Prevenire è meglio che curare!

Come intendiamo la manutenzione negli Aeroporti di Milano

SEA Milan Airports
SEA — Where Travel Begins
9 min readMar 3, 2020

--

L’officina di Linate

DDire la parola“manutenzione” evoca, il più delle volte, un collegamento istintivo con le parole “riparazione” e “guasto”: si ripara ciò che si rompe, si sistema quel che non funziona più, e poi si torna a lavorare. Questo in certi casi può essere vero, ma non è sempre così.

A ben pensarci il termine manutenzione indica qualcosa di più ampio, come suggerisce l’etimologia della parola stessa: essa infatti deriva dal latino medievale manutentio -onis, derivato a sua volta di manu tenēre — tenere in mano (quindi al sicuro) o, meglio ancora, ‘mantenere’, tenere in buono stato. Mantenere è in effetti uno dei termini che rendono meglio l’idea di che cosa si occupino i colleghi che lavorano nelle Manutenzioni negli aeroporti di Linate e di Malpensa.

Questa assieme ad altre: migliorare, prevenire, supportare.

Un lavoro più complesso di quanto ti aspetteresti

Quello delle Manutenzioni è un ruolo che riguarda diverse aree dei nostri aeroporti, anche molto distanti tra loro. Dalla mera manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi presenti in piazzale (quelli di proprietà di SEA e di SEA Prime, oltre ai mezzi dei clienti come Airport Handling, Avia Partner, Universal Aviation…) fino al supporto alle altre aree operative come il BHS (per esempio, con piccoli interventi di carpenteria) o persino l’ufficio IT (con il team di carrozzieri e carpentieri impiegato nella realizzazione dei nuovi supporti dei totem che presto si troveranno in tutta l’aerostazione).

Oltre a queste attività, già di per sé varie, i due team delle manutenzioni dei nostri aeroporti intervengono attivamente sui diversi mezzi del nostro piazzale, apportando vere e proprie migliorie che ne migliorano notevolmente le prestazioni. Un esempio pratico?

A Linate abbiamo 14 cobus, di cui 3 sprovvisti di climatizzazione separata al posto guida, mentre gli altri 11 hanno la doppia climatizzazione posto guida/lato passeggeri. Nel caso dei primi tre questo implica che gli autisti nel periodo estivo vadano in affanno per via del caldo percepito, costringendoci a impiegarli soltanto alle prime ore del mattino e alle ultime ore della giornata. In questo caso il nostro team delle Manutenzioni ha studiato una soluzione non invasiva ma efficace per migliorare la loro climatizzazione, installando delle bocchette supplementari collegate all’impianto di refrigerazione, mantenendo la conformità dei mezzi. In questo modo abbiamo migliorato le condizioni di lavoro dei nostri colleghi su questi cobus e, di conseguenza, la loro resa sul campo, riportandoli al 100% dell’operatività.

La “manutenzione preventiva”, un modo innovativo di manutenere il nostro parco mezzi

Come dicevamo nella premessa, il tema centrale della manutenzione è il mantenimento, più che la riparazione. Per questo motivo nei nostri aeroporti esiste una terza forma di manutenzione, che negli ultimi tempi stiamo sviluppando come unica modalità di lavoro: la cosiddetta manutenzione predittiva. Questa evita che i mezzi arrivino al limite delle loro prestazioni, di fatto anticipando i guasti da usura.

Certo, il guasto capita e capiterà sempre. L’obiettivo però è di portare questi casi al 10% di quanti non ne avvenissero prima.

Il trucco sta nel cambiare la modalità di lavoro, passando dall’idea di necessità-intervento a quella di scadenza-prevenzione: abbiamo elaborato uno schema manutentivo in cui si possiamo vedere al colpo d’occhio tutte le scadenze di revisione che abbiamo stimato per ogni mezzo e il loro stato di avanzamento (aggiornato ogni 15 giorni). Su alcuni mezzi abbiamo anche ridotto il tempo tra una manutenzione e l’altra rispetto a quello indicato dalla casa produttrice, tarandolo sulla nostra tipologia di lavoro (ovviamente diversa tra Linate e Malpensa).

