Pensare l’impensabile: la creatività al servizio della strategia

di Stefano Gorno

Quando parliamo di Futures & Foresight parliamo — anche — della capacità dell’uomo di immaginare e creare visioni che escano dall’ovvio e dalla logica dei fatti e degli accadimenti del presente.
Immaginare strategie a lungo termine, costruire visioni di futuri distopici, possibili o auspicabili, significa predisporre la mente a uscire da percorsi preconfezionati. In altre parole, creare visioni di futuro richiede l’uso della creatività e del pensiero divergente.

In Forwardto chiamiamo questa fase del lavoro “OPEN” e la riteniamo necessaria e propedeutica al lavoro di analisi, esplorazione, strategia e programmazione che segue. La creatività è un mindset che pervade costantemente ogni fase del lavoro di esplorazione del futuro.

Ma come predisporsi al cambiamento? E come fronteggiare l’inaspettato e imponderabile? Come facilitare un percorso in cui attivare capacità creative e di immaginazione?

Come dice il sociologo Domenico De Masi “la creatività non è altro che una sintesi tra la fantasia, cioè l’elaborazione di nuove idee, e la concretezza, cioè l’abilità di tradurle in realtà”.
Per Teresa Amabile la creatività è la somma di componenti come l’esperienza in un determinato settore del sapere, la capacità di pensiero creativo e la motivazione che deriva dal piacere di fare qualcosa di specifico.

Entrambe le definizioni sono lontane da una concezione di creatività appannaggio solo del mondo dell’arte, e in generale come abilità “non produttiva”.
Oggi sappiamo che questa capacità è ricercata nelle aziende di tutto il mondo, poiché necessaria nella previsione di scenari futuri e nella definizione di azioni strategiche, dal momento che aiuta a guardare verso orizzonti di lungo termine. Per questo è considerata una competenza chiave anche per l’innovazione.

Queste abilità si possono allenare: la creatività è come un muscolo che possiamo potenziare (abbiamo sviluppato moduli di “Imagination & Creativity Empowerment”). Anche l’immaginazione, che precede la creatività in quanto capacità di pensare a qualcosa che non esiste o non è percepito dai sensi, può essere allenata e sviluppata.

Una delle discipline più utilizzate in questo senso è quella dell’improvvisazione teatrale. Le tecniche di improvvisazione attivano un mindset capace di gestire l’imprevisto, evitare l’ovvio, accettare l’input che arriva nel gruppo e consolidarlo.
I principi alla base di questa disciplina sono quelli dello “YES AND…” e del “WHAT IF”. Nel primo caso parliamo dell’universale attitudine ad accettare la proposta dell’altro e a portare un proprio contributo, quindi un principio necessario al lavoro di gruppo e alla creatività come “processo collettivo” (concetto sviluppato in particolare dai già citati De Masi e Amabile oltre che da Mihaly Csikszentmihalyi).
Nel secondo caso entriamo ancora più nello specifico degli studi di futuro: per gli improvvisatori l’allenamento a immaginare “cosa succederebbe se” è quello che permette alle storie di deviare su scenari alternativi e percorsi inaspettati.

È ormai comprovato da diverse ricerche scientifiche condotte negli ultimi anni in Europa e Stati Uniti che l’allenamento all’improvvisazione migliori creatività e pensiero divergente sia nei ragazzi in età scolare (tra gli altri si veda: Hainselin, M., Aubry, A., & Bourdin, B. [2018]. Improving teenagers’ divergent thinking with improvisational theater. Frontiers in psychology, 9, 1759) che negli adulti (tra gli altri: Schwenke, D., Dshemuchadse, M., Rasehorn, L., Klarhölter, D., & Scherbaum, S. [2021]. Improv to improve: the impact of improvisational theater on creativity, acceptance, and psychological well-being. Journal of Creativity in Mental Health, 16[1], 31–48). Queste ricerche evidenziano anche un beneficio psicologico soprattutto nella gestione dello stress e dell’ansia.

Un mindset creativo, quindi, sembra essere oggi più che mai necessario all’innovazione, al cambio di prospettiva, a un atteggiamento capace di visioni impreviste, aperte e non funzionali e logiche. Proprio in tempi in cui l’incertezza del domani ci paralizza.

Da queste visioni, dalla capacità di pensare l’impensabile, possono nascere efficaci strategie, sia individuali che collettive, per plasmare il futuro che desideriamo.

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