Cronache dal Backlog — True Love

I won’t cry for the old eroge! I won’t! Well, maybe a little… but I will staunch the tears with righteous fury!

Ioannis Largo
Frequenza Critica
9 min readMar 30, 2020

--

true-love-copertina-personaggi

Questa cronaca inizia nel lontanissimo 2019, quando Fakku!, il più grande distributore di pornografia manga, ripropose al modico prezzo di 9,99$ True Love, un eroge pubblicato in Giappone ben venticinque anni fa dalla semisconosciuta Parsley.

true-love

Da mediocre eroge a titolo di culto

Negli anni Novanta la Parsley pubblicò diversi videogiochi a contenuto erotico e pornografico principalmente per il personal computer NEC PC-9801 (aka PC-98), ma senza riuscire a distinguersi. True Love fu pubblicato su PC-98 nel 1995 e su MS-DOS/Windows l’anno successivo, ma come gli altri titoli della Parsley non ebbe una grande fortuna in Giappone. Per uno strano scherzo del destino True Love sbarcò in occidente e divenne un gioco di culto.

True Love arrivò negli Stati Uniti nel 1999 grazie a JAST USA, distributore specializzato nella localizzazione di eroge. Forse qualcuno di voi, miei cari lettori, avrà letto della famosa trilogia della JAST: Season of Sakura; Runaway City and Three Sisters’ Story, tre eroge diventati anch’essi titoli di culto. In particolare Season of Sakura della Sakura Soft’s è stato spesso confuso come un sequel o un sequel apocrifo di True Love. Miei cari zoomer, in quel lontano 2000 internet non rivelava vita, morte e miracoli di qualsiasi giochino proveniente dal paese del Sol Levante, le poche notizie erano tutte il frutto delle rivelazioni di nostro zio-cugino, buttafuori per la Nintendo.

true-love-schermata

Gli ultimi anni Novanta videro l’arrivo dal Giappone di diversi videogiochi erotici e pornografici, spesso di una qualità nettamente superiore a una buona parte dei titoli occidentali, che a esclusione di qualche titolo come le avventure grafiche sboccate di Larry Laffer, oscillavano tra strip poker pixellosi, quiz/giochi di abilità dove si era premiati con qualche scenetta softcore o qualche spezzone da produzioni pornografiche, oppure titoli ispirati a un classico per Atari degli anni Ottanta come Custer’s Revenge come un clone tutto italico di Space Invaders dove si guidava un’astronave a forma di pene.

Il primo eroge ad arrivare in occidente è Cobra Mission: Panic in Cobra City nel 1992, una traduzione e conversione di un titolo pubblicato per PC-98 l’anno precedente. Numerosi titoli arrivarono negli anni successivi e in particolare il decennio 2002–2012 può essere giudicato come una vera e propria età dell’oro non solo per il numero dei titoli, ma soprattutto per la loro qualità. Qui lo dico e qui lo nego, senza un Crescendo o uno School Days voi zoomer non avreste mai potuto trastullare le vostre menti con Doki Doki Literature Club! Sì, la visual novel occidentale pseudofilosofica ha quei genitori. (Nota della Redazione: noi non ci assumiamo la responsabilità di queste ultime righe scritte)

In quella decina di anni che vanno dal 1992 al 2002 arrivarono in occidente diversi titoli: oltre a True Love arrivarono Knights of Xentar (Dragon Knight III), Nocturnal Illusion, i vari Viper della Sogna e la già citata trilogia della JAST, titoli pronti a entrare nel cuore e nell’ormone di diversi giocatori. Oltre a tutto ciò negli anni immediatamente successivi iniziarono a comparire diverse traduzioni amatoriali di titoli non arrivati in occidente o nuove traduzioni di quelli arrivati, queste ultime per il semplice motivo che le traduzioni “ufficiali” erano piene di errori e spesso diverse fasi del gioco non avevano senso. Traduzioni fatte con superficialità, perché tanto si vendeva il gioco per il suo aspetto hard o più innocentemente a colpi di fanservice. Le ragazze del già nominato Sakura’s Season erano simili (ma non così simili da spedire gli sviluppatori a Forum) alle protagoniste di Neon Genesis Evangelion e di Rayearth.

season-of-sakura-schermata-protagoniste-rayhearth
Schermata da Season of Sakura. «No, noi non conosciamo nessuna porta socchiusa ai confini del sole, nessuna Luce, Marina e Anemone, e la coca che girava negli studi Mediaset dove si occupavano di localizzazione.»

Qual è il potere dell’amore? Avere tra le mani quella guida!

