Silvia S. Castello

Biografia

Silvia S. Castello © 🎼
7 min readNov 29, 2022

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by Silvia S. Castello

Bref.
Silvia S. Castello, figlia d’Arte, artista e autrice. Milanese, già giornalista culturale e corrispondente diplomatico presso la Santa Sede. Editore, direttore responsabile e artistico del settimanale internazionale online The Global Times — World Affairs & Ideas. Dal 2023, si occupa della Royal Family britannica, come UK Royal Reporter. Vive e lavora tra Milano, Parigi e Londra.

Diplomata in Pittura con Luciano Fabro, (scultore e scrittore, è stato tra i fondatori del movimento dell’Arte Povera) e Francesco Poli, (storico dell’Arte Moderna e Contemporanea) all’Accademia di Belle Arti di Brera, con una tesi su La Société du Spectacle e l’Internationale Situationniste di Guy Debord, nei primi anni ’90. A Parigi, dove ha frequentato “les Beaux-Arts”, l’artista Giangiacomo Spadari (comitato di selezione), la introduce in una esposizione collettiva d’esordio — parte della programmazione artistica della Foire Internationale d’Art Contemporain (Fiac). Inizia così a vendere i primi quadri — (influenze artistiche: Abstract Expressionism, Abstraction Lyrique, Minimalism, Surréalisme) — collaborando anche con negozi di arredamento (Nucci Valsecchi, in via san Pietro all’Orto a Milano) e studi d’architettura d’interni, (Sant’Andrea, Due dei Giardini) gestiti dal padre, Virgilio, architetto. Frequenta i Civici Corsi di Jazz, ideati e diretti da Enrico Intra e Franco Cerri (Associazione Culturale Musica Oggi, allora in corso Venezia) e parte integrante del sistema delle scuole Civiche di Milano. Studia basso e contrabbasso con il jazzista Marco Vaggi. Inizia ad insegnare educazione artistica alle scuole medie e intraprende le prime pubblicazioni dedicate all’arte — (La Mia Casa, con tre rubriche, direttore Massimo Rosati, Peruzzo editore; Arte, caporedattore Mario Pagani, Editoriale Giorgio Mondadori/Cairo editore; Elle, direttore Daniela Giussani, Hachette Rusconi ora Hearst Magazines) — ispirata dalla madre, Melisa Garzonio, storica giornalista d’arte del Corriere della Sera e ViviMilano. (Vedi anche L’Archivio di Via Solferino dal Dicembre 1985 fino al 2019). Contemporaneamente si iscrive all’Università Statale di Milano dove frequenta la facoltà di Filosofia, sostenendo alcuni esami, come quello sulla Scienza della Logica (Qualità) di G. W. F. Hegel, (memorabile corso del prof. Mario Cingoli). E sulla Scuola di Francoforte. Segue filosofia della scienza con Giulio Giorello, caro amico di famiglia. Incontra Enzo Morpurgo, — psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalitycal Association — con cui avrà il privilegio di intraprendere un percorso analitico “interminabile”, durato quasi un decennio, fino al giorno prima della sua scomparsa. (È in fieri un libro). Nei grandi temi filosofici dibattuti da Freud, Morpurgo ritrova la forza originaria di una psicoanalisi emancipatrice che sviluppa nell’individuo una soggettività meno conciliata, ma più libera di confrontarsi con la “società dello spettacolo” e i valori collettivi dominanti. Fra tempo e parola: il cammino analitico illumina gli enigmi della soggettività. Chi racconta a chi? E come nasce il dialogo con l’altro da sé ? Psicoanalisi tra arte, letteratura, linguaggio: un percorso che continua ancora oggi. (“André Breton pense toujours que la vision possède une antériorité absolue sur le langage et que l’œil est l’instrument d’une saisie immédiate du monde. Un regard sur une peinture peut encore, engager l’existence avec la force du coup de foudre amoureux.André Breton, Écrits sur l’art et autres textes, Gallimard). Invitata dalla redazione di Uno Mattina per la presentazione televisiva di opere tratte dalla rubrica “Collezioni d’Arte” pubblicata su La Mia Casa, l’autrice preferirà invece, continuare l’attività giornalistica con altre collaborazioni da Roma (tra cui Il Giornale, vicedirettore Mario Sechi, Mondadori/Berlusconi editore; Arte Incontro della storica libreria milanese — Bocca editore dal 1775 — in Galleria Vittorio Emanuele, con la direzione di Antonio D’Amico), seguendo con particolare interesse la politica culturale dell’Institut français — Centre Saint-Louis, dell’Accademia di Francia (la “Rome française”) e della Santa Sede. Da notare, la grande monografica di Balthasar Klossowski de Rola, in arte Balthus (Villa Medici e Scuderie del Quirinale, 2015), la riapertura