Se, per esempio, è stato stabilito che dopo 150 ore di utilizzo un push-back deve essere revisionato, arrivato a quota 100 ore entrerà nel report. In questo modo, qualora avesse necessità di un intervento prima della scadenza delle 150 ore, l’operatore saprà che a breve quel mezzo dovrà essere revisionato e, nel caso, anticiperà il controllo e la manutenzione.

Questo porta inevitabilmente a un brusco calo delle manutenzioni straordinarie

Potendo monitorare tutto il processo manutentivo, vengono individuati più facilmente tutta una serie di dettagli che diversamente diventerebbero evidenti solo a seguito di un guasto o di un’avaria, come tubi usurati che si stanno bucando, cablaggi che si stanno fessurando o piccole “cricche nel telaio dovute agli urti dei mezzi.

Un team ampio, composto da professionisti

Come abbiamo detto, le Manutenzioni giocano un ruolo centrale nell’intricato meccanismo che sono gli aeroporti di Milano. Qualora sbagliassero un intervento in piazzale, l’aerostazione andrebbe in ritardo. Se sbagliassero la riparazione di un mezzo, l’handler andrebbe in sofferenza e accumulerebbe ritardo sotto l’aeromobile. Per questo questa particolare area è inevitabilmente parte del complesso ciclo di qualità e puntualità che coinvolge i nostri scali di Linate e di Malpensa.

Insomma, quando i ragazzi delle Manutenzioni lavorano bene, non li si nota.

Ma chi sono i ragazzi delle Manutenzioni, questi “eroi silenziosi” che nessun passeggero vede? Della direzione sono ben 42 colleghi, tra impiegati e operativi. Questi ultimi, quelli che giocano la partita “sul campo” ogni giorno, si dividono in 3 “famiglie professionali”:

  • carrozzieri e carpentieri, che si occupano di lamiere, saldature e verniciature
  • elettrauto ed elettricisti, che trattano corrente fino a 80 volt (ma che a breve con l’arrivo dei nuovi mezzi elettrici tratteranno sistemi da oltre 600 volt)
  • motoristi puri, che si occupano prevalentemente di motori endotermici, impianti idraulici, gruppi freno, cambi, frizioni… insomma, la meccanica che abbiamo sulle nostre automobili
  • il team di lavaggio e rifornimento (anche detto punto avanzato), che si occupa dell’igienizzazione settimanale delle botti dell’acqua (con tanto di campionamenti e analisi), della gestione delle forature, del rifornimento dei mezzi in piazzale e della gestione della stazione carburante.

Ognuno di questi gruppi segue più di un programma di formazione, tra quelli offerti dalle case madri per ogni nuovo mezzo presente sui nostri piazzali, e i corsi specifici (come il PAV e il PES, oppure i nuovi sviluppi dell’idraulica, o la gestione dei nuovi computer di bordo diagnosticabili da remoto…) volti a far crescere professionalmente ogni collega.

In questo modo puntiamo a sviluppare le nostre persone insieme ai nostri aeroporti e alle nuove tecnologie che stiamo implementando, senza lasciare indietro nessuno.

Gli interventi sottobordo, una vera emergenza da gestire nella normalità

Tutti gli interventi delle Manutenzioni sono a loro modo critici, ma ogni intervento sottobordo è da trattare con le pinze, alla stregua di un’emergenza. Non c’è margine di errore, inoltre i tempi stretti e la pericolosità degli interventi in piazzale rendono il tutto ancora più difficile. Prendiamo l’esempio di un problema al nastro semovente.

Nastro semovente in funzione

Gli addetti stanno scaricando le valige quando il nastro si blocca: hanno i tempi contati prima di procurare ritardo all’intera aerostazione. In questo caso c’è un ufficio dedicato che è l’RHT Pegaso (ovvero il responsabile in turno di Airport Handling) che riceve la chiamata dal loro operatore sul campo e la gira al nostro punto avanzato, all’operatore che si occuperà dell’assistenza in piazzale. Entro 5 minuti il team dovrà essere in piazzola a verificare lo stato del mezzo: se possibile verrà rimesso subito in funzione, diversamente entrerà in gioco il team della Manutenzione, con conseguente sostituzione del mezzo (che sarà già stato allertato preventivamente dall’RHT Pegaso).