Dopo questa breve lezione di storia, parliamo del nostro True Love e di come un titolo abbastanza mediocre sia diventato un gioco di culto. True Love non è diventato un gioco di culto per l’aspetto pornografico, per il design dei personaggi o per la storia, ma perché era un gioco maledettamente difficile: concludere il percorso narrativo e pure corporale con una delle ragazze richiedeva differenti run. Nei meandri più oscuri del web esisteva una guida che permetteva di conquistare nove delle dieci ragazze in un’unica run. Guida che io utilizzai anni, ma tanti anni fa.

true-love-infermiera
La qualità dei disegni non è un granché e tale screenshot lo dimostra.

True Love è stato spesso definito come dating sim, ossia simulatore di appuntamenti; categoria che io non apprezzo e preferisco limitarmi a un generico eroge aggiungendo quella di bishojo.

Noi interpreteremo il diciottenne Daisuke, un ragazzo senza nessuna qualità all’ultimo anno delle superiori. Un giorno il babbo di Daisuke preoccupato della tendenza del figlio a procrastinare tutto, del non preoccuparsi per il suo futuro e soprattutto del non avere una ragazza, decide di buttarlo fuori da casa affittandogli uno di quei canonici monolocali nipponici che abbiamo conosciuto grazie a videogiochi e anime. Viveremo gli ultimi mesi di scuola del nostro Daisuke sperando che scopra il vero amore.

true-love-calendario
Nel gioco avremo a disposizione un calendario con segnate le principali date. Inoltre è possibile anche acquistare degli oggetti in un negozio, buttare i propri yen in lotteria e blackjack.

Il nostro Daiuske è rappresentato da sei diversi valori: Passion (Sex appeal), Appearance (Aspetto fisico), Fatigue, Scholarship, Psychal Strength e Art; a questi si devono aggiungere gli yen in nostro possesso. A inizio run possiamo già settare alcuni valori decidendo se Daiuske è uno sportivo, un ragazzo all’ultima moda o uno studente provetto. La nostra giornata è composta da mattino, pomeriggio e sera; ovviamente nei giorni feriali la mattina è occupata dalla scuola, mentre nei restanti possiamo decidere di allenarci al mare, di andare in centro, di riposare, di studiare e così via. Queste attività influenzeranno i sei valori, ma se la nostra barra di fatica raggiunge un valore massimo, dovremo per forza riposare.

Le tracce strumentali non sono un granché, ma sono ascoltabili. Questa è quella “generica”, ma ogni protagonista femminile ha una propria traccia.

Durante questi due mesi incontreremo le dieci ragazze, tutte stereotipate al massimo: abbiamo quindi la canonica amica d’infanzia, la ragazza misteriosa appena trasferita da un’altra scuola, la ragazza deboluccia con un talento per l’arte, la capitana della squadra di nuoto, la prima della classe figlia di uno dei più grandi industriali di Tokyo e così via. Queste ragazze mica cadranno tra le braccia di Daisuke come una qualsiasi svergognata dei peggiori eroge fantasy: il nostro Daisuke dovrà raggiungere dei determinati valori, per il semplice motivo che la studentessa modello mai potrà essere interessata a un nullafacente che passa la sera tra un night e un cafè. Ecco la difficoltà di True Love, gestire i valori delle sei caratteristiche, organizzare bene la giornata e pregare di sbloccare un particolare evento con una delle ragazze. Sì, miei cari lettori, savescumming cieco a volontà.

true-love-bruco
«Oh no! Daisuke-chan salvami da questo bruco! Sì, io la campionessa di nuoto dal cuore duro come l'acciaio e con il caschetto da tomboy ha paura di un semplice bruco e ha bisogno di un uomo che mi protegga. Sì, è una cosa così stereotipata da essere presente nel 87% delle produzioni nipponiche. Sì, la debole professoressa d’arte con gli occhialini è capace di menare cinque pervertiti armati di coltello manco fosse il Dragone di Dojima.»

Come in ogni visual novel bishojuo, ovvero protagonista maschile circondato da tante ragazze, anche in True Love le nostre protagoniste hanno subito un trauma che blocca la totale espressione della loro personalità. Ovviamente essendo True Love un eroge, la totale espressione della personalità delle protagoniste significa concedere i loro vergini corpi a Daisuke. I traumi sono semplici e ovviamente stereotipati: le nostre ragazze cercano un uomo che faccia scoprire il piacere della vita (e non solo la canonica attività sessuale) o che le domi, perché dietro a ogni tomboy e dietro a ogni infermiera sexy c’è sempre una povera debole donna che ha bisogno di un uomo forte e gagliardo. Sì, un qualcosa di molto, ma molto maschilista, ma è una caratteristica intrinseca di quasi tutta la totalità degli eroge di quel tempo. L’adolescente nipponico con le occhiaie o il colletto bianco che lavora per la Arasaka in un misero cubicolo desidera non solo possedere carnalmente in un lago di sudore e di fluidi corporali la compagna di classe timida o la segretaria dallo sguardo glaciale, ma salvarle dalla loro presunta patetica esistenza. Sono presenti anche dei personaggi maschili, esclusivamente rivali in amore interessati all’aspetto carnale delle nostre protagoniste e pronti ad azioni sconsiderate per possederle; però uno di questi rivali non è interessato alle ragazze, ma a Daisuke. Sì, uno dei finali raggiungibili vede lo sbocciare di un amore omosessuale; questo finale ha spesso ricevuto delle critiche non per la sua presenza, ma perché trattato come una bad and funny ending.