dopo il restauro della Galleria dei Carracci in palazzo Farnese (2015), l’evento su Edmonde Charles-Roux — Femme de lettres et amie des artistes -, l’esposizione “Fabergé. Le immagini sacre” (The Link of Times, 2011), la prima volta ai Musei Vaticani di Rembrandt con “Immagini fra cielo e terra” (2016), a cura del direttore prof. Antonio Paolucci: “Oltre il confine della comprensione quasi filosofica del mistero del Vero raggiunto dalle stampe di Rembrandt, non si può andare”. (Il sublime ritratto di Cristo -Leiden Collection- sarà poi esposto al Louvre Abu Dhabi). Il concerto di musica classica promosso dal patriarca russo Kirill I, in onore del convegno sulla cultura russa in Vaticano (2010), con il direttore d’orchestra Carlo Ponti che si esibì davanti a Benedetto XVI e Sophia Loren. L’ incontro sulla “via pulchritudinis” tra Santa Sede e Russia, con la mostra all’Hermitage di San Pietroburgo per il 500esimo anniversario della fondazione della basilica di San Pietro: “The Gates of St Peter’s Cathedral in the 20th Century and the History of the Church as Seen in Vatican Medals” — (a cura di Sergey Androsov e promossa dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, 2007). Diventa poi “vaticanista” tout court del Gazzettino di Venezia, (caporedattore Mario Antolini, SEP/Caltagirone editore), con un master specifico attestato dalla Pontificia Università della Santa Croce in Roma e organizzato dalla Associazione Internazionale dei Giornalisti Accreditati in Vaticano (AIGAV). È il periodo dell’ “osservatrice romana”. Silvia S. Castello si accredita così in modo permanente presso la Sala Stampa della Santa Sede, (direttore padre Federico Lombardi) e affianca il “decano dei vaticanisti”, Arcangelo Paglialunga — che con Ratzinger condivideva la passione per il pianoforte e Wolfgang Amadeus Mozart, (“Mozart ist schön, wie die Schöpfung schön ist” BXVI) -, scrivendo corrispondenze diplomatiche “alla maniera di Federico Alessandrini”. Dal pontificato di Joseph Ratzinger — Benedetto XVI (2005 –2013) con la storica rinuncia, fino all’elezione di Francesco, di cui seguirà la politica estera. Da ricordare, l’incontro con il mondo della cultura al Collège des Bernardins e all’Institut de France, a Parigi (2008). Il viaggio di BXVI negli Stati Uniti d’America con il “discorso di New York” alle Nazioni Unite (2008), e il primo incontro nel palazzo apostolico con il presidente USA Barack Obama (2009), così come il primo viaggio ufficiale di un pontefice nel Regno Unito (2010), la storica visita alla Sinagoga di Roma (2010) e quella in Campidoglio, il pellegrinaggio in Terra Santa (2009). La prima visita di Stato in Vaticano di Hassan Rouhani, allora presidente della Repubblica Islamica dell’Iran (2016). L’udienza privata di Francesco con la Sheikha Moza bint Nasser, presidente della Qatar Foundation for Education, Science and Community Development, per la firma del Memorandum of Understanding (2016) tra la Biblioteca Apostolica Vaticana e la Qatar Foundation per conto della Biblioteca Nazionale del Qatar. (L’accordo è stato firmato da Hamad Al Kawari, già ministro della Cultura, ambasciatore del Qatar in Francia e UNESCO). Da notare ancora, l’udienza al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron (2018), il primo viaggio di un pontefice negli Emirati Arabi Uniti (2019) e quello in Bahrain (2022). L’autrice ha scoperto la cultura islamica durante i campus estivi di inglese trascorsi con il fratello, Andrea, in Inghilterra, alla University of Essex di Colchester, grazie a sincere amicizie con collegiali provenienti dagli stati arabi del Golfo Persico, in particolare con Shaker Abdul Jalil Salman, (allora giocatore della Bahrain national football team). Già iscritta all’Ordine dei Giornalisti, fonda il settimanale (generalista) internazionale online The Global Times — World Affairs & Ideas, ispirato dal cineasta Jean-Luc Godard, di cui sarà Editore e Direttore Responsabile dal 2014 al 2022, (fino all’evento del secolo: il funerale di Elisabetta II). Con sede a palazzo Gondi in Roma (registrato alla Cancelleria della Stampa e al Ministero delle Comunicazioni) e di cui continua tuttora la diffusione del blog editoriale. Dal 2023 inizia a pubblicare sulla piattaforma indipendente americana www.medium.com con un articolo su Spare, il libro cult del duca di Sussex, diventato — in men che non si dica — un fenomeno editoriale e mediatico globale: “Prince Harry’s memoir ‘Spare’ breaks sales record”.

