Le sonde gemelle Van Allen studiano dal 2012 le omonime Fasce, cioè due “ciambelle” concentriche che circondano la Terra, formate da un plasma di particelle cariche. Credit: JHU/APL, NASA

È vero che le Fasce di Van Allen sono una barriera insuperabile?

6/7. Sette risposte ai più comuni pregiudizi complottisti su astronomia ed esplorazione spaziale

Michele Diodati
GruppoLocale
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2 min readJun 10, 2017

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“Perché continui a pubblicare immagini della Terra vista dallo spazio, quando è noto che le fasce di Van Allen sono una barriera insuperabile per satelliti e velivoli spaziali e, dunque, si tratta di foto false?”

RISPOSTA

Sappiamo dell’esistenza delle Fasce di Van Allen (così chiamate dal nome del loro scopritore James Van Allen) dal 1958: la più interna delle due fu scoperta dal primo satellite lanciato dalla NASA, l’Explorer 1, la seconda, più ampia e più variabile, dai satelliti Explorer IV e Pioneer 3, sempre della NASA. Si tratta di due “ciambelle” attraversate da un plasma di particelle cariche — protoni ed elettroni — che si avvitano intorno alle linee del campo magnetico terrestre e risentono delle condizioni del tempo spaziale, per esempio delle tempeste solari.

L’attraversamento delle Fasce di Van Allen può causare problemi alle apparecchiature elettroniche e ai sistemi di comunicazione dei satelliti in orbita intorno alla Terra, ma nulla che non possa essere efficacemente contrastato da una buona schermatura e scegliendo le traiettorie di lancio e orbitali meno pericolose.

Il problema è talmente superabile che vi sono attualmente circa 1.000 satelliti in orbita intorno alla Terra. Se credete che ciò non sia vero, dovreste però anche spiegare come avviene la localizzazione tramite il sistema GPS che avete nel vostro telefonino o navigatore satellitare e da dove arrivano le immagini televisive dell’ultimo Gran Premio di Formula 1 che state guardando attraverso la piattaforma SKY.

A dispetto degli scettici, vi sono due sonde gemelle della NASA che studiano da quasi cinque anni le Fasce di Van Allen e non sono state “cotte”, a quanto mi risulta, da questo ingrato lavoro. Grazie ai risultati ottenuti dalle due sonde, sappiamo tra l’altro che gli elettroni relativistici più pericolosi all’interno delle Fasce sono molto meno numerosi di quel che si pensava, il che avrà ricadute positive sui costi di schermatura dei futuri satelliti.

In conclusione, Hubble e tutti gli altri satelliti e telescopi spaziali in grado di riprendere immagini astronomiche della Terra e di ogni altro oggetto celeste orbitano tranquillamente sopra le nostre teste, sufficientemente protetti dai pericoli elettromagnetici delle Fasce di Van Allen. Le immagini astronomiche che essi ci inviano sono assolutamente reali, oltre che — vale la pena di dirlo — spettacolari e suggestive.

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Michele Diodati
GruppoLocale

Science writer with a lifelong passion for astronomy and comparisons between different scales of magnitude.