La solitudine contemporaneaviaggia e alloggia nelle costipatecarrozze della metropolitana.
Visi di donne, uomini, ragazzeaffrante sulle panche, imbambolate,destini provvisoriamente uniti
Evviva, evviva quest’abbondanza!No, non dico di tesori, o di quattrini,né di bicchieri e piatti colmi:dico di luce, di vita, di baldanza,di sfrigolar di gente nelle piazze,di pullular di rane negli acquitrinilungo i bordi delle strade.
Ti coprirò le spalle, col mio scialle:scosterò i lunghi capelli brunie adagerò sulla tua bella schienatremante lievemente questa tramadi molle lana e lunghe frange giùa spiovere fin oltre i fianchituoi ampi di donna fertile paziente,tu che m’accogli al seno tuo fervente.
La città s’è spenta strada per stradasciogliendosi nella malinconiadi questo brusio d’acqua e di folla,di questo sciabordio di vettureche scivolano torpide nelle vieallagate in agitate fiumane.