"Harry’s controversial autobiography has become the fastest selling non-fiction book in history, according to publisher Penguin Random House, which reported more than 1.4 million copies were sold on Tuesday, the first day it went on sale". (ITV News) #PrinceHarry #Spare

A Parigi e Milano, in vista del centenario del Surrealismo (2024), terrà le prossime mostre d’arte, dedicate al fratello amatissimo, Andrea.

à suivre
Introduzione alla mia prossima mostra d’arte.
Dedicata a mio fratello Andrea

“Chère imagination, ce que j’aime surtout en toi, c’est que tu ne pardonnes pas. Le seul mot de liberté est tout ce qui m’exalte encore.” (André Breton, Manifestes du Surréalisme, p.14, Gallimard).

Per la storia della mia famiglia, leggi anche l’articolo “Bagutta, la Rive gauche di Milano”.

“(…) Mia madre, Melisa Garzonio, iniziò a collaborare con il Corriere della Sera, fin dagli anni ’80, (Dicembre 1985), scrivendo per le pagine culturali (Arte, Spettacoli, etc.) e il ViviMilano. Giornalista professionista, la sua pagina d’Arte settimanale sul ‘Vivi’ diventerà imprescindibile per la storia culturale della nostra Milano.

Milanese e gran lombarda, Melisa Garzonio, apparteneva ad una famiglia di industriali, come si diceva una volta. Il nonno Pietro (“il nostro tycoon”, come diceva lei), fondò una delle prime acciaierie d’Italia. Impresa industriale che nello specifico produceva molle d’acciaio, (ebbe tra i clienti la Piaggio), e fu poi ereditata dal padre, il commendatore e Cavaliere del Lavoro, Umberto Garzonio.

Vedi anche ‘Piazza Commendator Umberto Garzonio’ a Cuvio, (Varese, Lombardia), dove c’era la nostra casa di campagna, Villa Pinin, dal nome della mia cara, carissima nonna Pinin, (in via Camillo Benso conte di Cavour, n. 1) e il romanzo “Il pretore di Cuvio” di Piero Chiara (Arnoldo Mondadori Editore).”

(da “Bagutta, la Rive gauche di Milano” di Silvia S. Castello)

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Silvia S. Castello © 🎼

Autrice/Artiste, UK Royal Reporter. (Journaliste, già correspondant diplomatique près le Saint-Siège). American Notes. Cultural Politics & Ideas