true-love-schermata-rivale-maschile
Vogliamo lasciarci sfuggire questo bocconcino? È lo stesso modello utilizzato per due delle protagoniste? Sì! Ecco perché in Giappone True Love non ebbe fortuna.

Ma ora

I’m Ioannis and I’ll leave you with what we all came here to see: HARDCORE NUDITY!

Ed ecco miei cari lettori il momento a cui stavamo tanto aspettando: sesso! Sì, ma anche qui è necessaria una piccola digressione. Non andate via, è piccola, giuro.

Alcuni mesi fa ho letto un interessante articolo sulla storia della diffusione della pornografia in Italia dalla fine degli anni Settanta. Non ricordo l’articolo o il sito (e spero che qualcuno mi dia una mano), ma partendo dall’assenza di produzioni pornografiche italiane negli anni Settanta per questioni legali, si è osservata negli anni la trasformazione dei contenuti delle produzioni pornografiche, spesso divenute violente ed estreme. Un qualcosa del genere è avvenuto anche nel paese del Sol Levante e nelle produzioni eroge: il sesso rappresentato in questi giochi anni 90 è molto semplice, addirittura innocente rispetto agli eroge contemporanei. I Lightning Warrior Raidy della metà degli anni 90, pur con contenuti estremi, sembrano puri e innocenti, forse banali rispetto alle odierne avventure delle taimanins.

Questo vale anche per True Love, quindi non aspettatevi degradazione, corruzione e litri di seme maschile.(Mi fermo qui perché Dama è innocente e puro, e arrossisce anche quando obbligo tutta la redazione ad ascoltare l’ultimo capitolo della mia furry-slash fan fiction). Le scene di sesso dovrebbero essere undici, solo una protagonista ha due scene. Normalmente sono tre, massimo quattro schermate statiche, che si sovrappongono. Esistono alcune versioni di True Love censurate: alcune nei quali i genitali maschili sono assenti (delimitati), altre dove le scene di sesso sono state tagliate. Personalmente non so se la prima versione arrivata in Occidente abbia avuto queste censure, o queste siano avvenute durante la sua trasformazione in abadonware.

true-love-carrot
Uno dei finali raggiungibili. Sì, la battuta finale è degna del peggior teen movie americano.

Siamo arrivati alla conclusione di questa cronaca e voi mi domanderete: devo acquistare o scaricare True Love? Io rispondo semplicemente con un nì, se volete conoscere un titolo di culto di due decenni fa, fate pure; ma sono convinto che oggi esistono titoli nettamente superiori per qualità, benché in questi ultimi anni il mercato è esploso con l’arrivo in occidente di numerosi titoli infimi o peggio di occidentali che propongono eroge fatti con un sputo a prezzi irrisori per spennare innocenti weebs. Se volete conoscere per motivi storici ed educativi questi titoli degli anni Novanta (non lo dico io, eh!), la Jast Usa ha proposto sei titoli da giocare gratuitamente sul sito con il titolo Jast USA Classic.

muà-after-true-love
Reazione di muà a tale disclaimer su Jast Usa Classic: «These titles are to be used for historical and educational purposes only. The situations, images and characters are products of their time, and these depictions may not follow the views or values of today’s society. They are preserved as a record of video game history, because to do otherwise would be rewriting our past.»

È l’ora dei link interni!

Prima dell’arrivo delle mazze mediche:

  • A proposito di un ragazzo circondato da ragazze. Ricordate quella volta che ho giocato al primo capitolo di Sakura Wars e ogni trentacinque ore scoppio a piangere perché non esiste una traduzione in inglese del secondo capitolo? No, allora leggete qui.
  • A proposito del nostro amico Nippone, Alteridan ha parlato dei problemi di Fire Emblem: Three Houses.
  • Holy fucking crap Lois it’s Sans! Ossia la guida in sette parti dedicata a Undertale.
  • Luigi “abyssent” Peccerillo ha provato la demo del remake di Final Fantasy VII.
  • Luca “Master Hayabusa” Sapora scrive di Nioh. Ricordate quando i giochi erano difficili? Pensate che io ho difficoltà a superare il quarto livello di Putt-Putt does Dallas.

--

--