Videogiochi e David Lynch: una lista non esaustiva
“Diane, ora ignota, non so dove mi trovo.”
“Diane, ore 08:49 del mattino. La mia giornata è iniziata con una tazza bollente di caffe, nero come le notti qui a Twin Peaks… Norma è sempre la numero uno… ovviamente accompagnata da una deliziosa fetta di torta alle ciliegie del Double R, ormai un mio appuntamento quotidiano. Dopodichè mi sono messo in viaggio sulla mia auto. Ieri ho ricevuto una strana missiva, mi indicava di recarmi in un posto non meglio precisato nelle vicinanze, qui fra i boschi di Twin Peaks. Non credo che avrò molta fortuna, ma ora come ora è una delle poche piste che mi sono rimaste. Ah, Diane, almeno avrò modo di esplorare le foreste di questa zona! Non credo di aver mai visto tanti alberi in tutta la mia vita! Un giorno ti ci porterò qui a Twin Peaks… questo posto comincia a piacermi sempre di più.”
Alan Wake, Remedy (2010)
“Diane, ore 03:59 pomeridiane, o così dice il mio orologio almeno. Per quanto sia difficile da credere, sono di nuovo alla tavola calda di Norma ma… lei non è Norma. Tutto ricorda il Double R, i tavoli, gli indumenti, la disposizione del locale… eppure non è il Double R. C’è persino la signora Ceppo, solo che non ha un pezzo di legno fra le braccia ma una…lampada?
“Diane, non so davvero spiegare cosa stia succedendo. Eppure ho la sensazione che qui qualcosa non vada, ho come l’impressione di un mondo… condannato alla ripetizione, come se non potessi aspettarmi mai niente di nuovo qui. Ho intenzione di andarmene quanto prima, quella non è la torta di Norma.”
Rusty Lake series, Rusty Lake (dal 2015 in corso)
“Diane, ore 02:32 del pomeriggio, e in questo momento vorrei essere con te e Gordon, sorseggiando una tazza di caffè. Ho sempre più difficoltà a riconoscere quella cittadina che avevo preso ad amare. Credo di non sapere nemmeno più se mi trovi a Twin Peaks, comincio a dubitare anche di me stesso. Oh Diane, se mi senti, dimmi che sono ancora Dale, il Dale che conosci. Anche Laura, la ragazza uccisa, non sembra più Laura.”
“E poi, Diane, ho continue visioni, inquietanti immagini che mi rimbalzano nella mente. Vedo uomini con volti animali che mi parlano, una foresta, e ho la sensazione che segreti inquietanti vi siano celati. Questo posto mi sembra sempre più un ricettacolo di ricordi, spazi tridimensionali e cubici di pensieri senza padrone. L’omicidio di questa giovane donna nasconde molto più di quello che pensavo.”
Kentucky Route Zero, Cardboard Computer, (dal 2013 al 2020)
“Diane, ore 05:50 pomeridiane…. …. …. …. …. si sente, Diane? Raramente ho ascoltato una voce più soave. Un canto d’amore struggente, ma venato di una nostalgia irrimediabile. Come un lenzuolo di velluto blu che passa sulla pelle prima di cadere al suolo… rimane solo il ricordo della sensazione leggera e fresca.”
“Diane, credo di riconoscere ancora me stesso eppure… è come se ora interpretassi un diverso ruolo. In questa America della crisi, dove ciascuno attore svolge una parte, ho la sensazione di essere in viaggio, una sorte di peregrinazione nel girone dei dannati. E in fondo ogni viaggio è un po’ uno girare in tondo, alla fine torniamo laddove siamo partiti. In fondo un po’ tutti siamo alle prese con un nostos.”
Life is Strange, Dontnod (2015)
“Diane, ore 12:30 del mattino. Ricordi? Ti avevo parlato di quel pezzetto di carta rinvenuto su una scena del crimine, su cui erano impresse le parole “Fire, walk with me”. Quelle parole continuano a tormentarmi, le trovo impresse ovunque, anche su superfici dove non dovrebbero esserci. Le trovo marchiate anche ora, su questo specchio. Le guardo ed è come se fossero marchiate su di me”.
“Diane, percepisco che qui non tutto va come è necessario che sia. Un mondo in cui il tempo si srotola davanti ai miei occhi, ma l’entropia non esiste e posso riannodarlo come più mi aggrada. Se fosse così, potrei tornare al momento in cui Laura è stata uccisa? Potrei evitare tutto questo? Non lo so, avverto che niente è dato per niente. Sento del sangue che mi cola dal naso.”
P.T. — Playable Teaser, Konami-Kojima Productions (2014)
“Diane, ore 07:49 della sera. Oh Diane… Diane, perdo sempre più contatto con la realtà. Mi trovo ora in un appartamento fatiscente, non ne percepisco i colori, e un feto deforme, non so se sia umano, piange e strepita come un bambino appena nato. Non ne posso più, devo interrompere quelle strilla…perdonami Diane, devo tagliare le fasce che lo avvolgono.”
“Diane, qui lo spazio sembra ripiegarsi su se stesso. I miei ricordi si confondono con ciò che è reale, non riesco più a distinguerli. Non trovo una via di uscita, ho la sensazione di tornare sempre al punto di partenza. Diane, ho paura. Temo che tutto questo non avrà mai fine…”
Mass Effect 2, Bioware (2010)
“Diane, ore 11:11 del mattino. Questi drappeggi rossi…per quante volte li travalichi, ne trovo sempre di nuovi sul mio cammino. E rosso è anche l’abito di quel curioso esserino che danza al centro della stanza. I suoi movimenti sono ipnotici… Diane, ti sto parlando, non so nemmeno con quale forza, mentre assiso lo guardo muoversi.”