Questo è solo uno dei tanti tipi di intervento sottobordo che può capitare di dover gestire in aeroporto. A prescindere da ciò, la tecnologia e le normative ICAO si stanno muovendo per ridurre sempre di più i contatti tra mezzi e aeromobile (diminuendo quindi il rischio di collisioni indesiderate) e la necessità di alcuni mezzi sul piazzale. Un esempio in questo senso sono le torrette di alimentazione da 400 Hz che presto saranno in funzione a Linate: grazie ad esse gli aeromobili non avranno più bisogno di una generatrice a gasolio mobile per essere ricaricati (una delle maggiori criticità presenti adesso in piazzale).

Gli interventi in piazzale

Non esistono soltanto gli interventi sottobordo, questo è chiaro. Può accadere, nel via-vai di mezzi in piazzale, che avvengano delle collisioni tra mezzi operativi. La stragrande maggioranza delle volte non si tratta di nulla di grave, ma comunque il team delle Manutenzioni deve intervenire puntualmente senza lasciare nulla al caso. Prendiamo l’esempio di un contatto tra due mezzi in piazzale.

In questo caso le Manutenzioni intervengono subito per fornire assistenza al mezzo, effettuare l’eventuale depanage e procedere alla riparazione, mentre la Security e l’RHT Pegaso intervengono per la rilevazione dell’incidente, in ottemperanza al Safety Management System di SEA. Questi poi emetteranno un Ground Sagety Report che servirà successivamente per le dovute valutazioni assicurative e dei costi di intervento (ricordiamoci che gli handler, per SEA, sono veri e propri clienti, che pagano per le prestazioni di manutenzione). Se poi ci fosse stato uno sversamento d’olio sul piazzale, allora interverrebbe il team di Infrastrutture per procedere alla rimozione e alla messa in sicurezza.

Come sempre, si tratta di procedure molto complesse per garantire il massimo dell’efficienza e della sicurezza.

Il piazzale di Malpensa

Due aeroporti, una sola grande squadra

Senza un buon spirito di squadra sarebbe impossibile far fronte alla mole di lavoro che c’è dietro al buon funzionamento di un aeroporto, piccolo o grande che sia. In SEA lo sappiamo bene, dovendo gestire due scali di così diverse dimensioni.

Le nostre Persone

Questo vale anche e soprattutto per un team come quello delle Manutenzioni, che di fatto opera parallelamente con due team distinti su Linate e Malpensa senza che si incontrino mai durante le operazioni quotidiane (ma condividendo le gioie e i dolori dello stesso mestiere)…

…fatta eccezione per il periodo del Bridge!

Durante il Bridge a Linate era rimasta soltanto una piccola squadra per dare supporto alla società Vitali incaricata del rifacimento della pista, che si sarebbe occupata anche della manutenzione straordinaria (e preventiva, essendo luglio) di tutti i mezzi della neve. Gli altri colleghi si erano trasferiti a MXP, come viene chiamata Malpensa tra gli addetti ai lavori.

I mezzi presenti a Linate duranti il Bridge… un po’ diversi da quelli a cui siamo abituati!

Nonostante la fatica dovuta al cambiamento di orari e luogo di lavoro, tutti ne hanno parlato come di una bella esperienza, con risvolti anche parecchio interessanti: i colleghi di Malpensa e quelli di Linate hanno potuto vedere i rispettivi modi di lavorare, imparando gli uni dagli altri e aiutandosi in un momento di particolare stress per il nostro scalo, si sono trovati nuovi modi di lavorare e di collaborare, si sono scambiati consigli e best practices e, non ultimo, hanno potuto vedere il lavoro in un aeroporto diverso, completamente pieno per tre mesi!

A sinistra Matteo, del team di Linate, e a destra Diego, di Malpensa (scatto ottenuto per il progetto di racconto del Bridge)

Insomma, un’impresa che ha visto tutti coinvolti e uniti per qualcosa di più grande… la Grande Sfida degli Aeroporti di Milano. E, alla fine di tutto, tra alcuni sono addirittura nate delle amicizie al di là del lavoro!

Questo è il frutto della collaborazione sincera e dello spirito di squadra. Questo succede quando, oltre a essere Professionisti, ci ricordiamo di essere Persone. Evviva le Manutenzioni di SEA!

--

--