Prima di parlare di tecnologia e didattica, contiamo fino a… sei.
Mentre scrivevo il mio breve saggio Il digitale e la scuola italiana, due anni fa, temevo che già al momento di andare in stampa le cose che stavo scrivendo sarebbero presto apparse superate: i ritmi della tecnologia, si sa, sono molto rapidi ed era verosimile che gli scenari cambiassero presto.
Ora, a quasi un anno dall’uscita del libro e dalla nascita di questo spazio di approfondimento on line su Medium, mi trovo a constatare che non solo gli argomenti risultano ancora attuali, ma che mai come in questo ambito repetita iuvant, dato che purtroppo il dibattito continua a essere impostato sulla dicotomia digitale vs. tradizione, libro vs. tablet. Ma si tratta di una discussione incentrata sui dispositivi e le tecnologie e non, come dovrebbe essere, sulla didattica e le metodologie.
Vorrei quindi riassumere in questo articolo i presupposti che ritengo essenziali quando si parla di tecnologie e didattica e che ho già esposto in vari interventi nel corso di questi mesi.
- Prima di tutto è necessario distinguere tra tecnologie come strumenti (dispositivi) e tecnologie come logiche, ovvero sistemi improntati alla condivisione piuttosto che alla gerarchizzazione, dove l’apprendimento è una pratica sociale di impronta costruttivista.
- Riprendendo le parole di Piercesare Rivoltella, giova sempre sottolineare che le tecnologie non devono essere sostitutive, ma integrative: quindi non ragionare per esclusione, ma per inclusione.
- No all’uso della tecnologia che parte dallo strumento, sì all’integrazione delle tecnologie che parte dal metodo e dai contenuti didattici. Quindi la domanda da porsi non è “come devo usarla”, quanto piuttosto “posso utilizzarla per lo scopo che voglio raggiungere?”
- Uno dei presupposti essenziali per impostare il dibattito in maniera lucida, serena e costruttiva è che senza una cornice metodologica adeguata, senza una programmazione adeguata, non si fa altro che inserire del vino vecchio in un contenitore nuovo.
- I ragazzi hanno maggiore confidenza tecnologica, ma mancano di consapevolezza: la domanda da porsi in questo caso è: “volete che i vostri figli si avvicinino in modo corretto e consapevole alle tecnologie?”
- In definitiva, quindi, smettiamola di essere ossessionati dai dispositivi e concentriamoci invece sull’apprendimento.
Per una ulteriore sintesi, si può partire da sole tre domande fondamentali:
— cosa si intende per tecnologia?
— Perché è necessario integrare le tecnologie nella didattica?
— In che modo è più opportuno farlo?
Per tutto il resto, c’è il mio saggio, con i suoi link e i riferimenti ad articoli, libri e opinioni molto più autorevoli della mia.