Tokyo, la porta del Giappone

Inizia il nostro viaggio nel paese del sol levante

Nicoletta Donadio
Viaggiare leggeri
10 min readJul 7, 2016

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Descrivere Tokyo è difficile perché è molto diversa dal resto del paese, è enorme e non mi ha colpito moltissimo. Guardando la guida turistica mi sembrava ci fossero un’infinità di cose da vedere e tutto sembrava così lontano, invece è tutt’altro. Ovviamente dipende dai vostri gusti e da quello che cercate. La parte che più ho amato è quella più strana, quella dei manga, dei negozi pieni di cartelli e musica alta, della confusione più stressante. Secondo me questo la rende diversa da altre città e gli dà un po’ di carattere.

Altri articoli in questa serie: Giappone istruzioni per l’uso, Nikko la tradizione ad un passo da Tokyo, Kyoto, il Giappone che cercavo, Kyoto, tra giardini incantati e torii rossi, Nara, l’antica capitale del Giappone, Koyasan, la culla del buddismo giapponese, Hiroshima e Himeji, stupore e riflessione.

Cosa aspettarsi da Tokyo?
Non mancano i musei, le aree verdi e i templi ma soprattutto c’è vita e quindi confusione quasi ovunque. Proprio per questi motivi e perché viviamo a Londra e non ci mancano certe attrattive, siamo rimasti qui solamente pochi giorni.

Pop Giapponese

Per entrare nell’atmosfera di Tokyo, premi play e goditi la colonna sonora del nostro viaggio
Il libro che vi consiglio di leggere durante il vostro soggiorno a Tokyo è “A sud del confine, a ovest del sole ” di Haruki Murakami. Vi farà immaginare la città dal punto di vista di chi la vive e vi aiuterà ad inoltrarvi nella cultura giapponese, capire come pensano, cosa notato, come vivono. La playlist musicale che ho scelto è invece un mix di elettronica e pop che si addice completamente alle atmosfere di Tokyo.

Come arrivare
Tokyo è stata la nostra porta d’entrata in Giappone, dopo un volo AirFrance in cui ho dormito quasi tutto il tempo, arriviamo in un aeroporto luminosissimo e pieno di servizi igienici. Non fermatevi al primo rischiando di rimanere in coda, perché ce ne sono tantissimi, ogni 100m per la precisione. L’aeroporto di arrivo è Haneda, quello più vicino alla città, infatti nel giro di un’oretta siamo in centro. Chiedete al centro informazioni come arrivare al vostro hotel e quale biglietto prendere.

Avete acquistato il Rail Pass?
Indispensabile amico durante il nostro viaggio, il Japan Rail Pass è un biglietto speciale per turisti che vi permette di gironzolare per tutto il paese senza dover comprare biglietti in loco. Deve essere acquistato prima del viaggio tramite internet o in agenzia di viaggio e copre tutti i treni della compagnia JP(compresi i famosi bullet trains), che vi assicuro sono la maggioranza. I treni in Giappone costano molto perciò anche se il prezzo spaventa ad un primo sguardo, credetemi che conviene. Noi abbiamo preso quella da 14 giorni, prezzo 46.390 Yen, la tratta Tokyo/Kyoto senza costerebbe 13.710 Yen, un quarto del pass.

All’arrivo in Giappone dovrete attivarlo in una stazione del treno o all’aeroporto. Fate attenzione alla data di attivazione, noi che siamo rimasti in Giappone per 16 giorni l’abbiamo attivato dal terzo giorno in poi, vi consiglio di decidere in base a quando farete i viaggi più costosi.

Dove alloggiare a Tokyo? Se pensate che Tokyo sia grande, raddoppiate quello che avete in testa perché è enorme. Noi abbiamo deciso di fermarci qui solo per tre giorni, due ad inizio vacanza e l’ultimo giorno prima di partire. Queste quattro notti sono le uniche che prenotammo in precedenza. Leggendo varie guide decidemmo di scegliere Ueno, una zona piuttosto centrale con una grande stazione dei treni. Shinjuku si trova invece a fianco del parco Yoyogi, forse il più grande di Tokyo. Zona moderna, ben collegata al resto della città e molto pulita. A posteriori alloggerei qui.

Inizia la visita
Durante il nostro primo giorno a Tokyo abbiamo visitato Ueno e Asakusa, che si trovano a nord rispetto al centro. Ueno ha una grande stazione ed un grande parco dove si trovano affacciati molti musei, il più importante è forse Tokyo National Museum, imponente, con diversi edifici in vari stili e dove potrete vedere alcuni esempi di arte giapponese, costa 620Yen l’entrata. Questo è l’unico museo che abbiamo visitato, non è all’altezza di quelli che si trovano nelle nostre capitali, inoltre essendo estate abbiamo preferito vedere più cose “all’aperto”.

