John Brisby

Giada Farrah Fowler
UP SERIES

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A 7 anni

John Brisby, 7 primavere:
“É una buona idea pagare la retta scolastica. Se non pagassimo la scuola sarebbe affollatissima! Quando lascerò questa scuola andrò a Connaught Court, poi alla Westminster Boarding School, se passo l’esame. Dopo credo di andare a Cambridge, alla Trinity Hall”.

Già a quell’età dichiarava di leggere l’Observer e il Times; come da previsioni, passò l’esame, e a 14 anni lo trovammo proprio alla Westminster in cui — come ci mostrò con orgoglio — ci sono dieci pianoforti, sale prova, associazioni coristiche. La musica è importante ma è difficile fare il grande
passo per un pianista, solo in pochi ci riescono, quindi dovrà rimanere solo una passione, che non lo distolga dagli obiettivi prioritari della sua vita.
Nonostante la giovane età ha già visitato l’Italia, la Francia, la Spagna, è stato molte volte in Svizzera. Non frequenta ragazzi di ambienti sociali differenti dal suo e non avverte questo fatto come una carenza, ma sostiene che le differenze di classe si siano comunque molto accorciate:

“Voglio dire, una volta un duca comandava tutti quanti e invece adesso…”

Invece adesso i genitori gli danno 8 scellini a settimana e deve farseli bastare: li spende quasi tutti per la sua collezione di francobolli.
Da grande non vorrebbe essere costretto a fare lo stesso lavoro tutti i giorni,
vorrebbe avere soldi a sufficienza per poter coltivare anche i propri interessi. É ambizioso, vuole fama e potere politico, da non acquisire tramite la spietatezza, ma per mezzo della sua forza mentale.
Sta pensando di intraprendere la carriera legale per poi essere eletto in Parlamento. Non crede che l’Inghilterra cambierà molto in futuro, è
un paese tradizionalista. Avrebbe sicuramente votato per i conservatori e, già a questa età, ha idee piuttosto reazionarie:

“Non permetterei gli scioperi. Istituirei un tribunale che i lavoratori potrebbero interpellare per le paghe, e il tribunale avrebbe l’ultima parola, se dice ‘niente aumenti’… niente aumenti! Non trovo giusto che la gente venga pagata anche se non lavora, ed è quello che accade con i sindacati. É davvero irresponsabile, tutti vorremmo più soldi di quelli che abbiamo, ma che succederebbe se smettessimo tutti di lavorare perché vogliamo più soldi?”.

A 21 anni

A 21 anni frequenta l’ultimo anno della Facoltà di Legge di Christchurch a Oxford, un luogo con un’atmosfera di cultura ed eternità che rispecchia i suoi gusti personali.
Sostiene che chiunque potrebbe permettersi di far studiare lì i propri figli: chi lavora alle catene di montaggio delle industrie automobilistiche ha un salario più che decoroso e, se volesse, potrebbe permettersi le scuole private, ma questa non è una priorità per alcuni, come non lo è avere una macchina elegante.
É molto giovane, ma ammette di essere “all’antica”, è preoccupato per la
disgregazione della famiglia, per una disonestà sempre crescente nel campo degli affari, per una società troppo permissiva in cui le persone sono estremamente individualiste: il tutto, dice, è dovuto all’invasione dello stile di vita americano, tendenza purtroppo inarrestabile; i suoi valori però sono al sicuro, verranno tramandati ai suoi figli, a costo di ritrovarsi isolato, ritiene che i suoi principi siano validi, non importa se sono qualcuno li considera medioevali.
Avere più opportunità a suo avviso non è ingiusto: non sarebbe giusto avere delle opportunità e non sfruttarle al massimo. Non c’è niente di male finché le persone non abusano dei propri privilegi: se ci si comporta in maniera responsabile si crea una società stabile e strutturata.
Non approva chi decide di emigrare o di investire all’estero, crede che sia un preciso dovere morale essere riconoscenti nei confronti del paese che ti ha consentito di accumulare beni.
Rispetto alle Up series è estremamente critico: il documentario è approssimativo, non dà un quadro realistico della situazione, tende a generalizzare e a nascondere il fatto che se lui, Charles e Andrew hanno raggiunto senza difficoltà le mete decise già all’età di sette anni, lo hanno fatto passando le notti in bianco, studiando faticosamente e non per diritto di nascita. Ritraendoli in quel modo è ovvio che non sarebbero piaciuti al pubblico. Ciò che lo preoccupa è l’invidia e l’odio di classe che ne deriva, fomentato da elementi sovversivi.