“Eppure fino a poco non mi trovavo in uno scenario… fantastico? Sai, Diane, come quelli che si leggono in quei romanzi futuristici o in un film di fantascienza. Città aliene, armi sofisticate, tutine aderenti… Diane, non so perchè, ma avevo la certezza che quella fosse la versione migliore possibile, non avrei trovato più niente di avvicinabile, nè prima nè dopo.
Fez, Polytron Corporation, (2012)
“Diane, ore 11:07 della sera. “I gufi non sono quello che sembrano”. Non è la prima volta che sento questa frase a Twin Peaks. Li vedo scrutarmi severi con i loro occhi fra le fronde degli alberi, sui semafori agli angoli della strada. Sento il battere delle loro ali quando, la sera, mi trovo nella mia stanza al The Great Northern Hotel.”
“I gufi celano un segreto, così come questo luogo. A volte ho come l’impressione che basterebbe cambiare prospettiva, mutare il modo in cui guardo questo posto… e magicamente passaggi apparirebbero di fronte ai miei occhi. La verità è qui, vicina, lo sento Diane. Devo solo comprenderne il linguaggio.”
Silent Hill 2, Team Silent (2001)
“Diane, ore 03:32 del mattino… e se avessi ucciso io Laura? So che sembra folle, ma cosa ormai è sensato qui a Twin Peaks? Ho appena visto una videocassetta, Diane, e oh… non potevo crederci… ero io, quell’uomo aveva il mio volto. A fianco c’era una donna, aveva il suo volto ed era fatta a pezzi… io ero lì, Diane, ero vicino a lei. Io non ricordo, non so più cosa è reale. Era davvero lei?”
“Reneè e Alice… Maria e Mary… perchè questi nomi circolano nella mia mente…? E perchè non riesco a districarli, quasi come se fossero la stessa persona? Diane, anche questo posto sembra mostrare due facce, il suono di una sirena preannuncia ogni volta il cambiamento. Ma forse non è questo luogo a cambiare, sono io a farlo.”
Disco Elysium, ZA/UM (2019)
“Diane, ore 04:15 del pomeriggio. Ed è l’unica cosa che possa dirti per certo, se guardo il mio orologio. Ormai immagini sconnesse si rincorrono davanti a me. Omicidi mai avvenuti, omicidi che forse devono ancora avvenire. Il concetto stesso di tempo è deflagrato tra le mie mani, le leggi della causalità non hanno più effetto.”
“Due identità, Diane: quella dell’assassino e la mia. Questi sono i miei obiettivi, ormai. So che l’una è intrecciata all’altra, in qualche modo.”
Virginia, Variable State (2016)
“Diane, ore 10:50 della sera. Sono di nuovo qui, in questo luogo isolato dal mondo, uno straniero… e non sono stato mandato a indagare su un delitto, no… ma sui segreti di questa città, viva come un organismo. A volte penso che l’intera popolazione di questo posto sia contro di me, cospiri contro di me. Quanto si cela sotto terra, nei boschi remoti, nelle case chiuse… io non lo so.”
“Un ragazzo scomparso, un borgo sperduto nella foresta incontaminata, un cielo magico che pervade la sera, antichi riti o eventi soprannaturali. Un agente dell’FBI, uno straniero fra genti straniere. Diane, speravo davvero di entrare a far parte di questa comunità, ma mi sento sempre più un agente esterno. Un virus da debellare.”
Max Payne, Remedy (2001)
“Diane, ore 01:49 del pomeriggio e… sto guardando me stesso mentre vago fra i drappi rossi di questo luogo assurdo. Mi vedo da uno schermo di un vecchio televisore. E se anche tu mi stessi vedendo, in questo momento, attraverso uno schermo di un televisore?”
“Una storia di morte e di menzogne, forse di vendetta. Una storia di organizzazioni senza scrupoli e di sfruttamento. Una storia di uomini che non hanno nulla da perdere, di ricordi che si confondono con la realtà, di tempi sospesi e proiettili senza padrone. Quando finirà tutto questo, Diane?”
Deadly Premonition, Access Games (2010). Contributo di Luigi “abyssent” Peccerillo
“Diane, ore 16:00 del pomeriggio, continuo a vagare per questa cittadina che mi ricorda tanto Twin Peaks. In realtà è sin da quando mi son svegliato stamattina che ho l’impressione che fossi il riflesso di uno specchio angolato costantemente su di me e su ciò che mi circonda. Il riflesso che sto vivendo è simile alla realtà: ci credi Diane che ora ho l’impressione di parlare con un certo Zach invece che con te? E che mi sto dirigendo dallo sceriffo per iniziare le indagini sull’omicidio di una ragazza, motivo per il quale mi trovo qui?”
“Eppure percepisco qualcosa di diverso nel profondo. Saranno le persone del posto che ho conosciuto e che sembrano abbiano tanto da dire. Sarà l’ingenuità di questo mondo che mette in luce bizzarri meccanismi che nella realtà ho sempre percepito come normalità. Sarà l’aria genuina di questi boschi che mi fa star bene. Diane, sento che c’è qualcosa per cui varrebbe la pena vivere qui se non avessi già un mio posto dall’altra parte dello specchio.”
“Diane, ore 12:17 del pomeriggio… e sono fuori! Non so nemmeno quanti giorni siano passati, tutto è stato così confuso, immagini che si succedevano, mondi e realtà possibili, di cui avevo una fugace visione. Non so se abbia trovato qualcosa in quel luogo, e l’assassino di Laura è ancora lì, da qualche parte. Eppure ora ho la sensazione di non essere solo.”
