di passeggeri. E con loro il 57% del turismo internazionale. Ora, mentre immagini il mondo senza aerei, immagina anche Milano, Firenze, Roma, Napoli senza turisti stranieri. La vedi piazza del Duomo deserta? Il Colosseo solitario? Spaccanapoli senza la calca di persone a ogni ora? “Esagerato”, dirai. Invece no, se ti è sembrato che negli ultimi anni i turisti in giro per l’Italia fossero aumentati, sappi che non era soltanto una tua impressione: è proprio così.

E il trasporto aereo è davvero il più grande vettore del turismo internazionale, quindi artefice anche di questo fenomeno.

“Va beh, le folle di turisti non mi sono mai piaciute, capirai che perdita”. Se dici così forse non gestisci un’attività (o non lavori) nel settore turistico o in uno ad esso strettamente collegato. Ci sta, ma cosa dire allora dei 258 milioni di persone che in tutto il mondo vivono fuori dal proprio Paese di origine? Ecco, quelli non sono tutti turisti, sia chiaro. Magari tra di loro c’è anche qualche persona a te cara e molto probabilmente quando deve tornare a casa (o quando desideri andare a trovarla) la prima cosa che fate è andare su Skyscanner a cercare il volo più conveniente, o il più veloce. Ecco, adesso immagina la tua amica che si è trasferita in America per lavoro. Per rivederla dovresti imbarcarti per un viaggio in nave; un’esperienza certamente affascinante, ma non proprio il modo più veloce (o comodo) per farlo.

Diciamo allora che gli aerei sono il modo più rapido che abbiamo per poter raggiungere le persone che amiamo e che vivono distanti da noi.

“No, non ho amici né parenti all’estero, quindi starei bene anche così”. In questo caso mettiamo che tu e i tuoi cari viviate tutti nella stessa regione, o al limite in regioni limitrofe. Mettiamo pure che nessuno di voi lavori nel settore turistico o in quello dei servizi, che nessuno di voi faccia un lavoro che implichi trasferte più lontane dei 200 km (altrimenti sai che pena?)… C’è da sperare che non abbiate a che fare con l’import/export di prodotti. Sì, magari non ci avevi pensato subito, ma gran parte delle merci, oggi, si sposta via aerea o via mare (con le dovute differenze in termine di tempistiche e di capienza). Per darti qualche numero, il trasporto aereo muove il 35% del valore del commercio mondiale, per un totale di circa 6 triliardi di dollari l’anno.

Quindi, mentre immagini un mondo senza aerei immagina anche qualche scaffale vuoto in più, qualche prodotto con un prezzo diverso (tendenzialmente più alto) e qualche servizio in meno. Per esempio, se per caso ti fossi abituato a fare shopping online dall’estero, non pensare che il corriere arrivi da te in furgone partendo dal Canada o dall’Olanda. Molto spesso i pacchi viaggiano su aerei cargo che volano a stive piene tutti i giorni (e tutte le notti) per trasportare merci, beni, attrezzature, posta e pacchi. A volte addirittura automobili, specie se di lusso.

Quello del cargo è la parte “occulta” del trasporto aereo, qualcosa di cui si parla poco ma che sostiene l’economia mondiale, il libero scambio e lo sviluppo di diversi Paesi.

Sono 65,5 milioni (SESSANTACINQUEVIRGOLACINQUEMILIONI) i posti di lavoro supportati dal settore aereo nel mondo. Solo in Europa sono 12,2 milioni. Mentre immagini un mondo senza aerei, senza merci, senza turisti, senza la possibilità di spostarsi liberamente in tempi ragionevoli… insomma, mentre immagini questo gran casino, aggiungici anche un buon numero di persone specializzate che, di colpo, si troverebbero senza lavoro.

Adesso riapri gli occhi.

Sei fortunato, siamo fortunati. oggi si vola e domani si continuerà a volare (sempre di più, si spera, e grazie agli investimenti in tecnologia si inquinerà sempre di meno). Potrai tornare a conoscere gente nuova proveniente da tutto il mondo nella tua città, potrai trasferirti per seguire i tuoi sogni, raggiungere le persone che ami ogni volta che vorrai, servire turisti al tuo bar, spiegare le bellezze del nostro Paese se lavori in un museo, vedere la faccia di uno straniero quando assaggia per la prima volta la pizza (“ma quella vera, che facciamo solo noi”). Potrai fare shopping liberamente, spostarti per lavoro o per piacere, viaggiare da solo o in compagnia in completa sicurezza, essere tu lo straniero di qualcun altro, con tutte le magie che ne derivano.

Potremo realizzare i nostri sogni, ovunque essi siano ambientati.

Di questi ultimi mesi ci resta il ricordo di cosa sia un mondo senza aerei, senza la possibilità di muoversi, senza la comodità della velocità e della sicurezza. Un mondo rallentato e impaurito, a libertà alterne come le targhe, distanziato per necessità e sconnesso per sciagura. Un ricordo triste e prezioso allo stesso tempo, perché ci farà apprezzare di nuovo le piccole-grandi cose che riconquisteremo quando sarà passato.

Anche volare. Soprattutto volare.

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