Care giver o “dona-cure”?

Rosaria Perini
Parkinson a Porte Aperte
5 min readSep 15, 2021

Parliamone a proposito di rane… bollite!

Rosaria Perini

Just now·5 min read

Photo by Omar Mena on Unsplash

“Care giver”… Tradotto alla lettera è “colui o colei che dona cure”. Dette in italiano queste parole arrivano al cuore … perché usare l’inglese?

Quindi, nelle righe che seguiranno, mi riferirò ai “dona-cure”, categoria di cui anche io faccio parte, sia come operatore del benessere, sia come familiare che assiste il proprio caro.

Mai mi sarei aspettata, durante il mio percorso di formazione nella relazione d’aiuto, che tutte le abilità che acquisivo per accompagnare persone in difficoltà mi sarebbero tornate utili per “supportare me stessa” e per scegliere gli operatori giusti per essere accompagnata lungo questa impervia strada di assistenza al familiare.

Riporterò qui la mia esperienza personale, consapevole del fatto che tutto ciò che scriverò sarà soggettivo. Ma forse potrà essere spunto di riflessione rispetto al vissuto di tutti i “dona-cure” che avranno la pazienza e la bontà di leggermi con curiosità e apertura.

“Dona-cure” consapevole o rana bollita?

Per parlare di cosa potrebbe succedere alle persone che si prendono cura di un familiare, soprattutto se convivente, voglio rifarmi alla teoria di Noam Chomsky[1]:

Chomsy e teoria della rana bollita

Certe malattie, come il Parkinson, arrivano con sintomi lievi che man mano aumentano di intensità e frequenza diventando più severi con tempi e caratteristiche diverse da persona a persona.

Ogni ammalato ha il suo decorso e come “dona-cure” ho dovuto trovare, man mano, il modo di adeguarmi alle varie esigenze e difficoltà per prestare la mia assistenza al meglio affinché la mia presenza risultasse “affettuosa ed efficace”. Ho dovuto, però, assoggettarmi a rinunce personali e il rischio di diventare “rana bollita” è stato sempre molto alto!

È per questo che sto scrivendo questo articolo, per invitare tutti i “dona-cure” a prestare attenzione e premure di qualità anche e soprattutto a sé stessi.

Prima di continuare invito alla lettura di queste poche righe che sono nell’ultima pagina, quella delle conclusioni, del bellissimo libro autobiografico di Michela Cancelliere[2] in cui racconta come riesce a far diventare una risorsa la sua condizione di Parkinsoniana.

Michela Cancelliere “Miss Parkinson”

In modo molto intelligente, rispettoso e “riconoscente”, parla (non solo nell’ultima pagina ma in tutto il libro) delle PERSONE CHE SCELGONO di assisterla e accompagnarla amorosamente accogliendola per come è.

Ma gli ammalati, non solo quelli con il Parkinson, potrebbero non essere tutti così empatici con chi si prende cura di loro perché, nella maggior parte dei casi, si identificano nelle difficoltà che vivono e, inconsapevolmente, cercano di trascinare nel vortice della loro disperazione proprio le persone che a loro sono più vicine.

Per quanto mi riguarda, avendo anche io scelto di star vicino a chi ne ha bisogno, so di poter perdere il senso di me stessa e di rischiare il burnout se non rispetto, proteggo e nutro il mio bagaglio energetico.

burnout
Photo by Tangerine Newt on Unsplash

Io non voglio finire come la rana bollita!

Se riesco a evitare di annullarmi e a prendere la giusta distanza dalle difficoltà che mi si presentano generosamente tutti i giorni e anche tutte le notti, riesco a donar meglio le cure che sono necessarie.

Per questo faccio tesoro della consapevolezza corporea ed emotiva che deriva dalla pratica della bioenergetica, del focusing e dello shiatsu. Grazie a queste tre discipline rimango in contatto con quel che sento, con come lo sento nel corpo (nel bene e nel male) e posso trasformarlo in risorsa preservando le mie energie.

Questo mi permette di dire dei no e dei sì necessari e sacrosanti, anche se molto difficili, affinché diventino l’impalcatura che regge tutta la relazione d’aiuto. Come riesco a costruire tutto ciò?

Prendendomi tempo di qualità e uno spazio protetto per me stessa dove praticare il movimento bioenergetico e l’autoascolto con il focusing. Questo mi permette di stabilire la giusta distanza nelle situazioni più critiche, di ottenere e difendere la mia autonomia e, quindi, di preservare e promuovere il mio benessere e la mia buona vita.

Penso che il lavoro corporeo, condotto bioenergeticamente e la rieducazione emozionale fatta con il focusing siano indispensabili per i “dona-cure” e per gli ammalati stessi per poter risvegliare aspetti fisici sopiti, riscoprire abilità dimenticate e ricontattare emozioni da ascoltare in modo nuovo o diverso.

Potrebbe essere buona pratica poter fare l’esercizio bioenergetico tutti insieme, ammalati e “dona-cure”, con una affettuosa e divertente complicità. Questa esperienza potrebbe essere molto utile per la reciproca comprensione delle difficoltà (non solo fisiche) che si possono incontrare e per rinforzare, di conseguenza, la relazione e la collaborazione.

Affido direttamente ad Alexander Lowen[3] la descrizione dell’efficacia dell’esercizio bioenergetico e della bioenergetica, la tecnica grazie alla quale è possibile riconnettersi al proprio corpo per ascoltarlo e seguirne le indicazioni, partendo da quelle basilari e cioè:

descrizione dell’esercizio bioenergetico e della sua efficacia

Il corpo non mente e la consapevolezza corporea ed emotiva che deriva dal sapere come ascoltarlo ci fa percepire la vita/energia che scorre dentro di noi per proteggerla e alimentarla. Ciò ci aiuta ad autoregolarci, a rispettarci e a trovare la strada del piacere e della gioia di vivere.

Quando il “dona-cure” ha “buona cura di sé” può dedicarsi ad altri senza rinunciare alla buona vita che merita!

Bibliografia

[1] Noam Chomsky — Media e Potere ed. Bepress 2014 p.75

[2] Michela Cancelliere — Miss Parkinson — ed. San Paolo 2007

[3] Alexander Lowen — Bioenergetica — ed. Feltrinelli aprile 1998 pag.4 di copertina

Leggere su https://parkinsonaporteaperte.com/ anche :

Bioenergetica: https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/lesercizio-bioenergetico-e-il-parkinson-4875f596920d

Focusing: https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/il-focusing-per-il-parkinson-d75501e82946

Movimento e musica: https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/il-corpo-%C3%A8-maestro-musica-maestro-9a8f8310f15a

Esercizi per il viso: https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/ti-si-legge-in-faccia-ca4e8af3488e

Rosaria Perini

Bioenergetica, Focusing e Shiatsu… Per prevenire lo stress e promuovere la salute!

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