Di fronte al museo abbiamo invece trovato tantissimi banchetti di cibo di strada, probabilmente perché era Domenica, quale occasione migliore per iniziare a conoscere la cucina locale? Abbiamo mangiato due cose alquanto strane:

  • Tokoyaki: Sono palline di pastella con uovo e polipo già bollito. Queste erano buone, ne abbiamo presto 6 e le abbiamo divise in due, sopra ci mettono una salsa dolciastra scura.
  • Okonomyaki: una sorta di pancake salato a base di cavolo e uova con all’interno quello che scegliete voi, dal pesce o carne alle verdure. Hiroshima è la città in cui troverete i più buoni
La mala sorte….

Asakusa invece ospita il tempio Sensoji, magnifico con la pagoda di fianco e, quando l’abbiamo visitato noi, tantissimi fedeli che praticavano i vari riti. Se questo sarà il primo tempio che vedrete rimarrete sicuramente a bocca aperta. Un’esperienza simpatica e anche mistica da fare qui è entrare nel tempio e “comprare” con un’offerta una piccola striscia di carta in cui leggerete una frase di buon auspicio o di mala sorte. Io mi sono beccata la mala sorte come potete vedere nella foto, se siete “fortunati” come me e volete scacciarla uscite dal tempio e annodate il bigliettino su appositi fili. Gli dei la cancelleranno e voi potrete continuare a dormire sonni tranquilli.

Sensoji e la tokyo tower

Attorno al tempio troverete piccole stradine tranquille e altre più movimentate con negozi e ristoranti. Visto che sono sole le 3 decidiamo di andare a vedere i famosi giardini del palazzo dell’Imperatore, quest’ultimo visitabile solo due volte l’anno. Che delusione, il parco è carino ma niente di che, non si riesce neanche a vedere un pezzettino del palazzo reale, ci rilassiamo sotto un albero fino alla chiusura e poi torniamo ad Asakusa per la cena. Capisco che possa sembrare un posto da non perdere ma vi assicuro che non ha assolutamente nessuna attrattiva. Tornando alla cena, un’altra mazzata ci colpisce, abbiamo voglia di ramen e ci fidiamo di Foursquare che ci manda in un posto che non so manco come descrivere, solo a posteriori io e Claudio ci guardiamo negli occhi e ci diciamo: “Potevamo scappare appena entrati!” e invece sarà per l’imbarazzo o per la fame siamo rimasti. La serata è finita bene per fortuna grazie al magnifico spettacolo del tempio Sensoji illuminato con a fianco la pagoda e lo Skytree di cui parlerò in seguito.

Il mio piatto di sushi

Secondo giorno a Tokyo decidiamo di andare nel posto forse più famoso, il mercato di pesce di Tsukiji. Decidiamo di non optare per la levataccia per vedere l’asta del tonno. Inoltre il jet leg rema al contrario e poi il sushi a colazione, scusate ma proprio non riesco a concepirlo. Optiamo per un più tradizionale pranzo. Il mercato è forse il posto più sporco del Giappone, ma è sicuramente pittoresco e pieno di cibi strani come pesciolini essiccati, strane radici e altri oggetti non identificati. Usiamo Google per trovare un ristorante con review buone ed entriamo in Sushi Zanmai, complessivamente buono ma il sushi migliore che abbia mai mangiato continua ad essere in America, Cla dice che non se lo ricorda. Da notare che il sushi qui è soprattutto tonno. Claudio dice che il salmone pescato qui non è adatto per il sushi e quindi devono usare quello sudamericano o norvegese. Per quanto riguarda il tonno, si trovano tutti i tagli immaginabili, da quello più prelibato (con più grasso) a quello derivato dal tonno piccolo, e poi si trovano tanti altri pesci, uno l’ho pure sputato, era bianco, troppo sodo e viscido, credo si trattasse di calamaro però non ne sono sicurissima.

Tipico ristorante Giapponese dopo la chiusura

Se amate questo piatto tipico, mettete da parte un po’ di soldini e prenotate in un ristorante famoso e ahimè costoso di sushi. Dicono tutti sia un’esperienza quasi mistica, non tanto per il pesce, che si può trovare in molti altri posti del mondo, ma per il rito in sé. Infatti in questi ristoranti il menu è solitamente a prezzo fisso e deciso dallo chef che prepara davanti a voi il sushi, aggiunge wasabi e salsa di soya e poi vi serve il pezzo e voi gnam lo mangiate in un sol boccone. Il numero di pezzi dipende dal menu e dal pesce a disposizione. Noi purtroppo ci siamo svegliati troppo tardi e non c’erano più posti disponibili per i giorni in cui eravamo a Tokyo, sono solitamente ristoranti molto piccoli.

