Hiroshima e Himeji, stupore e riflessione

Nicoletta Donadio
Viaggiare leggeri
Published in
8 min readOct 4, 2019

Continuiamo a viaggiare verso ovest per raggiungere Hiroshima.

Altri articoli in questa serie: Tokyo, la porta del Giappone, Giappone istruzioni per l’uso, Nikko la tradizione ad un passo da Tokyo, Kyoto, il Giappone che cercavo, Nara, l’antica capitale del Giappone, Kyoto, tra giardini incantati e torni rossi, Koyasan, la culla del buddismo giapponese.

Accompagnamenti musicali e letterari

Per questa tappa ho deciso di condividere un genere particolare di musica, quella rock, perchè Hiroshima, nonostante quello per cui noi la conosciamo è una città viva, moderna e che guarda avanti, una città rock insomma.

Il libro che ho scelto è ancora volta di Banana Yoshimoto che, come avrete già intuito, è una delle mie autrici preferite. Tsugumi è il suo libro di più grande successo.

Questo romanzo narra “l’ultima estate” della protagonista e altri personaggi in un luogo di villeggiatura del Giappone. Sebbene l’ambientazione e i protagonisti siano molto lontani da me e dal mio vissuto, mi ha portato a rivivere sensazioni simili del mio passato.
Questa “ultima estate” può essere paragonata all’ultimo anno di scuola, all’ultima vacanza “lunga” prima di iniziare a lavorare, insomma alla nostra giovinezza più spensierata e cara.
In ogni pagina si percepisce il tempo che passa inesorabile e quando la protagonista va’ a prendere il bus per tornare in città c’è una bellissima immagine di lei che guarda per l’ultima volta la pensione dove ha trascorso tanti anni. A chi non è mai capitato di lanciare un ultimo sguardo a qualcosa che si sa’, anche se rivisto in futuro, non avrà mai più la stessa aura e significato?
Un romanzo che come quasi tutti quelli di Banana lascia il lettore con tanti pensieri, fa’ rivivere bellissimi ricordi e travolge di emozioni, soprattutto quelle malinconiche.

E poi il mare, anche se non ci si mette più di tanto sentimento, è come se insegnasse qualcosa di preciso a chi lo osserva.

Banana Yoshimoto

Torii sull’isola di Miyajima

Come arrivarci

È molto semplice arrivare a Hiroshima con il JR pass, ci sono diversi Shinkansen che collegano Tokyo a Osaka e poi a Hiroshima. Noi visto che stiamo arrivando da Koyasan lo prendiamo a Osaka. Se decidete di visitare questa città vi consiglio di fare il pass perché conviene rispetto alle tratte singole.

Sulla strada che collega le due città potete fermarvi a Himeji, famosa per il castello più grande del Giappone.

Himeji

La stazione dista circa dieci minuti a piedi dal castello, la vista è magnifica, sopratutto in primavera o durante un giorno di sole.

Questo castello è considerato il più spettacolare del giappone, è stato restaurato nel 2015 e perciò è bianchissimo, inoltre è uno dei pochi che non è mai stato distrutto da guerre, terremoti o incendi.
Il costo del biglietto di entrata al castello è di 1000Yen, se volete visitare anche il giardino adiacente, il costo complessivo è di 1400Yen.

La visita è piuttosto faticosa perché il castello è in cima ad una montagnola ed è molto alto. La scalata iniziale è la parte che ci è piaciuta di più, è una stradina adiacente ai merli dei tetti delle mura, piano piano il castello appare sempre più vicino ed imponente incutendo un leggero senso di terrore. Si può immaginare come i visitatori o i nemici ne fossero affascinati e impauriti.
Tutto questo labirinto creato per arrivare al castello fu progettato proprio per scoraggiare i nemici e prepararsi in caso di attacco.

L’imponenete e bianchissimo castello di Himeji

Il castello contiene una serie di sistemi di difesa risalenti al feudalesimo. Potrete notare vari buchi nelle mura con forme diverse, dal triangolo al rettangolo che permettevano agli arcieri di attaccare senza esporsi a loro volta. Se ne contano circa un migliaio insieme ad altrettante nicchie dove poter mettere dei recipienti pieni di olio bollente da rovesciare addosso ai nemici.
Gli scorci, dietro ogni angolo, sono sempre diversi e finiamo per scattare una miriade di foto.

Entrati nel castello un’altra sensazione ci pervade, sembra di essere nella pancia di un enorme animale, quasi in trappola. Ci togliamo le scarpe e iniziamo a salire verso l’alto tramite delle scale molto semplici e ripide.
Dentro non c’è molto da visitare però è interessare l’interno di questo posto, soprattuto ci permette di osservare da vicino i tetti bianchi che lo rendono così famoso. Venivano costruiti così a scopo difensivo, per non far capire ai nemici quanti piani ci fossero nel castello, sono invece ricoperti di piastrelle in ceramica per protezione contro gli incendi.

Vi consiglio anche di visitare i giardini di Koko-en, dove regna un senso di pace e tranquillità e dove potrete rilassarvi dopo la più caotica visita al castello. Come tutti i giardini giapponesi sono molto curati e presentano una serie di laghetti, fontane e sentieri. La maggior parte di turisti non li visita perciò non dovrete sgomitare per poter passeggiare o fare fotografie.

Hiroshima

Nel tardo pomeriggio torniamo alla stazione dove prendiamo lo Shinkansen in direzione Hiroshima. Durante il nostro viaggio passa un controllore per verificare che tutti siano provvisti di biglietto, il quale ogni volta che vede un passeggero fa’ un inchino di ringraziamento e ne ripete uno generale prima di lasciare la carrozza. Questa cosa ha ancora una volta confermato l’idea che ci siamo fatti riguardo al popolo Giapponese, estrema delicatezza e cortesia in ogni situazione.

