Freezing e Focusing

Imparare a “percepire” nel corpo come prendono forma le emozioni grazie al focusing

Rosaria Perini
Parkinson a Porte Aperte
5 min readOct 5, 2021

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camminare su lastra di ghiaccio
Photo by Jennifer Lim-Tamkican on Unsplash

Guardiamo questa immagine e proviamo a immedesimarci nella persona che sta cercando di camminare su un terreno impervio e scivoloso in quanto ghiacciato. Rende molto bene l’idea, a proposito di freezing, del blocco fisico ed emotivo che può subentrare quando il camminare presenta dei rischi…

Considerato quanto le emozioni “prendano corpo nel corpo” mi riferirò a quanto ho già detto nei miei articoli precedenti parlando dell’importanza della nostra consapevolezza fisica ed emotiva.

Vorrei approfondire ulteriormente questo concetto che, penso, sia molto utile soprattutto per chi con le percezioni corporee deve fare i conti tutti i giorni a causa di una malattia o perché, come “dona-cure”, ha bisogno di capire/sentire come sta la persona che assiste.

Su questa piattaforma diamo particolare attenzione al Parkinson, ma ogni malattia presenta sintomi e tutti i sintomi sono le parole con cui il corpo chiede aiuto.

Luisa Parmeggiani, psicoterapeuta bioenergetica scrive così:

consapevolezza corporea è autoregolazione
L. Parmeggiani “Analisi Bioenergetica. In compagnia della Gradiva” p.122 Ed. Arnaldo 2007

Cosa ci succede emotivamente quando il corpo fa squillare i suoi campanelli di allarme e la nostra energia non scorre più fluida come dovrebbe?

Nella malattia, quando i sintomi si fanno sentire, avvertiamo il miracolo al contrario, nel senso che ci accorgiamo di ciò che non ci è più possibile fare e di cosa siamo obbligati a mettere in atto per poter vivere “adeguatamente” rispetto ai nostri standard che impariamo ad apprezzare quando ne veniamo privati.

Voglio, quindi, portare qui una mia esperienza come “dona-cure” e come focalizzatrice, per spiegare meglio come chi assiste può “aiutarsi per aiutare meglio" e parlerò di freezing.

Nel mio articolo “Care giver o Dona-cure” ho accennato alla necessità di esplorare e valutare il nostro bagaglio energetico per poter assistere i nostri cari senza perdere di vista dove e come stiamo noi “dona-cure”.

In questo articolo voglio condividere la mia esperienza relativa a una focalizzazione che mi ha dato il segno di “dove sto e come ci sto” relativamente alle possibilità che mi dò per realizzare i miei progetti personali quando esulano dal mio essere “dona-cure”.

Da un bel po’ di tempo mi accorgo di avere difficoltà a portare avanti i miei progetti personali perché mi sembra, dovendo dare la precedenza ad altre esigenze e altre priorità che mi riguardano ma non sono direttamente mie, di avere “i piedi incollati a terra”. Questo mi fa percepire un calo di energie.

Ogni volta che ho esplorato le sensazioni relative a quanto il mio “donar cure” mi permettesse di dedicarmi anche a cose diverse dall’assistenza, mi veniva da dire, razionalmente, “mi sento in gabbia”. Risposta ovvia e razionale ma nel corpo sentivo che… non era così.

Poi, una notte, cercando nella respirazione la calma necessaria per poter dormire, la risposta mi è arrivata forte e chiara: il mio immobilismo progettuale è… FREEZING!

Come l’ammalato di Parkinson vuole camminare ma, suo malgrado, non può farlo per la perdita dell’automatismo, ho realizzato che al mio VOGLIO non faccio corrispondere il mio POSSO. Mi sento congelata, frenata, meno intraprendente ed energeticamente scarica, impossibilitata a mettere in atto tutte quelle strategie che un tempo mi permettevano di superare le difficoltà comprese quelle che sembravano insormontabili.

Sembra quasi che ci sia una specularità tra il freezing organico di chi assisto e il mio freezing comportamentale.

Perché sto parlando di questo mio processo? Grazie a questo dialogo che ho fatto con il “come sta il mio corpo quando deve rinunciare a ciò che ama per… amare altro?” ho realizzato che… non sono in gabbia come immaginavo prima. Questo pensiero mi creava ostilità verso il mio “dover essere dona-cure”.

Percepirmi nella mia carenza energetica senza giudicarla mi ha messo in contatto con il voglio ma non posso… “COSÌ”! dove “COSÌ” significa non riposare abbastanza, avere il pensiero “congelato” sul problema, dare le priorità solo a certi aspetti della mia vita e non ad altri per me altrettanto importanti e essere obbligata ad accantonare i miei bisogni.

Il mio “sentirmi in gabbia” di prima mi autorizzava a far cadere la responsabilità del mio malessere sulla causa esterna, su altre persone, sul “fato”, sull’ovvia impossibilità di evadere dalla situazione.

Invece entrare in contatto con la difficoltà a fare le mie cose a causa del mio bagaglio energetico sofferente ha cambiato il mio punto di vista. Adesso so che posso fare qualcosa curando me stessa dando prima spazio ai miei bisogni fisici e, una volta rinforzata, a tutto il resto.

IO POSSO RIPARTIRE DA ME! Perché sono il mio unico e vero punto di riferimento. Avrò ancora bisogno di lavorare tanto su questo mio FREEZING e magari, trovata la strada per sbloccare me, forse capirò meglio le difficoltà che incontra chi assisto e potrò dare un aiuto di qualità migliore.

Realizzato ciò so che, esplorando ancora nel corpo tutto questo, arriveranno altre indicazioni che mi permetteranno di uscire da questa situazione di stallo e di congelamento. Sarà necessario accogliere tutto senza giudizio e lasciare che il corpo mi aiuti ad “autoregolarmi”.

Ho voluto parlare di questa mia esperienza per spiegare come con l’esercizio bioenergetico e il focusing ognuno, se vuole, può trovare e provare delle strade alternative e inaspettate per cambiare strategie e punti di vista.

Partire da se stessi senza giudicarsi, inoltre, permette di essere più empatici con gli altri e, nel caso di noi “dona-cure”, di sentire le difficoltà dell’altro come se fossero nostre. Accogliendolo in questo modo gli permettiamo di accogliersi a sua volta per non sentirsi “ammalato” e “di peso”.

Respiriamo con calma. Percepiamoci e accogliamoci nel corpo, approviamoci e amiamoci per quello che siamo senza giudizio e senza pretese, per essere consapevoli di poter meritare il meglio della vita.

Bibliografia

Luisa Parmeggiani — Analisi Bioenergetica in compagnia della Gradiva Armando Editore 2007 (p.122)

Sitografia

https://comitatoparkinson.it/

Il Focusing per il Parkinson https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/il-focusing-per-il-parkinson-d75501e82946

Il corpo è maestro…. Musica, Maestro! https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/il-corpo-%C3%A8-maestro-musica-maestro-9a8f8310f15a

Ti si legge in faccia! https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/ti-si-legge-in-faccia-ca4e8af3488e

Care giver o “dona-cure”? https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/care-giver-o-dona-cure-65bbec6f759e

L’esercizio bioenergetico e il Parkinson https://medium.com/parkinson-a-porte-aperte/lesercizio-bioenergetico-e-il-parkinson-4875f596920d

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Rosaria Perini
Parkinson a Porte Aperte

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