Eccovi una lista dei più famosi:

  • Sukiyabashi Jiro. Il proprietario di questo sushi bar situato nel seminterrato della fermata Ginza è forse il più acclamato chef di sushi del Giappone, qualche anno fa è stato fatto anche documentario su di lui, qui il trailer.
Il trailer del documentario su Jiro
  • Sukiyabashi Jiro Roppongi. Questo ristorante è di proprietà del figlio di Jiro, dicono sia più buono di quello del padre, a voi la scelta tra i due. Io dopo aver visto il documentario ho preso in simpatia il figlio più del papà quindi sceglierei questo.
  • Sushi Saito. Questo è il ristorante più votato dai giapponesi sul social network Tabelog, il Tripadvisor/Foursquare locale. Anche lui possiede 3 stelle Michelin e sembra “to die for”.
Cimitero di Ayoama

Dopo pranzo ci spostiamo verso quartieri più chic e moderni, parliamo di Roppongi (che si legge Ropponghi). La zona si snoda attorno alla Mori tower che ospita anche un museo di arte moderna. Decidiamo quindi di farci un giro nell’area dove a parte varie Ferrari e Lamborghini e un asilo internazionale dove sentiamo finalmente un po’ di caro vecchio linguaggio inglese non c’è null’altro. Ebbene sì, a Tokyo l’inglese non è molto parlato, negli hotel potete star tranquilli ma nei ristoranti e supermercati dovrete sfoggiare sorrisi e linguaggio dei segni. Molto meglio il livello di inglese fuori da Tokyo, perfino in mezzo alle montagne lo parlavano di più.

La Lonely Planet, di cui parlerò meglio a parte, mi consiglia un cimitero suggestivo a 10 minuti a piedi, decidiamo di andarci anche perché sembra essere vicino ad un parco dove potremo rilassarci e riprenderci dal jet lag. Ayoama è suggestivo per chi non ha mai visto un cimitero buddista ed è enorme, noi l’abbiamo attraversato tutto usando le vie più piccole in mezzo alle lapidi, esiste una strada grande in mezzo ma l’atmosfera è deturpata dalle automobili. Se la giornata è bella e se i ciliegi sono in fiore è sicuramente meglio. In lontananza, e quasi ovunque intorno a voi si spiegano i palazzoni. Tokyo è così, una città che sfrutta ogni minuscolo spazio senza lasciare spazio all’individualità che diamo scontata nelle città europee. I templi sono schiacciati in mezzo ai palazzi, i negozi nascosti sotto cartelli multicolore.

Dopo una camminata di mezz’ora, quando finalmente arriviamo davanti a quello che doveva essere il luogo di relax per le prossime ore capiamo che quell’enorme spazio verde sulla cartina è in realtà un parco chiuso al pubblico, un gentilissimo signore cerca di spiegarci in giapponese il perché e di andare altrove ma non capiamo nulla se non di levare le tende. All’hotel dopo una ricerca leggo che ci vive il principe Nahurito. Dopo questa simpatica avventura e non proprio con il sorriso sulle labbra prendiamo la metro e andiamo a vedere Tokyo dall’alto dello Skytree. Un’esperienza molto diversa di quella sulla cima dell’Empire state building ma simile in quanto a prezzo, alto, sui 2000Yen.

Hachiko, il cane che aspettava il padrone

I quartieri che abbiamo lasciato per il nostro ultimo giorno sono Shibuya e Shinjuku.
Nel primo non potete perdervi la statua di Hachiko, principalmente per la sua storia più che per la statua in sè che quindi non vi svelerò, cat street, piccola stradina molto carina con negozi sportivi che sfocia nella più grande Omotesando dove potrete ammirare l’architettura giapponese più moderna che ospita grandi marche come Dior e Prada. Questa strada è il punto di inizio di Shinjuku, vi consiglio di continuare sulla strada fino ad arrivare al parco Yoyogi il quale contiene migliaia di ciliegi, laghetti e persone che fanno picnic durante il fine settimana.

Altro interessante parco è lo Shinjuku Gyoen National Garden che presenta giardini in vari stili e un bel padiglione dove potrete sorseggiare un tè. Un’altra strada da non perdere è Takeshita street, piena di teenager vestiti in modi bizzarri(non così tanti come dicono le guide turistiche) e di negozi di souvenirs. Io ho comprato tre paia di calze bellissime per 1.000 Yen in un negozio che vende solo quello. Dovete sapere che qui è molto difficile vedere una persona senza calze, le hanno sempre, anche con i sandali o con 30 gradi all’ombra.

Per quanto riguarda altri acquisti vi consiglio su Omotesando, l’Oriental Bazaar che riconoscerete perché sembra un tempio da fuori, dove ci sono tantissimi oggetti tipici, dalle bacchette ai kimono.

Muoversi in città

La rete metropolitana è enorme e le linee non sono gestite dalla stessa azienda per cui è impossibile fare un biglietto giornaliero che copre tutto. Con il rail pass potete usare alcune linee, quelle JR, vi basterà vedere se vicino alla nome della linea c’è il logo JR. Per muoversi vi consiglio di usare un’applicazione chiamata CityMapper, io la uso anche a Londra oppure Google Maps. Ovviamente questo funziona se avete internet sul vostro telefono, più informazioni a questo proposito le trovate in questo articolo.

Arrivederci alla prossima meta che sarà Nikko!

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Nicoletta Donadio
Viaggiare leggeri

(@nikla88) Italian, Product designer. Love Zumba, Books & 70’s rock. Funnier in person… 🏃🏻‍♀️