Un’illustrazione che mostra la fase finale del sistema di discesa, completamente automatizzato, con cui la sonda Curiosity è atterrata su Marte ad agosto del 2012. Credit: NASA

Perché prendersi la briga di rispondere ai complottisti?

7/7. Sette risposte ai più comuni pregiudizi complottisti su astronomia ed esplorazione spaziale

Michele Diodati
GruppoLocale
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3 min readJun 14, 2017

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“Chi te lo fa fare di scrivere questi chiarimenti, visto che nessun cospirazionista è disposto a mettere seriamente in dubbio le proprie convinzioni preconcette?”

RISPOSTA

L’impresa di mandare uomini sulla Luna, pur se legata fortemente a fattori politici e propagandistici, è stata probabilmente la conquista più straordinaria realizzata finora dal genio umano. Un’impresa dove coraggio, spirito di avventura e persino incoscienza si sono uniti, utilizzando al meglio ciò che le conoscenze scientifiche e gli strumenti tecnologici dell’epoca mettevano a disposizione. Il risultato è stato semplicemente grandioso: a soli 66 anni di distanza dal primo tremolante volo a motore dei fratelli Wright, gli esseri umani sono stati in grado di costruire un sistema di volo così sofisticato e potente da consentire di entrare in orbita intorno alla Luna e di scendere sulla sua superficie. Non solo, ma anche di riportare indietro incolumi i coraggiosi astronauti di quelle sei spedizioni (nonché quelli dell’Apollo 13, che però sulla Luna non poterono scendere).

Vedere infangare la memoria di quella grande impresa con sberleffi, prese di posizione preconcette, critiche superficiali e argomentazioni contorte è veramente triste e mi fa sentire in obbligo di dire la mia. Non che speri di convincere i lunacomplottisti con le mie argomentazioni, ma sappiano almeno che qui non è aria per loro!

Lo stesso penso di chi ritiene che tutte le missioni spaziali inviate verso altri corpi del sistema solare siano false, e false, di conseguenza, le immagini che quelle sonde ci hanno inviato e continuano a inviarci. L’impresa di costruire velivoli in grado di viaggiare nello spazio per anni, di sfruttare gli effetti di fionda gravitazionale dei pianeti per risparmiare carburante, di scendere sulla superficie di Marte con sistemi automatici calibrati alla perfezione (come Curiosity e Opportunity) o quasi alla perfezione (come il lander Schiaparelli dell’ESA) merita rispetto e ammirazione, non critiche stupide e preconcette.

Oggi abbiamo la fortuna di disporre di un’enorme quantità di informazioni liberamente e gratuitamente consultabili da chiunque: archivi immensi di documenti online che spiegano ogni dettaglio tecnico, scientifico e costruttivo delle sonde utilizzate in missioni spaziali e degli strumenti scientifici che esse trasportano. Invito gli scettici e i diffidenti ad abbandonare almeno provvisoriamente le loro convinzioni, a sospendere per un po’ il giudizio negativo e a fare lo sforzo di documentarsi, seriamente. Mi auguro che, a mano a mano che prenderanno confidenza con i fatti, con i dati, con lo sterminato insieme di conoscenze che l’esplorazione spaziale ha finora prodotto, la loro diffidenza possa diminuire e tramutarsi progressivamente in piacere della scoperta, curiosità e desiderio di saperne di più.

Vale la pena di essere fieri di ciò che in pochi decenni di esplorazione spaziale l’umanità è riuscita a realizzare, anche se non bisogna mai perdere di vista la consapevolezza dei nostri limiti. Tutto il sapere finora accumulato è di certo solo un graffio, una piccola crepa sulla superficie di un enorme muro di mistero. Ma quella crepa ci permette comunque di gettare uno sguardo vero e profondo sul sistema solare e sull’Universo nel quale ci è capitato di esistere. Vale la pena di difendere e ampliare le conoscenze finora ottenute, mentre è indegno denigrarle e soprattutto fossilizzarsi nell’idea paranoica che siano false!

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Michele Diodati
GruppoLocale

Science writer with a lifelong passion for astronomy and comparisons between different scales of magnitude.