Arriviamo ad Hiroshima con un enorme acquazzone e ci ripariamo nel nostro hotel con una grande finestra verso la città. Dopo circa un’ora torna finalmente il sereno e usciamo per la cena, vogliamo provare il piatto tipico di questa città, l’okonomiyaki. Si tratta di una frittata fatta con verza, uova e vari ingredienti a scelta del cliente, verdure, carne, molluschi, etc…
Entriamo in un locale con buone recensioni su Foursquare, Hassei, e facciamo così un tuffo in mezzo agli abitanti di questa città, senza nessun turista attorno. Dopo aver scelto l’okonomiyaki grazie alle fotografie sul menu, ci godiamo lo spettacolo dello chef che lo prepara davanti a noi su di una enorme piastra. Ogni passo della ricetta viene fatto su di essa, a partire dal taglio delle verdure fino all’aggiunta delle uova e delle salse. Nel video l’arte della preparazione di questa strana e buonissima pietanza.

Ristorante di Okonomijaki a Hiroshima

Ogni tavolo è praticamente una grande piastra elettrica dove lo chef tramite una paletta serve la frittata e il cliente la mangia direttamente lì. Un’idea fantastica…. non si sporcano né piatti né padelle, direi molto ecologica.

Il giorno seguente inizia con pioggia a dirotto e cielo grigio, l’atmosfera rende ancora più cupa la nostra visita al museo della Pace, che ci ricorda il motivo per cui è divenuta famosa Hiroshima in tutto il mondo, lo scoppio della bomba atomica durante la seconda guerra mondiale.
Il museo vuole trasmettere questo messaggio che traduco dall’inglese:

Una singola bomba atomica ha ucciso senza distinzione migliaia di persone, e profondamente cambiato la vita dei superstiti. Attraverso le cose appartenute alle vittime, pezzi dell’ordigno, testimonianze dei sopravvissuti ed altro materiale, questo museo vuole trasmettere al mondo gli orrori e la disumana natura delle bombe atomiche e diffondere il messagio: “No more Hiroshimas”.

Vi consiglio e spingo a visitare prima il museo e poi l’area attorno ad esso perché viceversa non potrete comprendere i monumenti eretti nel parco. Prendete l’audioguida ed in solitaria ascoltate ed immergetevi in esso, seguite il vostro ritmo e se avete bambini accompagnateli ed aiutateli a comprendere questa brutta parentesi della nostra storia moderna.
Nonostante la rabbia ed il dolore che si respira c’è anche tanta speranza, tanta voglia di vivere; per esempio, una delle fotografie che più mi sono rimaste impresse è quella della prima piantina cresciuta dopo la deflagrazione.

Fuori dal museo c’è un grande parco con moltissimi monumenti dedicati alle vittime, tra questi spicca un edificio semidistrutto, questo è l’unico edificio rimasto allo stato dopo la deflagrazione della bomba. Molti cittadini volevano demolirlo ma fortunatemente ha prevalso l’idea di lasciarlo come simbolo vivente della tragedia, oggi altre polemiche sono nate intorno alla ristrutturazione dello stesso.

L’edificio simbolo del parco della Pace a sinistra, a destra uno dei monumenti presenti nel parco.

Il giorno seguente il cielo torna soleggiato e sereno e partiamo in direzione Miyajima, un’isola di fronte alla città che offre uno dei panorami più conosciuti e fotografati del Giappone, il torii sull’oceano.

Arrivare sull’isola non è difficile, dal centro di Hiroshima si arriva tramite il treno della JR Sanyo Line alla stazione di Miyajimaguchi in circa 25 minuti. Alternativamente potete prendere il tram numero 2 che costa solo 260 Yen. Dopodichè dovrete spostarvi a piedi verso l’imbarco del traghetto che vi porterà sull’isola, ci sono due società che offrono il servizio. Se avete il JR rail pass scegliete la compagnia JR così da evitare il costo della tratta.
Ancora più semplice è prendere una barca dal porto vicino al centro, il costo è più elevato, 3600 Yen andata e ritorno e impiega circa 45 minuti.
Noi abbiamo scelto il tram che ci ha permesso di osservare ancora una volta una parte più autentica e meno turistica della città. Abbiamo incontrato tanti bambini che uscivano da scuola e anziani che si spostavano per la città.

Il torii e una cascata nel parco dell’isola

Come ho già anticipato la principale attrazione è il gigantesco torii gate dentro il mare, esso fa’ parte dello shrine Itsukushima che dava il nome all’isola prima di essere rinominata Miyajima, letteralmente “isola del tempio”.

Quando c’è l’alta marea sia il tempio che il torii vengono raggiunti dall’acqua e sembrano galleggiare sopra le onde. Dall’attracco del traghetto una bella passeggiata in riva al mare vi condurrà al tempio, avrete così tempo di fare moltissime foto prima di arrivarci direttamente di fronte.

Non pensiate che l’isola abbia solo questo da offrire, infatti è la meta perfetta per mangiare ostriche, cucinate in mille modi nei vari ristorantini della baia e per smaltire il pranzo ci sono tantissimi sentieri immersi nella natura.

Se volete godere di questo posto magico con tranquillità, pernottate una notte in uno dei tipici ryokan, potrete così godervi un bellissimo tramonto e una mattina di visita senza i turisti.

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Nicoletta Donadio
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(@nikla88) Italian, Product designer. Love Zumba, Books & 70’s rock. Funnier in person… 🏃🏻‍♀️