A 28 anni è fidanzato ed è un avvocato di successo presso l’Alta Corte di Giustizia: preferisce non essere intervistato. Lo ritroviamo a 35 anni, è diventato procuratore legale, si è specializzato in diritto aziendale e si è sposato con Claire, figlia di un ex ambasciatore bulgaro.
Si sono conosciuti per caso, ma le loro origini comuni li hanno subito uniti: anche sua madre era bulgara, il suo trisavolo era Primo Ministro della Bulgaria quando il Paese venne liberato dal dominio turco, nel 1879.
John ci tiene a presentare l’associazione a scopo benefico “Amici della Bulgaria”, fondata nel 1991, che raccoglie fondi destinati alla sanità del Paese e sovvenziona alcuni istituti di assistenza a Stara Zagora: non era prevista alcuna forma di educazione per i bambini disabili, quindi Brisby lavora per dare vita a progetti di educazione parallela per questi ragazzi.
In Inghilterra si dibatte da sempre sulle scarse risorse destinate alla sanità pubblica, ma chi sostiene che il governo non faccia abbastanza, a suo avviso,
dovrebbe recarsi in Bulgaria per capire cosa significa davvero essere privi di fondi: lì in alcuni ospedali è impossibile operare nonostante gli ottimi medici per mancanza di anestetici, in alcuni orfanotrofi mancano cose semplici come il sapone.
Se avesse un figlio vorrebbe che frequentasse la scuola di Westminster: offre
insegnanti migliori, anche se al suo tempo la scuola era dotata di pochi mezzi tecnologici, computer o laboratori di lingua, che oggi molte scuole statali hanno in abbondanza, investimento secondo lui poco adeguato, visto che le risorse potrebbero essere destinate ad assumere insegnanti più qualificati.

Intanto però l’età avanza e lui trascorre il suo tempo libero nella casa di campagna a fare giardinaggio e ad esercitarsi con il pianoforte. Nominato Patrocinante per la Corona, pensa ancora — arrivato alla mezza età — di candidarsi in politica, ma ormai il suo unico interesse nei confronti della prosecuzione del documentario è rivolto a sponsorizzare la sua associazione benefica.
Ancora oggi si rammarica che il preside della sua scuola lo abbia segnalato per il programma:

“Ogni sette anni mi viene iniettato un po’ di veleno”.

Ad essere obiettivi, tutto nel documentario sembrava far parte di un indistruttibile diritto di nascita: ciò che è mai stato mostrato agli spettatori fino all’episodio del 2012 è che suo padre era morto quando aveva soltanto nove anni, lasciando sua madre in condizioni finanziarie disagiate e che, per entrare a Oxford, John ha ottenuto per merito una borsa di studio: finalmente un afflato di umanità in un personaggio facile da giudicare come forte ed arrogante, che sicuramente ha tratto enormi benefici dal suo background, ma che senza la sua determinazione forse non avrebbe raggiunto molti dei risultati per i quali può guardare con tranquillità al proprio futuro.

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Giada Farrah Fowler
UP SERIES

Opinion leader, socia Aci, trascrittrice braille, testimone oculare, insegnante di cockney. Un'infanzia tormentata e un'adolescenza anche più dolorosa.